Sword of the Samurai
di
REALIZZAZIONE TECNICA
Inutile nascondersi dietro giri di parole: la grafica è il punto dolente di SotS. Non che sia propriamente "brutta", tutt'altro... è solo che su PS2 si è visto (e si vedrà) di molto meglio. Cominciamo comunque con le cose ben fatte: i modelli sono di base molto ben realizzati, ben texturizzati e piuttosto curati nei dettali dei visi e dei vestiti, specie certe ampie gonne svolazzanti. Peccato però che i visi manchino completamente di mobilità, diventando pertando delle maschere statiche. Le Arene sono ben realizzate, molto suggestive di per se, ma mancano della stesse cura nel contorno, col risultato che alcune sembrano quasi disperse nel deserto. Alcune missioni del Bushido Quest sono realizzate addirittura su sfondi bidimensionali che, per quanto ben realizzati, stridono orribilmente coi modelli 3D. Le ombre, oltre a sparire nel Time Attack, sono piuttosto semplici: si comportano come se ci fosse sempre e solo il sole a picco, nonostante l'eventuale presenza di torce, lanterne o altre fonti di luce. Carino (realistico) l'effetto del sangue che zampilla dalle vene recise, ma pessime le piccole pozze circolari che lascia in terra e che "evaporano" nel nulla dopo pochi istanti. Chiude la parata un persistente problema di Bad Clipping, soprattutto tra un modello e se stesso: tanto per citare un esempio il Samurai Femminile viene trapassato nella schiena dai propri capelli tutte le volte che fa un inchino.
Sul sonoro c'è da fare un discorso a parte: per scelta dei programmatori, in modalità Bushido Quest non è presente alcun tipo di colonna sonora... è pur vero che nella realtà un samurai non andava in battaglia col WalkMan, ma è anche vero che passare ore e ore davanti al televisore senza uno stralcio di musica sottofondo può diventare un po' estenuante.
Fortunatamente la musica non manca nella altre modalità di gioco, ed è proprio bella: ricalca temi molto da periodo Edo in una revisione modernizzata incalzante e piacevole.
Niente da eccepire per quanto concerne gli effetti sonori: tutti egregiamente realizzati, a partire dai passi sul ponte, fino alle Katane che cozzano, passando dal rumore di spada sguainata. Totalmente assenti i doppiaggi, ma con la mole di dialoghi presenti nel Bushido Quest (tutte le lezioni ai Dojo, anche per ogni singola tecnica, sono prima spiegatee poi eseguite dal maestro...) non mi sento di additarlo come un difetto.
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GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Com'è possibile intuire dalla mia descrizione (tra l'altro ancora incompleta, ma era veramente impossibile spiegare TUTTO) del sistema di combattimento, il gioco non è né semplice né immediato... non per niente, il Bushido Quest è strutturato in modo che, prima o poi, dobbiate iscrivervi al Dojo di base e prendere lezioni, che inizialmente costituiscono un vero e proprio tutorial. Ciò non toglie che, una volta compreso il meccanismo di gioco, tutto diventa più semplice e automatico, e anche certe scelte dei programmatori ci appaiono ben più chiare (tremo all'idea di questo sistema di gioco con tre o quattro tasti d'attacco...). Il divertimento arriva, e arriva in fretta. Se avete la possibilità, insegnate a giocare ad un amico ed allenatevi insieme: non preoccupatevi del fatto di essere più esperti, e ricordatevi che anche a lui a volte potrebbe bastare un colpo ben dato a sconfiggervi.
Il gioco, come tutti i piacchiaduro, è longevo fintanto che non si trova un altro picchiaduro più "divertente", ma essendo SotS appartenente ad un genere piuttosto insolito, è assai probabile che passerà diverso tempo prima che lo abbandoniate dopo averlo intrapreso, perlomeno parlando di sfide con un amico. Per quanto riguarda il gioco in singolo, c'è da dire che il Bushido Quest è piuttosto lungo, richiede molte ore, molti combattimenti, molte lezioni (non pensiate di potervele scampare!) ed il fatto che alcune scelte siano irreversibili (come il Dojo in cui iscriversi una volta arrivati a Edo, nella seconda parte del gioco) porta probabilmente a rigiocare l'avventura da capo. A dirla tutta temo che tutto questo dopo due o tre volte possa stufare, ma anche quando questo dovesse accadere le ore di gioco saranno state tali e tante che la spesa sarà stata lungamente ricompensata.
CONCLUSIONI
Tralasciando le leggerezze in materia di Grafica, Sword of the Samurai è un gran bel gioco, completo, complesso ma giocabile, longevo, divertente, appassionante, incalzante e chi più ne ha più ne metta. È forse un peccato che l'eredità di Bushido Blades sia stata un po' "imbestialita" dal successo di altri picchiaduro più scanzonati (in BB era possibile ferire, ad esempio, un braccio dell'avversario in modo da renderlo inutilizzabile, cosa che qui non è prevista, e la maggior parte degli attacchi era letale), ma forse in fin dei conti è meglio così: questa scelta non farà a meno di attirare verso questo bellissimo titolo anche degli utenti che altrimenti l'avrebbero snobbato.
Ora scusatemi, ma tra otto giorni mi aspetta il torneo dello Shogun ;-).
Inutile nascondersi dietro giri di parole: la grafica è il punto dolente di SotS. Non che sia propriamente "brutta", tutt'altro... è solo che su PS2 si è visto (e si vedrà) di molto meglio. Cominciamo comunque con le cose ben fatte: i modelli sono di base molto ben realizzati, ben texturizzati e piuttosto curati nei dettali dei visi e dei vestiti, specie certe ampie gonne svolazzanti. Peccato però che i visi manchino completamente di mobilità, diventando pertando delle maschere statiche. Le Arene sono ben realizzate, molto suggestive di per se, ma mancano della stesse cura nel contorno, col risultato che alcune sembrano quasi disperse nel deserto. Alcune missioni del Bushido Quest sono realizzate addirittura su sfondi bidimensionali che, per quanto ben realizzati, stridono orribilmente coi modelli 3D. Le ombre, oltre a sparire nel Time Attack, sono piuttosto semplici: si comportano come se ci fosse sempre e solo il sole a picco, nonostante l'eventuale presenza di torce, lanterne o altre fonti di luce. Carino (realistico) l'effetto del sangue che zampilla dalle vene recise, ma pessime le piccole pozze circolari che lascia in terra e che "evaporano" nel nulla dopo pochi istanti. Chiude la parata un persistente problema di Bad Clipping, soprattutto tra un modello e se stesso: tanto per citare un esempio il Samurai Femminile viene trapassato nella schiena dai propri capelli tutte le volte che fa un inchino.
Sul sonoro c'è da fare un discorso a parte: per scelta dei programmatori, in modalità Bushido Quest non è presente alcun tipo di colonna sonora... è pur vero che nella realtà un samurai non andava in battaglia col WalkMan, ma è anche vero che passare ore e ore davanti al televisore senza uno stralcio di musica sottofondo può diventare un po' estenuante.
Fortunatamente la musica non manca nella altre modalità di gioco, ed è proprio bella: ricalca temi molto da periodo Edo in una revisione modernizzata incalzante e piacevole.
Niente da eccepire per quanto concerne gli effetti sonori: tutti egregiamente realizzati, a partire dai passi sul ponte, fino alle Katane che cozzano, passando dal rumore di spada sguainata. Totalmente assenti i doppiaggi, ma con la mole di dialoghi presenti nel Bushido Quest (tutte le lezioni ai Dojo, anche per ogni singola tecnica, sono prima spiegatee poi eseguite dal maestro...) non mi sento di additarlo come un difetto.
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GIOCABILITA' E LONGEVITA'
Com'è possibile intuire dalla mia descrizione (tra l'altro ancora incompleta, ma era veramente impossibile spiegare TUTTO) del sistema di combattimento, il gioco non è né semplice né immediato... non per niente, il Bushido Quest è strutturato in modo che, prima o poi, dobbiate iscrivervi al Dojo di base e prendere lezioni, che inizialmente costituiscono un vero e proprio tutorial. Ciò non toglie che, una volta compreso il meccanismo di gioco, tutto diventa più semplice e automatico, e anche certe scelte dei programmatori ci appaiono ben più chiare (tremo all'idea di questo sistema di gioco con tre o quattro tasti d'attacco...). Il divertimento arriva, e arriva in fretta. Se avete la possibilità, insegnate a giocare ad un amico ed allenatevi insieme: non preoccupatevi del fatto di essere più esperti, e ricordatevi che anche a lui a volte potrebbe bastare un colpo ben dato a sconfiggervi.
Il gioco, come tutti i piacchiaduro, è longevo fintanto che non si trova un altro picchiaduro più "divertente", ma essendo SotS appartenente ad un genere piuttosto insolito, è assai probabile che passerà diverso tempo prima che lo abbandoniate dopo averlo intrapreso, perlomeno parlando di sfide con un amico. Per quanto riguarda il gioco in singolo, c'è da dire che il Bushido Quest è piuttosto lungo, richiede molte ore, molti combattimenti, molte lezioni (non pensiate di potervele scampare!) ed il fatto che alcune scelte siano irreversibili (come il Dojo in cui iscriversi una volta arrivati a Edo, nella seconda parte del gioco) porta probabilmente a rigiocare l'avventura da capo. A dirla tutta temo che tutto questo dopo due o tre volte possa stufare, ma anche quando questo dovesse accadere le ore di gioco saranno state tali e tante che la spesa sarà stata lungamente ricompensata.
CONCLUSIONI
Tralasciando le leggerezze in materia di Grafica, Sword of the Samurai è un gran bel gioco, completo, complesso ma giocabile, longevo, divertente, appassionante, incalzante e chi più ne ha più ne metta. È forse un peccato che l'eredità di Bushido Blades sia stata un po' "imbestialita" dal successo di altri picchiaduro più scanzonati (in BB era possibile ferire, ad esempio, un braccio dell'avversario in modo da renderlo inutilizzabile, cosa che qui non è prevista, e la maggior parte degli attacchi era letale), ma forse in fin dei conti è meglio così: questa scelta non farà a meno di attirare verso questo bellissimo titolo anche degli utenti che altrimenti l'avrebbero snobbato.
Ora scusatemi, ma tra otto giorni mi aspetta il torneo dello Shogun ;-).