Supreme Commander 2
di
Buona la seconda?
All'arrivo del primo Supreme Commander su Xbox 360, eravamo rimasti tutti a dir poco basiti. Tanto era stato positivo l'esordio del brand su PC, quanto aveva deluso l'approdo alla console Microsoft, complice la solita mole di problemi d'adattamento dei titoli strategici nel regno del gamepad. D'altro canto, dopo che Halo Wars é riuscito nell'impresa di mostrare un buon numero di soluzioni per rendere godibile un RTS lontano da mouse e tastiera, la strada si é, se non spianata, quantomeno appianata, pronta per accogliere nuovi esperimenti e tentativi. Inutile dire che, all'annuncio di Supreme Commander 2, un misto di paure e speranze si sono svegliate nello stomaco di ogni appassionato, complice anche un cambio alla cabina di regia, con Square Enix come nuovo produttore del gioco sviluppato nuovamente dal team di Chris Taylor (Total Annihilation, Dungeon Siege).
Come nel primo episodio, Supreme Commander 2 punta sul fascino della fantascienza classica, basando le proprie fondamenta su capisaldi del genere come un futuro in cui diverse fazioni vivono tra guerra e pace in un precario equilibrio e, soprattutto, la presenza di enormi robot da combattimento che hanno preso il posto degli obsoleti soldati in carne ed ossa. I comandanti degli eserciti non sono più chiusi nella “stanza dei bottoni”, o meglio quella stanza si trova adesso sul campo di battaglia, nascosta nel cuore di un gigantesco ammasso di metallo sapientemente armato. Stiamo parlando degli UCC (Unità di Comando Corazzata), non solo letali macchine da guerra, ma anche fulcro e cervello di ogni armata che si rispetti, capaci di gestire le altre truppe e di creare, ex novo, strutture di costruzione, difesa e estrazione di materie prime. Insomma, un tuttofare imprescindibile per ogni guerrafondaio su larga scala che si rispetti.
Ci troviamo venticinque anni dopo la fine della narrazione del precedente capitolo, e il mondo é diviso tra le mire di tre fazioni ben delineate, pronte a colpire al minimo segno d'indecisione dei dirimpettai. L'UEF, unione militare basata su un rigido inquadramento e la teoria della superiorità della razza terrestre, i Cibriani a metà tra l'uomo e la macchina, mossi da un odio smisurato verso l'UEF, e gli Illuminati, seguaci di un credo quasi religioso lasciatogli da una razza aliena. A guidarci sarà una trama dislocata sulla classica trafila di missioni da compiere, seguendo passo a passo le avventure di ogni fazione, partendo dalla UEF per sbloccare poi le altre in una storia che metterà in gioco le sorti del pianeta. Logicamente, oltre ad un background definito, ognuna delle nostre “razze” vanta particolari differenze dal punto di vista pratico, come avremo modo di scoprire con il passare del tempo e delle missioni.
Questione di Massa
Per quanto riguarda il mero gameplay, abbiamo davanti un titolo che non si fa problemi a riportare sui nostri schermi il classico meccanismo che fa da “leitmotiv” alla strategia in tempo reale sin dai suoi primi vagiti: impossessarsi delle risorse naturali, creare strutture e truppe, potenziarle e lanciarsi all'attacco dell'avversario, magari non disdegnando di difendersi dalle sortire nemiche. E dire che, nel primo capitolo, i Gas Powered Games avevano utilizzato un approccio ad ampio respiro, privilegiando una pianificazione più cervellotica, fatta di arene enormi e costi di mantenimento delle truppe, capaci di farci rimanere costantemente in apprensione per l'inesorabile assottigliarsi delle nostre materie prime. La decisione di tornare alle origini del genere, con spazi molto più ristretti da controllare e un utilizzo immediato delle risorse (leggi:”paga e costruisci”), sembra dunque particolarmente adatto per il nuovo tentativo di assalto del brand al mondo delle console anche se, chi ha amato la precedente impostazione, potrebbe storcere un poco il naso per questo “quasi” dietro front.
Indubbiamente però, molto é stato fatto in nome dell'immediatezza, sebbene non si debba pensare a troppe concessioni alla semplicità in nome dell'allargamento del pubblico. La nuova filosofia genera nuovi rapporti di forza e, adesso, dovremo logicamente aspettarci un differente comportamento anche dall'intelligenza artificiale. Tradotto in parole povere o, se preferite, in mero gameplay, tutto questo significherà trovarsi sempre sotto il rischio di un attacco da parte del nemico, se non proprio sotto l'assedio di continue ondate di truppe aeree, marine e terrestri. Il nostro compito, ovviamente, sarà quello di portare a termine particolari obbiettivi, quasi sempre legati alla distruzione totale del nemico che ci si parerà davanti, in un susseguirsi di racconti mixati tra temi classici sci-fi e qualche colpo di scena.
A rendere più snella la fruibilità del prodotto é stato chiamato a un compito di alleggerimento anche il motore grafico. Come era naturale attendersi, il numero di possibili elementi a schermo é calato, la cui diretta conseguenza é quella di migliori prestazioni visive, con buoni modelli poligonali e animazioni pregevoli, vista anche la possibilità di sfruttare uno zoom di tutto rispetto che ci permetterà di vedere le nostre truppe nel dettaglio o, in alternativa, di osservare il campo di battaglia in versione “Risiko” dall'alto, come se fosse il piano di un gioco da tavolo con tanti soldatini schierati al nostro comando. Certo non si va a cercare la pienezza grafica in uno strategico, ma forse qualche cosa in più si poteva fare, soprattutto per quel che riguarda le ambientazioni spesso quasi deserte e mediamente dotate di texture non proprio all'ultima moda. D'altro canto la facilità d'utilizzo é così servita. Meglio il sonoro, fatto da temi musicali estremamente “solenni”, un buon doppiaggio in inglese (non preoccupatevi, a fargli compagnia vi sono testi a schermo e sottotitoli in italiano) e ottimi effetti, come esplosioni o colpi d'arma da fuoco.
Ho un topo nel gamepad
Ma, quello che per tutti non poteva che essere considerato come il punto cruciale su cui poggiare gran parte del giudizio di Supreme Commander 2, é la giocabilità. Con una breve campagna di tutorial, sapremo senza mezzi termini come comandare tutto il nostro esercito con la pressione dei tasti del nostro gamepad, in una combinazione che denota una certa semplicità d'utilizzo. Tempo qualche ora e un paio di missioni delle campagne principali e ci troveremo ad avere una gestione pressoché ottimale della situazione, sebbene rimanga qualche problema nello spostamento del cursore con cui selezionare le truppe, a volte “bloccato” per alcuni secondi su una posizione. Mouse e tastiera rimangono nell'olimpo, ma il lavoro svolto ha dato i suoi frutti.
Tra zoom e utilizzo combinato dei pulsanti frontali e dorsali riusciremo ad arrivare in men che non si dica ad osservare ogni punto della mappa e a selezionare tutte le unità desiderate. Una rapida pressione e avremo anche accesso alla pagina della ricerca tecnologica che ci permetterà di migliorare la nostra efficienza e la potenza sul campo, grazie a punti da spendere che conquisteremo a modo dei classici “punti esperienza”, cioé abbattendo i nostri avversari o sbloccando particolari obiettivi. Proprio la ricerca segnerà un punto estremamente importante nell'economia del gioco visto che, oltre alle normali armate, potremo imparare a produrre anche le unità sperimentali. Di terra, aeree o marine, queste rappresenteranno dei veri titani da mettere in campo, capaci di risolvere a nostro favore le sorti di una battaglia apparentemente compromessa, a patto di utilizzarle con il giusto tempismo e con adeguato supporto.
Con diciotto missioni, suddivise in sei per ogni fazione, Supreme Commander 2 dimostra una longevità nella media, anche se qualche mappa potrebbe impegnarvi anche per più di un'ora, soprattutto alzando al massimo il livello di difficoltà, dove l'IA da il suo meglio. Un po' scarno il multiplayer, utilizzabile tramite Xbox Live e capace di far combattere assieme un massimo di quattro giocatori in sfide tutti contro tutti o a squadre di due, insomma tutto nella normalità del genere, come la possibilità di fare schermaglie anche da soli sulla propria console.
Supreme Commander 2 corregge il tiro su Xbox 360 rispetto al passato, donando ai giocatori un'esperienza divertente e non snervante, nonostante la piattaforma storicamente quasi avversa rispetto agli RTS. Divertente sebbene sempre sempre seconda scelta rispetto alla versione per PC, il gioco non mancherà di stimolare e appassionare chi ha voglia di comandare un esercito fatto di armi micidiali e tecnologie futuristiche. Per fortuna, il tabù della strategia, sembra allontanarsi sempre più dalle console, grazie anche a team come i Gas Powered. Come dicevano i latini: “Labor Limae”!
All'arrivo del primo Supreme Commander su Xbox 360, eravamo rimasti tutti a dir poco basiti. Tanto era stato positivo l'esordio del brand su PC, quanto aveva deluso l'approdo alla console Microsoft, complice la solita mole di problemi d'adattamento dei titoli strategici nel regno del gamepad. D'altro canto, dopo che Halo Wars é riuscito nell'impresa di mostrare un buon numero di soluzioni per rendere godibile un RTS lontano da mouse e tastiera, la strada si é, se non spianata, quantomeno appianata, pronta per accogliere nuovi esperimenti e tentativi. Inutile dire che, all'annuncio di Supreme Commander 2, un misto di paure e speranze si sono svegliate nello stomaco di ogni appassionato, complice anche un cambio alla cabina di regia, con Square Enix come nuovo produttore del gioco sviluppato nuovamente dal team di Chris Taylor (Total Annihilation, Dungeon Siege).
Come nel primo episodio, Supreme Commander 2 punta sul fascino della fantascienza classica, basando le proprie fondamenta su capisaldi del genere come un futuro in cui diverse fazioni vivono tra guerra e pace in un precario equilibrio e, soprattutto, la presenza di enormi robot da combattimento che hanno preso il posto degli obsoleti soldati in carne ed ossa. I comandanti degli eserciti non sono più chiusi nella “stanza dei bottoni”, o meglio quella stanza si trova adesso sul campo di battaglia, nascosta nel cuore di un gigantesco ammasso di metallo sapientemente armato. Stiamo parlando degli UCC (Unità di Comando Corazzata), non solo letali macchine da guerra, ma anche fulcro e cervello di ogni armata che si rispetti, capaci di gestire le altre truppe e di creare, ex novo, strutture di costruzione, difesa e estrazione di materie prime. Insomma, un tuttofare imprescindibile per ogni guerrafondaio su larga scala che si rispetti.
Ci troviamo venticinque anni dopo la fine della narrazione del precedente capitolo, e il mondo é diviso tra le mire di tre fazioni ben delineate, pronte a colpire al minimo segno d'indecisione dei dirimpettai. L'UEF, unione militare basata su un rigido inquadramento e la teoria della superiorità della razza terrestre, i Cibriani a metà tra l'uomo e la macchina, mossi da un odio smisurato verso l'UEF, e gli Illuminati, seguaci di un credo quasi religioso lasciatogli da una razza aliena. A guidarci sarà una trama dislocata sulla classica trafila di missioni da compiere, seguendo passo a passo le avventure di ogni fazione, partendo dalla UEF per sbloccare poi le altre in una storia che metterà in gioco le sorti del pianeta. Logicamente, oltre ad un background definito, ognuna delle nostre “razze” vanta particolari differenze dal punto di vista pratico, come avremo modo di scoprire con il passare del tempo e delle missioni.
Questione di Massa
Per quanto riguarda il mero gameplay, abbiamo davanti un titolo che non si fa problemi a riportare sui nostri schermi il classico meccanismo che fa da “leitmotiv” alla strategia in tempo reale sin dai suoi primi vagiti: impossessarsi delle risorse naturali, creare strutture e truppe, potenziarle e lanciarsi all'attacco dell'avversario, magari non disdegnando di difendersi dalle sortire nemiche. E dire che, nel primo capitolo, i Gas Powered Games avevano utilizzato un approccio ad ampio respiro, privilegiando una pianificazione più cervellotica, fatta di arene enormi e costi di mantenimento delle truppe, capaci di farci rimanere costantemente in apprensione per l'inesorabile assottigliarsi delle nostre materie prime. La decisione di tornare alle origini del genere, con spazi molto più ristretti da controllare e un utilizzo immediato delle risorse (leggi:”paga e costruisci”), sembra dunque particolarmente adatto per il nuovo tentativo di assalto del brand al mondo delle console anche se, chi ha amato la precedente impostazione, potrebbe storcere un poco il naso per questo “quasi” dietro front.
Indubbiamente però, molto é stato fatto in nome dell'immediatezza, sebbene non si debba pensare a troppe concessioni alla semplicità in nome dell'allargamento del pubblico. La nuova filosofia genera nuovi rapporti di forza e, adesso, dovremo logicamente aspettarci un differente comportamento anche dall'intelligenza artificiale. Tradotto in parole povere o, se preferite, in mero gameplay, tutto questo significherà trovarsi sempre sotto il rischio di un attacco da parte del nemico, se non proprio sotto l'assedio di continue ondate di truppe aeree, marine e terrestri. Il nostro compito, ovviamente, sarà quello di portare a termine particolari obbiettivi, quasi sempre legati alla distruzione totale del nemico che ci si parerà davanti, in un susseguirsi di racconti mixati tra temi classici sci-fi e qualche colpo di scena.
A rendere più snella la fruibilità del prodotto é stato chiamato a un compito di alleggerimento anche il motore grafico. Come era naturale attendersi, il numero di possibili elementi a schermo é calato, la cui diretta conseguenza é quella di migliori prestazioni visive, con buoni modelli poligonali e animazioni pregevoli, vista anche la possibilità di sfruttare uno zoom di tutto rispetto che ci permetterà di vedere le nostre truppe nel dettaglio o, in alternativa, di osservare il campo di battaglia in versione “Risiko” dall'alto, come se fosse il piano di un gioco da tavolo con tanti soldatini schierati al nostro comando. Certo non si va a cercare la pienezza grafica in uno strategico, ma forse qualche cosa in più si poteva fare, soprattutto per quel che riguarda le ambientazioni spesso quasi deserte e mediamente dotate di texture non proprio all'ultima moda. D'altro canto la facilità d'utilizzo é così servita. Meglio il sonoro, fatto da temi musicali estremamente “solenni”, un buon doppiaggio in inglese (non preoccupatevi, a fargli compagnia vi sono testi a schermo e sottotitoli in italiano) e ottimi effetti, come esplosioni o colpi d'arma da fuoco.
Ho un topo nel gamepad
Ma, quello che per tutti non poteva che essere considerato come il punto cruciale su cui poggiare gran parte del giudizio di Supreme Commander 2, é la giocabilità. Con una breve campagna di tutorial, sapremo senza mezzi termini come comandare tutto il nostro esercito con la pressione dei tasti del nostro gamepad, in una combinazione che denota una certa semplicità d'utilizzo. Tempo qualche ora e un paio di missioni delle campagne principali e ci troveremo ad avere una gestione pressoché ottimale della situazione, sebbene rimanga qualche problema nello spostamento del cursore con cui selezionare le truppe, a volte “bloccato” per alcuni secondi su una posizione. Mouse e tastiera rimangono nell'olimpo, ma il lavoro svolto ha dato i suoi frutti.
Tra zoom e utilizzo combinato dei pulsanti frontali e dorsali riusciremo ad arrivare in men che non si dica ad osservare ogni punto della mappa e a selezionare tutte le unità desiderate. Una rapida pressione e avremo anche accesso alla pagina della ricerca tecnologica che ci permetterà di migliorare la nostra efficienza e la potenza sul campo, grazie a punti da spendere che conquisteremo a modo dei classici “punti esperienza”, cioé abbattendo i nostri avversari o sbloccando particolari obiettivi. Proprio la ricerca segnerà un punto estremamente importante nell'economia del gioco visto che, oltre alle normali armate, potremo imparare a produrre anche le unità sperimentali. Di terra, aeree o marine, queste rappresenteranno dei veri titani da mettere in campo, capaci di risolvere a nostro favore le sorti di una battaglia apparentemente compromessa, a patto di utilizzarle con il giusto tempismo e con adeguato supporto.
Con diciotto missioni, suddivise in sei per ogni fazione, Supreme Commander 2 dimostra una longevità nella media, anche se qualche mappa potrebbe impegnarvi anche per più di un'ora, soprattutto alzando al massimo il livello di difficoltà, dove l'IA da il suo meglio. Un po' scarno il multiplayer, utilizzabile tramite Xbox Live e capace di far combattere assieme un massimo di quattro giocatori in sfide tutti contro tutti o a squadre di due, insomma tutto nella normalità del genere, come la possibilità di fare schermaglie anche da soli sulla propria console.
Supreme Commander 2 corregge il tiro su Xbox 360 rispetto al passato, donando ai giocatori un'esperienza divertente e non snervante, nonostante la piattaforma storicamente quasi avversa rispetto agli RTS. Divertente sebbene sempre sempre seconda scelta rispetto alla versione per PC, il gioco non mancherà di stimolare e appassionare chi ha voglia di comandare un esercito fatto di armi micidiali e tecnologie futuristiche. Per fortuna, il tabù della strategia, sembra allontanarsi sempre più dalle console, grazie anche a team come i Gas Powered. Come dicevano i latini: “Labor Limae”!