Syphon Filter: Dark Mirror
Mentre l'attenzione dei principali sviluppatori di videogames è ormai completamente concentrata sulle regine del mercato, le console di nuova generazione, fa notizia sentire parlare dello sviluppo di un titolo di rilievo per la ormai vecchia PS2: è questo il caso di Syphon Filter: Dark Mirror, anche se di un vero e proprio sviluppo dedicato non si può parlare, essendo apparso l'anno scorso su PSP.
Per chi non lo sapesse, si tratta del quinto episodio avente come protagonista l'agente segreto Gabe Logan, personaggio creato nell'ormai lontano 1999 in risposta all'altro celebre del settore, Solid Snake. Rivelatosi un titolo di grande successo per PsOne, la serie Syphon Filter ha stentato a bissare sulla PS2 quanto di buono mostrato nei precedenti capitoli, a causa di un deludente Omega Strain che tentò di affacciarsi su un mercato, quello del genere stealth, diventato davvero esigente grazie anche alla presenza della noenata serie Spliter Cell.
Provvidenziale si rivelò l'avvento della PSP, per la quale fu inizialmente sviluppato il quinto episodio della serie, intitolato Dark Mirror, che riscosse un grande successo grazie anche a una modalità multiplayer divertente e ben realizzata, unita a una campagna in single player gradevole ed appagante.
Dopo un tale successo era logico aspettarsi da parte degli sviluppatori una reazione, ed effettivamente c'è stata: Dark Mirror, infatti, è stato convertito in codice PS2, consentendoci di riempire oggi queste pagine.
Obbligatorio sparare
L'episodio narra, al solito, della consueta organizzazione terroristica che minaccia la Terra. Di conseguenza Washington decide di reagire spedendo in avanscoperta il suo agente migliore, un certo Gabe Logan (ben supportato dalla compagna di armi Teresa e dall'informatrice via radio Lian) che ovviamente si prenderà carico della situazione, salvando il mondo quasi da solo. Nulla di propriamente originale, nemmeno lontanamente in grado di essere candidato agli Oscar per la sceneggiatura, insomma. Tuttavia la sequenza di fatti che vengono narrati riesce nell'intento di spiegare e dare un senso alle azioni intraprese dal nostro personaggio, allo stesso modo in cui riesce a far percepire al giocatore quali saranno le azioni da intraprendere. In poche parole, la trama fa il suo onesto lavoro.
Il nostro Gabe, ovviamente, darà equipaggiato come si conviene in queste circostanze, con ben tre visori notturni (ai quali si aggiunge il visore notturno dei poveri, la torcia elettrica) e quattro armi (oltre al coltello per uccisioni silenziose), tutti facilmente richiamabili grazie alla pressione dell'apposito tasto del D-pad.
L'impostazione del gioco è quella classica, capace di alternare fasi prettamente stealth ad altre degne di Rambo, in cui vestirà grande importanza la copertura offerta dagli elementi facenti parte delle ambientazioni. Il gameplay, quindi si distacca nettamente dal classico Spliter Cell, in quanto in questo caso l'abilità nel premere il grilletto sarà importante tanto quanto quella di mimetizzarsi nell'oscurità. A differenza dei titoli di riferimento, inoltre, non sarà attribuita alcuna importanza al fattore illuminazione, tanto meno all'occultamento dei cadaveri dei nemici, che invece evaporeranno da soli dopo pochi istanti.
In cooperazione
Il risultato di tutto ciò è un titolo meno caratterizzato dalla tensione tipica vissuta nei vari Splinter Celll e Metal Gear Solid, ma maggiormente votato all'azione pura e al tatticismo delle sparatorie, che comunque un minimo di utilizzo del cervello lo richiedono. I nemici, infatti, sono caratterizzati da un'AI altalenante che, nelle fasi "positive", consente loro di ripararsi dietro ad oggetti, sbucando solo per cercare di sforacchiarvi con le loro armi automatiche. Dalla vostra avrete un ottimo sistema di controllo che vi permetterà, una volta acquattati dietro a una copertura, di mirare alla testa del nemico senza ancora sporgervi, consentendovi quindi di aspettare l'istante giusto per sbucare e ripagarli con la stessa moneta (il piombo).
Di contro loro stessi si esibiscono in azioni poco intelligenti, come proteggersi dietro barili esplosivi oppure manifestando la loro incapacità di tornare indietro per cercare qualcosa da utilizzare come scudo, stando quindi di fronte a voi aspettando di essere trafitti (con il buon gusto, tuttavia, di scaricare i caricatori delle loro armi).
Un'altra aggiunta rispetto ai prequel si riscontra nella cooperazione tra Gabe e i vari personaggi che lo affiancheranno di tanto in tanto: vi capiterà, infatti, di dover ordinare a Teresa di coprirvi sparando ai nemici, consentendo così a voi di sgattaiolare dietro a un riparo più favorevole. Allo stesso modo toccherà a voi coprire le spalle di Teresa dall'alto di una torre, al fine di darle la possibilità di arrivare sana e salva dall'altra parte di un cortile, così come vi toccherà coordinarvi con altri personaggi per eseguire azioni più semplici, come azionare simultaneamente due interruttori e così via.
No multiplayer, no longevità
Tecnicamente il gioco si assesta su livelli buoni, mostrando tuttavia qualche spigolo di troppo e qualche effetto luminoso migliorabile, come le esplosioni. Di contro il frame rate è stabile e i filmati si rivelano davvero eccellenti.
Anche il sonoro non è il massimo, caratterizzato sì da ottime musiche che ben si coordinano con la frenesia dell'azione, ma altresì da un doppiaggio in italiano davvero migliorabile.
Tutto quanto fin qua esposto sta a testimoniare, in pratica, il buon lavoro di conversione dalla PSP alla PS2, che non ha portato a sgradevoli sorprese. Tra le due versioni, tuttavia, esistono alcune fondamentali differenze: la console portatile, priva del secondo stick analogico, risulta essere proprio per questo motivo un tantino più difficoltosa da padroneggiare, garantendo quindi un livello di sfida superiore (enfatizzata anche da alcune semplificazioni nella difficoltà della versione PS2).
L'altra sostanziale differenza tra le due produzioni riguarda l'esperienza multiplayer, presente su PSP e qui incredibilmente assente, che impedisce al gioco di rendersi ancora giocabile dopo aver finito la campagna in single player.
Per il verdetto non perdetevi il riquadro del commento
Per chi non lo sapesse, si tratta del quinto episodio avente come protagonista l'agente segreto Gabe Logan, personaggio creato nell'ormai lontano 1999 in risposta all'altro celebre del settore, Solid Snake. Rivelatosi un titolo di grande successo per PsOne, la serie Syphon Filter ha stentato a bissare sulla PS2 quanto di buono mostrato nei precedenti capitoli, a causa di un deludente Omega Strain che tentò di affacciarsi su un mercato, quello del genere stealth, diventato davvero esigente grazie anche alla presenza della noenata serie Spliter Cell.
Provvidenziale si rivelò l'avvento della PSP, per la quale fu inizialmente sviluppato il quinto episodio della serie, intitolato Dark Mirror, che riscosse un grande successo grazie anche a una modalità multiplayer divertente e ben realizzata, unita a una campagna in single player gradevole ed appagante.
Dopo un tale successo era logico aspettarsi da parte degli sviluppatori una reazione, ed effettivamente c'è stata: Dark Mirror, infatti, è stato convertito in codice PS2, consentendoci di riempire oggi queste pagine.
Obbligatorio sparare
L'episodio narra, al solito, della consueta organizzazione terroristica che minaccia la Terra. Di conseguenza Washington decide di reagire spedendo in avanscoperta il suo agente migliore, un certo Gabe Logan (ben supportato dalla compagna di armi Teresa e dall'informatrice via radio Lian) che ovviamente si prenderà carico della situazione, salvando il mondo quasi da solo. Nulla di propriamente originale, nemmeno lontanamente in grado di essere candidato agli Oscar per la sceneggiatura, insomma. Tuttavia la sequenza di fatti che vengono narrati riesce nell'intento di spiegare e dare un senso alle azioni intraprese dal nostro personaggio, allo stesso modo in cui riesce a far percepire al giocatore quali saranno le azioni da intraprendere. In poche parole, la trama fa il suo onesto lavoro.
Il nostro Gabe, ovviamente, darà equipaggiato come si conviene in queste circostanze, con ben tre visori notturni (ai quali si aggiunge il visore notturno dei poveri, la torcia elettrica) e quattro armi (oltre al coltello per uccisioni silenziose), tutti facilmente richiamabili grazie alla pressione dell'apposito tasto del D-pad.
L'impostazione del gioco è quella classica, capace di alternare fasi prettamente stealth ad altre degne di Rambo, in cui vestirà grande importanza la copertura offerta dagli elementi facenti parte delle ambientazioni. Il gameplay, quindi si distacca nettamente dal classico Spliter Cell, in quanto in questo caso l'abilità nel premere il grilletto sarà importante tanto quanto quella di mimetizzarsi nell'oscurità. A differenza dei titoli di riferimento, inoltre, non sarà attribuita alcuna importanza al fattore illuminazione, tanto meno all'occultamento dei cadaveri dei nemici, che invece evaporeranno da soli dopo pochi istanti.
In cooperazione
Il risultato di tutto ciò è un titolo meno caratterizzato dalla tensione tipica vissuta nei vari Splinter Celll e Metal Gear Solid, ma maggiormente votato all'azione pura e al tatticismo delle sparatorie, che comunque un minimo di utilizzo del cervello lo richiedono. I nemici, infatti, sono caratterizzati da un'AI altalenante che, nelle fasi "positive", consente loro di ripararsi dietro ad oggetti, sbucando solo per cercare di sforacchiarvi con le loro armi automatiche. Dalla vostra avrete un ottimo sistema di controllo che vi permetterà, una volta acquattati dietro a una copertura, di mirare alla testa del nemico senza ancora sporgervi, consentendovi quindi di aspettare l'istante giusto per sbucare e ripagarli con la stessa moneta (il piombo).
Di contro loro stessi si esibiscono in azioni poco intelligenti, come proteggersi dietro barili esplosivi oppure manifestando la loro incapacità di tornare indietro per cercare qualcosa da utilizzare come scudo, stando quindi di fronte a voi aspettando di essere trafitti (con il buon gusto, tuttavia, di scaricare i caricatori delle loro armi).
Un'altra aggiunta rispetto ai prequel si riscontra nella cooperazione tra Gabe e i vari personaggi che lo affiancheranno di tanto in tanto: vi capiterà, infatti, di dover ordinare a Teresa di coprirvi sparando ai nemici, consentendo così a voi di sgattaiolare dietro a un riparo più favorevole. Allo stesso modo toccherà a voi coprire le spalle di Teresa dall'alto di una torre, al fine di darle la possibilità di arrivare sana e salva dall'altra parte di un cortile, così come vi toccherà coordinarvi con altri personaggi per eseguire azioni più semplici, come azionare simultaneamente due interruttori e così via.
No multiplayer, no longevità
Tecnicamente il gioco si assesta su livelli buoni, mostrando tuttavia qualche spigolo di troppo e qualche effetto luminoso migliorabile, come le esplosioni. Di contro il frame rate è stabile e i filmati si rivelano davvero eccellenti.
Anche il sonoro non è il massimo, caratterizzato sì da ottime musiche che ben si coordinano con la frenesia dell'azione, ma altresì da un doppiaggio in italiano davvero migliorabile.
Tutto quanto fin qua esposto sta a testimoniare, in pratica, il buon lavoro di conversione dalla PSP alla PS2, che non ha portato a sgradevoli sorprese. Tra le due versioni, tuttavia, esistono alcune fondamentali differenze: la console portatile, priva del secondo stick analogico, risulta essere proprio per questo motivo un tantino più difficoltosa da padroneggiare, garantendo quindi un livello di sfida superiore (enfatizzata anche da alcune semplificazioni nella difficoltà della versione PS2).
L'altra sostanziale differenza tra le due produzioni riguarda l'esperienza multiplayer, presente su PSP e qui incredibilmente assente, che impedisce al gioco di rendersi ancora giocabile dopo aver finito la campagna in single player.
Per il verdetto non perdetevi il riquadro del commento
Syphon Filter: Dark Mirror
7.5
Voto
Redazione
Syphon Filter: Dark Mirror
Syphon Filter Dark Mirror, dopo il successo ottenuto su PSP, tenta di riconquistare il pubblico della PS2, un tantino deluso dal mediocre Omega Strain. La classica impostazione stealth unita a un buon numero di sparatorie, una spiccata cooperazione con altri personaggi non giocanti e una realizzazione tecnica adeguata sono le caratteristiche principali d questo Dark Mirror, il quale fa però storcere il naso per l'assenza della modalità multiplayer e per una minore rifficoltà rispetto alla versione PSP. In ogni caso si tratta di un ottimo titolo, imperdibile per gli appassionati del genere.