Syphon Filter
di
Mi duole invece non poter assegnare medesime lodi al sonoro che, per quanto riguarda nella versione italiana, é afflitto da un doppiaggio made in Sony che se non raggiunge le vette di orrore di Metal Gear Solid poco ci manca (parlando di MGS, e giusto per rendere l'idea della qualità del parlato, vi dico che lo stesso doppiatore che dava voce ad Otacon nel capolavoro Konami qui interpreta un personaggio completamente differente "recitando" nella stessa identica maniera...). Un bel punto negativo, quindi, e a poco servono degli effetti sonori e delle musiche più che discrete per risollevare un pò questo particolare aspetto quantomai importante per l'atmosfera ma, ahimé, spesso colpevolmente sottovalutato
Le carte migliori, comunque, Syphon Filter le mette in tavolo quando si parla di giocabilità e -soprattutto- varietà delle missioni: a seconda delle occasioni, dovrete cimentarvi in assalti frontali, in missioni di spionaggio dove é necessario non farsi individuare dai nemici, in sabotaggi e così via. La cosa veramente interessante é che, mano a mano che si avanza nel gioco, tutte queste caratteristiche vengono spesso a sommarsi nella stessa missione, rendendo così le cose parecchio più difficili ma anche decisamente più interessanti. Il vostro arsenale, come é ovvio, rifletterà in pieno gli obbiettivi assegnativi: se dovete fare le cose in silenzio, sarà meglio lasciar perdere i vari mitragliatori e lanciagranate e usare fucili di precisione e simili, mentre se si prevedono numerosi scontri a fuoco contro nemici in netta superiorità numerica (anche se, per ovvi motivi, i nemici sono SEMPRE in netta superiorità numerica) vi verranno forniti armamenti più devastanti (ovviamente la dotazione base che possedete all'inizio della missione é ampliabile con quello che trovate addosso ai cadaveri che seminerete qua e la)
Visti i pregi, ci tocca anche dare un'occhiata agli inevitabili difetti: quello che mi é parso più evidente é di sicuro l'errato settaggio del livello di difficoltà. Syphon Filter, infatti, si presenta come un titolo piuttosto semplice fin dai primi livelli, e prosegue così all'incirca fino alla sedicesima missione: da qui in poi, le cose si faranno veramente difficili, non tanto a causa della maggior complessità degli obbiettivi in sé, quanto per colpa dell'entrata in gioco delle terrificanti guardie d'elite, soldati super addestrati, con una mira eccellente e una decisa predisposizione al cecchinaggio fetente (per esempio piazzandosi dietro una finestra o un cornicione e lasciandovi un obbiettivo visibile di due pixel per due). Considerando che tutti i terroristi incontrati fino a quel momento meritavano a stento l'appellativo di subumani, é facile rendersi conto di come l'impatto possa risultare alquanto spiacevole e frustrante. Altri piccoli problemucci dell'IA sono riscontrabili nel comportamento schizofrenico delle squadre speciali che ogni tanto verranno in vostro aiuto: a volte, infatti, capita per sbaglio di colpire i cadaveri di tali loschi figuri ed ecco che improvvisamente ci si ritroveranno contro i propri ex alleati (capisco lo spirito di corpo e il cameratismo, ma qui si esagera! Vorrei vederli loro, con in mano un PK-102 nel bel mezzo di una furiosa battaglia: può capitare di sbagliar mira e segar via una gamba a un corpo steso in mezzo alla strada, e che sarà mai!).
Le carte migliori, comunque, Syphon Filter le mette in tavolo quando si parla di giocabilità e -soprattutto- varietà delle missioni: a seconda delle occasioni, dovrete cimentarvi in assalti frontali, in missioni di spionaggio dove é necessario non farsi individuare dai nemici, in sabotaggi e così via. La cosa veramente interessante é che, mano a mano che si avanza nel gioco, tutte queste caratteristiche vengono spesso a sommarsi nella stessa missione, rendendo così le cose parecchio più difficili ma anche decisamente più interessanti. Il vostro arsenale, come é ovvio, rifletterà in pieno gli obbiettivi assegnativi: se dovete fare le cose in silenzio, sarà meglio lasciar perdere i vari mitragliatori e lanciagranate e usare fucili di precisione e simili, mentre se si prevedono numerosi scontri a fuoco contro nemici in netta superiorità numerica (anche se, per ovvi motivi, i nemici sono SEMPRE in netta superiorità numerica) vi verranno forniti armamenti più devastanti (ovviamente la dotazione base che possedete all'inizio della missione é ampliabile con quello che trovate addosso ai cadaveri che seminerete qua e la)
Visti i pregi, ci tocca anche dare un'occhiata agli inevitabili difetti: quello che mi é parso più evidente é di sicuro l'errato settaggio del livello di difficoltà. Syphon Filter, infatti, si presenta come un titolo piuttosto semplice fin dai primi livelli, e prosegue così all'incirca fino alla sedicesima missione: da qui in poi, le cose si faranno veramente difficili, non tanto a causa della maggior complessità degli obbiettivi in sé, quanto per colpa dell'entrata in gioco delle terrificanti guardie d'elite, soldati super addestrati, con una mira eccellente e una decisa predisposizione al cecchinaggio fetente (per esempio piazzandosi dietro una finestra o un cornicione e lasciandovi un obbiettivo visibile di due pixel per due). Considerando che tutti i terroristi incontrati fino a quel momento meritavano a stento l'appellativo di subumani, é facile rendersi conto di come l'impatto possa risultare alquanto spiacevole e frustrante. Altri piccoli problemucci dell'IA sono riscontrabili nel comportamento schizofrenico delle squadre speciali che ogni tanto verranno in vostro aiuto: a volte, infatti, capita per sbaglio di colpire i cadaveri di tali loschi figuri ed ecco che improvvisamente ci si ritroveranno contro i propri ex alleati (capisco lo spirito di corpo e il cameratismo, ma qui si esagera! Vorrei vederli loro, con in mano un PK-102 nel bel mezzo di una furiosa battaglia: può capitare di sbagliar mira e segar via una gamba a un corpo steso in mezzo alla strada, e che sarà mai!).