Sword of the Berserker

Sword of the Berserker
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Il manga videoludico sembra aver trovato la sua dimensione: dopo anni di trasposizioni carta-video dalla qualità assai discutibile se non infima, dopo aver rovinato e deturpato mostri sacri della letteratura a vignette made in Japan, dopo aver ripetutamente offeso mitologiche figure del calibro di Kenshiro, finalmente il Dreamcast sembra offrire terreno fertile per tutti i cultori del manga
Già l'ottimo Jojo's Bizarre Adventure mostra con disinvoltura questa lieta inversione di tendenza, e la conferma arriva con l'altra pietra miliare del manga contemporaneo, quell'opera che solo Kentaro Miura poteva partorire dalla sua nervosa penna: Berserk
Sword of the Berserker
Questi banditi non sanno con chi hanno a che fare.

Si temeva, in realtà, che ci si trovasse di fronte ad un titolo dal cattivo gusto, mal programmato e che avrebbe reso il tutto uno sterile fiume di sangue. Tuttavia, la sola notizia che Miura stesso avrebbe curato l'impianto narrativo ha ravvivato in tutti i suoi fan la speranza di ottenere un prodotto degno delle aspettative
IL GUERRIERO NERO
Gatsu, il protagonista dell'originale a fumetti e di questa trasposizione, é nato dal cadavere di una donna impiccata. Allevato in un gruppo di mercenari, é stato costretto fin da bambino a combattere per guadagnarsi da vivere. Tuttavia, la chiave di volta del suo destino é l'incontro con Grifis, capitano della Squadra dei Falchi, il quale gli offre onore e gloria in cambio della sua spada e della sua abilità. Dopo una serie interminabile di vicissitudini, colui che era amico diventa nemico, e Gatsu giura vendetta contro Grifis: egli lo ha tradito e ha reso pazza Caska, la sua donna
Le vicende del gioco si svolgono dopo quanto si é svolto nel manga, e Gatsu e Caska, presumibilmente dopo aver sconfitto il nemico giurato, sono ormai vagabondi in cerca della cura per la pazzia della donna. Si imbattono però in un villaggio che sembra essere dominato dalle forze del male, e Gatsu, come ai vecchi tempi, si preoccuperà di proteggere la sua vita e quella di Caska
IL RITORNO DEL PICCHIADURO
Sword of the Berserk non poteva che essere un gioco d'azione: nessun dubbio, nessuna esitazione, l'originale a fumetti é ormai l'emblema della violenza più turpe e cruda, dell'angoscia della vita e della tristezza di un uomo offerto come sacrificio ai Signori del Male. Tuttavia, la scelta di costruire un classico picchiaduro a scorrimento non é stata senza sorpresa, visto che dalle prime immagini chiunque avrebbe pensato a una più "trendy" avventura in terza persona. Quello che si ha di fronte, invece, é un titolo votato esclusivamente al "pestaggio" senza troppi problemi. Il rischio, però, é quello di ledere alla forte tensione drammatica che l'originale a fumetti poteva vantare, ma questa componente é stata tutelata da un piccolo espediente che vedremo più avanti
Sword of the Berserker
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Sword of the Berserker

Quando credevamo che il picchiaduro a scorrimento fosse finito, ecco giungere un gioco come Berserk a convincerci del contrario. Rimane, comunque, l'effettiva ripetitività del gameplay, ma, in fondo, ciò che conta è divertirsi e l'ultimo nato in casa Eidos svolge degnamente il suo compito. Inoltre, e non poteva che essere così, una valutazione d'eccezione va fatta per chi è amante del manga originale, e per questi individui il titolo è più che consigliato, un vero must, senza contare che ci si porta a casa una storia di Miura che non andrà mi su carta, l'unica nella quale potrete interagire.
Per quelli che, invece, hanno fino a ora ignorato l'esistenza del relativo manga, il titolo rimane soltanto consigliato, alla luce dell'eccessiva brevità e di un gameplay, ancora una volta, tutt'altro che rivoluzionario.

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