SWAT: Global Strike Team

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

Swat, drop your weapons!
Oltre all'ingannevole suffisso e al tradimento verso la vecchia concezione di gioco di SWAT 3, SWAT: GST risulta un ibrido difficilmente inseribile in una determinata categoria. Nonostante la possibilità di impartire ordini attraverso il voice communicator, la sua natura semplicistica gli risparmia di fatto un faccia a faccia con giochi sicuramente più tattici e articolati quali Rainbow Six 3 e lo relega a scontri di secondo piano con fps più classici. Per la precisione, risulta una via di mezzo tra un tactical shooter e un banalissimo fps. Anche a livello di storyboard siamo molto lontani dagli intrecci fantapolitici di Tom Clancy, che continua a sfornare scenari convincenti che contribuiscono alla buona riuscita del prodotto che ne beneficia. Qua siamo nel 2018, un futuro non troppo prossimo dove dovremo prendere parte a determinate missioni per la salvaguardia della pace (vi risparmio la pappardella). Al comando di Mathias Kincaid, l'unica cosa interessante da sapere è che sarete affiancati e potrete quindi utilizzare Tomi Ono, una cecchina niente male ed Anthony "AJ" Jackson, uno specialista tuttofare, utile in ogni occasione. Come affermato poco sopra, la presenza di un team composto da soli tre individui non comporta risvolti tattici, preparazione delle missioni e quant'altro, elementi indispensabili per entrare di diritto nella categoria dei first person strategic shooter.

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Da questo punto di vista SWAT: GST delude, lo fa un po' meno se valutato nell'ottica dell'ibrido, una sorta di incrocio tra sparatutto vecchia scuola e tactical shooter, dove a pregi quali la presenza di obiettivi da portare a termine e la buona varietà di missioni, contrappone difetti quale il numero limitato di armi utilizzabili o l'IA dei nemici che lascia lievemente a desiderare. Riguardo al numero di armi si può chiudere un occhio, in fondo gli SWAT non sono equipaggiati come Serious Sam, fatto sta che contribuisce ad aumentare il senso di ripetitività dell'azione di gioco. Questa si svolge solitamente così: ci sono determinati obiettivi da portare a termine, svariate persone da uccidere, ostaggi da salvare e qualche chicca qua e là. Un esempio su tutti? La possibilità di intimare i nemici in modo che si arrendano e quindi ammanettarli. Il resto è solo una continua sparatoria, inframmezzata da disinneschi di bombe, aperture di porte tramite cariche esplosive e così via. Infine si registra la presenza oltre che del gioco in singolo, composto da 21 missioni, anche di una modalità cooperativa suddivisa in 10 missioni da portare a termine insieme ad un amico.

Swat, hands in the air!
Dalle parole poco sopra proferite è semplice intuire che SWAT: GST abbia come arma principale l'immediatezza o altre trovate, che sicuramente sulle prime faranno volare spedite le dita sui tasti senza troppe complicazioni. Dopo alcuni livelli però l'interesse inizierà a calare notevolmente, a causa della piattezza e della ripetitività del gameplay. Le sparatorie risultano poco profonde, lineari, intervallate da minime fasi strategiche in cui cambieremo il personaggio d'azione, o impartiremo dei banalissimi ordini ai membri della nostra squadra. L'intelligenza artificiale dei nemici è uno dei punti a sfavore di questo titolo: ad una grande quantità di bastardi che vorranno farci la pelle è stata data però una scarsa mira e reattività tanto che negli scontri a fuoco a corta distanza avremo quasi sempre la meglio. I nemici sono in grado di nascondersi dietro a barriere di qualunque tipo, ma usciranno allo scoperto in maniera goffa e la maggior parte delle volte saranno facile bersaglio delle nostre armi. Tuttavia non stiamo parlando di manichini, e bisogna dare atto del fatto che i nemici sono presenti in discreta quantità, spuntano fuori quando meno ce lo aspettiamo, molte volte si nascondono nell'oscurità e in posti di non sempre immediata rilevazione e si spostano per evitare le granate.

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