Syndicate

di Luca Gambino
Era il 1993 quando per la prima volta il titolo Syndicate si affacciò sul panorama videoludico mondiale: concepito dalla fertile mente di Peter Molyneux quando ancora militava nella scomparsa Bullfrog, il gioco portava in chiave cyberpunk l'allora fiorente concept degli strategici in tempo reale - quando ancora la distinzione tra mondo PC e mondo Console appariva netta e invalicabile. A quasi vent'anni di distanza Syndicate torna sugli scaffali, ma tante cose sono cambiate: non é più un RTS, non é concepito da Molyneux e non é sviluppato da Bullfrog, bensì da Starbreeze. Cos'é rimasto dunque di Syndicate, oltre al nome?



Sicuramente l'ambientazione, ch'é poi legata al nome stesso: in un futuro lontano ma non troppo (anno 2069) l'economia mondiale ha assunto talmente tanto potere che le mega-corporazioni sono ora decisamente più importanti ed influenti dei vetusti governi nazionali, dettando le leggi attraverso la loro influenza e imponendo i propri prodotti, soprattutto nell'ambito cibernetico. Tra di queste, una delle più grosse é certamente la EuroCorp, produttrice del microprocessore neurale Dart di cui é equipaggiato anche l'agente-cyborg protagonista della storia, Miles Kilo.
La struttura di base del gioco é quella del classico FPS: visuale in soggettiva, arma imbracciata e un occhio per l'indicatore dei proiettili. Fedele alla concezione attuale del genere, Kilo recupererà progressivamente la salute persa e potrà all'occorrenza cercare riparo dietro agli spigoli o ai muretti bassi, sporgendosi solamente quando premerete il comando del mirino di precisione. A rendere l'esperienza di gioco un po' differente dagli FPS “tradizionali” intervengono le caratteristiche cibernetiche di Kilo, incarnate nel succitato sistema Dart.

Questo non é altri che un sistema di “accelerazione sensoriale” che ha il duplice effetto di fornire informazioni extra sui bersagli circostanti e acuire i riflessi del protagonista: tradotto in soldoni, questo significa che premendo l'apposito grilletto entrerete in uno stato di “tempo rallentato” durante cui infliggerete danni maggiori, ne subirete di meno e potrete vedere “attraverso” gli oggetti i bersagli noti che cercano riparo; l'utilizzo del sistema Dart é limitato, ma si ricarica col tempo. Altresì limitati, ma ricaricati principalmente dalle sequenze di attacchi e dai colpi in testa, sono i tre attacchi speciali di cui é fornito il protagonista: si tratta di interferenze del Dart che vanno a colpire i chip neurali degli avversari, obbligandoli a combattere al nostro fianco, mandandoli a gambe levate come un'onda d'urto, fino a indurre il suicidio.





Va da sé che queste feature risulteranno inutili contro determinati bersagli “schermati” (chi ha detto la parola “Boss”?) e che alla fin della fiera risultano essere tre armi in più in un arsenale comunque di tutto rispetto, ma é sempre interessante avere a disposizione qualche feature strategica, specie quando i nemici piovono da tutte le parti. Altri elementi di gameplay riguardano l'occasionale interazione con gli elementi circostanti: agendo su console e interruttori si potranno comandare ascensori, cambiare flussi energetici, sollevare o abbassare barriere e protezioni, e così via cantando.

Il gioco offre anche un sistema di progressione del personaggio, legato ancora una volta ai chip: privando, infatti, determinati nemici-chiave del microprocessore installato nel cervello é possibile attivare dei potenziamenti alle caratteristiche di Kilo. Questi si limitano essenzialmente ad incrementi di danno o di difesa - tra cui un'utilissima invulnerabilità momentanea quando l'energia scende sotto una certa soglia - o a dei miglioramenti per i tre attacchi del Dart: non é infatti presente un sistema che abiliti nuove abilità speciali, ma la sinergia tra i potenziamenti contigui si tramuterà in un incremento della barra della vita.

La trama di gioco si snoda attraverso venti missioni successive: per quanto la recente uscita di Deus Ex: Human Revolution abbia fatto sorgere a molti il sospetto che potesse trattarsi di un gioco sulla stessa risma, ma non é affatto così. Syndicate é un FPS propriamente detto, ed anche le parti di “narrazione interattiva” che fungono da collante tra le missioni non offrono pressoché nessuna velleità interpretativa, così come le missioni offriranno elementi di stealth solo saltuariamente, prediligendo lo scontro aperto contro torme di nemici.





Spostando l'obiettivo sul gioco in Multiplayer, fino a quattro giocatori potranno affrontare in co-op l'apposita campagna indipendente dal gioco in singolo. Ai chip di potenziamento si sostituiscono i punti-ricerca (ma se li chiamate “esperienza” non si offende nessuno) necessari per acquisire e potenziare uno spettro di abilità ben più ampio rispetto a quelle di Kilo: l'idea é che i giocatori tendano a “specializzarsi” nei vari compiti, come ad esempio il guaritore (magari con lo scudo esteso sui compagni), il tecnico che interagisca con l'ambiente circostante, e naturalmente l'esperto di fuoco e di danno. Il Multiplayer metterà a dura prova le capacità di coordinazione dei giocatori, in quanto la strategia “ognuno per sé e Dio per tutti” mostrerà presto di dare scarsi risultati.
Tecnicamente parlando, il gioco fornisce un ottimo colpo d'occhio, offrendo una cura particolare alla realizzazione degli ambienti e delle fonti di luce; la cosa più interessante é l'interfaccia utente, ben studiata in stile “Terminator” e che trasmette egregiamente la sensazione di Cyberpunk che l'ambientazione trasuda. Buona la colonna sonora, con brani ricorrenti ben ricreati che tengono compagnia in determinate situazioni, sebbene tendano a scomparire negli scenari più intricati; l'intero gioco é doppiato in Italiano.

Non discostandosi particolarmente dalla massa degli FPS, prendere la mano con Syndicate é piuttosto semplice, e per impratichirsi con le feature più particolari - ossia quelle legate al Dart - sono presenti gli appositi tutorial in realtà virtuale. Per terminare la campagna in Singleplayer saranno necessarie all'incirca le canoniche 8 ore a difficoltà intermedia, forse qualcuna di più se vi concentrate sulla ricerca dei vari collectables, come i poster, gli ologrammi, i personaggi, le armi e gli oggetti segreti. A queste ovviamente si aggiungono quelle necessarie per superare i 9 scenari co-op, ovviamente rigiocabili con altri alleati o anche semplicemente cambiando il proprio ruolo all'interno della squadra.

Certo, dire che Syndicate é il “degno erede” del titolo Bullfrog é un'asserzione ardita, soprattutto perché i più pignoli non si esimeranno dal dire: “Questo non é Syndicate: Syndicate era un RTS, questo gioco é un FPS”. In effetti, dell'originale Syndicate questo titolo di Starbreeze mantiene solo il titolo e l'ambientazione, ma questo non significa che sia automaticamente un brutto gioco. Siamo al cospetto di un FPS tecnicamente valido, supportato da una trama semplice ma gradevole e con qualche chicca che lo distingue leggermente dalla massa, senza che da questa ne emerga per nessun elemento particolare, tranne forse la campagna in co-op. Più per i neofiti che non per i fan, merita comunque un'occhiata - senza troppe pretese...



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