Syberia
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I temi musicali di Syberia sono stati realizzati con estrema ricercatezza: ciascuno ha un sapore particolare, come una sorta di "retrogusto" della regione di provenienza, che poi è quella in cui viene eseguito. Così, se a Valadiléne sarete accompagnati dalla triste melodia che poi è il tema del gioco, nel complesso industriale di Komkolzgrad potrete udire una musica sempre principalmente maestosa, ma con alcune scelte melodiche che non possono fare a meno di riportarvi alla mente l'Inno Nazionale Sovietico e in generale le più famose canzoni Bolsceviche. Insomma: una colonna sonora molto evocativa, che svolge piacevolmente il suo ruolo di accompagnamento e che contribuisce con la grafica e la trama a creare quell'atmosfera così peculiare che il gioco ci regala.
Gli effetti sonori sono abbastanza buoni; forse niente di eccezionale, questo no, ed anzi a volte il rumore dei passi di Kate non coincide con quello che dovrebbe produrre sul terreno in cui si trova, ma in sostanza posso dire che siano realizzati discretamente.
I doppiaggi in Italiano sono di buon livello; se devo essere sincero, nella Demo in lingua originale che ho giocato poco tempo fa le voci mi erano sembrate più "azzeccate", e anche le intonazioni e la "professionalità" dei doppiatori più accurate, ma non è il caso di lamentarsi per il lavoro delle voci italiane, che è comunque molto apprezzabile.
Nelle avventure grafiche rivestono un ruolo importantissimo la trama portante e la complessità degli enigmi. Per quanto concerne la trama, devo dire che raramente ne sono rimasto rapito in egual misura: la ricerca di Hans Voralberg attraverso i luoghi in cui ha trascorso cinquant'anni della sua vita, toccando con mano tutte le sue più geniali creazioni, imparando via via a conoscerlo sempre meglio pur senza averlo mai visto e, insomma, la voglia di "stringergli la mano" virtualmente è veramente una spinta ciclopica ad andare avanti. Credo che nel personaggio di Hans Voralberg, un eterno bambino sognatore ma dotato di un genio e di una creatività senza uguali, attento al benché minimo particolare e dettaglio, Sokal abbia voluto incarnare un po' di se stesso... esattamente come lo stesso Hans fa coi suoi automi, a cui dona, lo ricordiamo, "un supplemento di Anima".
Per quanto concerne gli enigmi, devo dire che per quanto siano parecchi non spiccano per particolare complessità. Diciamo che dopo la prima ora di gioco dovreste entrare nell'ottica "meccanica" di Hans e prendere confidenza con lo schema di base degli enigmi, e quando doveste ritrovarvi "bloccati" il più delle volte sarà a causa di un particolare che vi è sfuggito o di un oggetto con cui potete interagire e che non avete notato perché perfettamente celato nell'ambiente circostante. Se però siete dotati di "occhio di falco", probabilmente troverete il gioco forse un po' semplice: gli enigmi più "rognosi", alla fin fine, sono quelli che richiedono di fare avanti e indietro diverse volte, ma è più un problema di tempo che di ragionamento.