Syphon Filter 3
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L'escamotage adottato per dar corpo alle missioni appare brillante, quanto problematico: Gabriel Logan, Lian Xing e Lawrence Mujari (già apparsi nei precedenti episodi della serie) vengono convocati da una commissione d'inchiesta al Senato, per far luce sui metodi d'azione della squadra, definiti "terroristici". La difesa dei tre procede per flashback, attraverso i quali vengono rievocati gli episodi incriminati, svelati i retroscena sul micidiale veleno "Syphon Filter", chiariti gli antecedenti. Tali racconti costituiscono i momenti d'azione più autentici all'interno del gioco, le sequenze di cui siamo realmente interpreti
Una struttura di questo tipo possiede il pregio incontestabile di marchiare Syphon Filter 3 in senso "cinematografico", ma ne mette a nudo anche i limiti: l'intreccio, già segnato, impedisce al giocatore di sentirsi realmente artefice degli eventi narrati, mortificando, conseguentemente, l'immedesimazione e la partecipazione emotiva. Tale sensazione trova conferma nella struttura delle missioni - a tratti fin troppo "guidate" - e nel ricorso ossessivo ai filmati in "full motion", che scandiscono e dettano i tempi del gioco per assecondare chiare esigenze di sceneggiatura
Rimpiangiamo, tuttavia, l'omogenietà del vecchio Metal Gear Solid
SPY VS SPY
Syphon Filter 3 é un Goldeneye in terza persona, senza il carisma di James Bond: rispetto ai precedenti episodi della saga, il nuovo capitolo pare votato maggiormente all'azione pura, e presenta similitudini più accentuate col titolo Rare, piuttosto che con il già citato Metal Gear. In alcune sezioni, sembra che gli sviluppatori siano caduti preda di un'amnesia generale, accantonando l'impostazione strategica che ha reso la serie tanto nota; ma l'omissione é calcolata, tesa al raggiungimento di un bacino d'utenza quanto più ampio e variegato possibile. Ecco dunque la componente "spionistica" dissolversi repentinamente al termine della prima avventura, per far posto a una missione in pieno stile Tomb Raider, cui manca solo Lara Croft
Una struttura di questo tipo possiede il pregio incontestabile di marchiare Syphon Filter 3 in senso "cinematografico", ma ne mette a nudo anche i limiti: l'intreccio, già segnato, impedisce al giocatore di sentirsi realmente artefice degli eventi narrati, mortificando, conseguentemente, l'immedesimazione e la partecipazione emotiva. Tale sensazione trova conferma nella struttura delle missioni - a tratti fin troppo "guidate" - e nel ricorso ossessivo ai filmati in "full motion", che scandiscono e dettano i tempi del gioco per assecondare chiare esigenze di sceneggiatura
Rimpiangiamo, tuttavia, l'omogenietà del vecchio Metal Gear Solid
SPY VS SPY
Syphon Filter 3 é un Goldeneye in terza persona, senza il carisma di James Bond: rispetto ai precedenti episodi della saga, il nuovo capitolo pare votato maggiormente all'azione pura, e presenta similitudini più accentuate col titolo Rare, piuttosto che con il già citato Metal Gear. In alcune sezioni, sembra che gli sviluppatori siano caduti preda di un'amnesia generale, accantonando l'impostazione strategica che ha reso la serie tanto nota; ma l'omissione é calcolata, tesa al raggiungimento di un bacino d'utenza quanto più ampio e variegato possibile. Ecco dunque la componente "spionistica" dissolversi repentinamente al termine della prima avventura, per far posto a una missione in pieno stile Tomb Raider, cui manca solo Lara Croft