Syphon Filter: Dark Mirror

di Marco Modugno
Era ora. Dopo le delusioni di Splinter Cell: Essentials e Metal Gear Acid, noi possessori di PSP cominciavamo davvero a credere che la nostra vocazione di superspie sarebbe stata stroncata dai difetti di gameplay della manciata di giochi action stealth dedicati alla nostra piccola console. Per fortuna che c'è Sony, si potrebbe dire parafrasando una mitica pubblicità di siringhe ipodermiche. Infatti quest'ennesimo capitolo della saga di Syphon Filter, nel quale si ripropone nel ruolo di protagonista il mitico Gabe Logan dei primi episodi, cancella come per magia la delusione dei precedenti episodi su PS2, incapaci di riproporre lo stesso livello di intrattenimento dell'indimenticato capostipite. Il nostro Dark Mirror riesce, udite udite, addirittura a non farci rimpiangere il fatto di stringere tra le mani una console da tasca, piuttosto che un gamepad analogico della nostra adorata ma ormai vetusta PS2. La qualità complessiva del titolo sviluppato da Sony Bend, infatti, tiene testa con fierezza a quella delle ultime uscite per la console maggiore e, in qualche caso, fa correre addirittura il sospetto di una reale superiorità tecnica.


Gli appassionati del genere, stavolta, non avranno davvero di che lagnarsi. Il gioco consta com'è facile intuire di una succosa campagna composta di sette lunghe missioni, che sembra mutuata dalla trama di un film di Arnold Schwarzenegger (prima che diventasse governatore della California) più che da quella di un capitolo della saga di 007. Dell'aplomb della spia al servizio di Sua Maestà, infatti, Gabe Logan non conserva granché e nei suoi dialoghi e nei comportamenti sconfina anzi spesso in una tamarraggine stile Vin Diesel.
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Il divertimento, comunque, anche in presenza di uno storyboard dello spessore di un foglio di carta velina, è assicurato. Dall'Alaska all'America Meridionale fino all'Europa, il nostro eroe sarà costretto a rincorrere le fila di una tentacolare organizzazione terroristica, pronta a sconvolgere gli assetti mondiali servendosi, guarda un po' che novità, di armi segrete basate su esperimenti d'ingegneria genetica. Anche il nostro Gabe, ovviamente, potrà usufruire di un arsenale di armi e gadgets supertecnologici, di cui alcuni sbloccabili solo conseguendo alcuni obiettivi della campagna, che vanno dal banale fucile da sniper ai visori termici e agli intensificatori di luminosità stellare. Se molte delle questioni in sospeso con i suoi avversari potranno essere risolte a colpi di arma da fuoco, comunque, verrà inevitabilmente il momento in cui potrà sembrare preferibile un approccio più soft. Ben venga quindi la capacità del nostro amico di appiattirsi lungo i muri, di sporgersi oltre gli angoli magari giusto il tempo di freddare una sentinella con un ago elettrico, o di calarsi lungo cavi tesi tra un edificio e l'altro.
L'approccio stealth comunque, a differenza dei citati concorrenti, non è obbligatorio. La presenza di frequenti checkpoint di salvataggio, l'abbondanza di pacchetti di medicazione, di armi, raccoglibili anche dai cadaveri dei nemici, e di munizioni, e lo stile del gameplay stesso, sfidante ma mai frustrante anche nei confronti con alcuni nemici chiave, veri e propri boss di fine livello, permette anche ai quelli tra noi con la vocazione del pistolero di completare gli obiettivi senza eccessivi patemi d'animo.
Personalmente, ciò che mi ha sempre tenuto lontano dai giochi della serie Metal Gear Solid, è l'approccio eccessivamente stealth. Un passo falso, un allarme che suona e addio missione. Dark Mirror invece vi lascia liberi di scegliere su come impostare la vostra missione. Preferite muovervi come ombre senza lasciare una scia di cadaveri sul vostro cammino? Potete farlo. Se invece avete superato la soglia massima accordata dalla vostra pazienza e sentite il bisogno di saltare fuori dal vostro riparo per svuotare un paio di caricatori bene assortiti, il gioco non ve lo impedirà, permettendovi anzi, con un po' di abilità, di procedere comunque, anche se fronteggiati da un maggior numero di avversari.


Il sistema di controllo, affidato per forza di cose allo stick singolo e ai tasti direzionali, risente minimamente dell'assenza dell'altra leva, consentendo una curva d'apprendimento veloce e mettendo a suo agio tutti, tranne forse i cultori del gamepad personalizzato, rivestito in pelle e con i profili d'oro.
Stessa cosa può dirsi della grafica, davvero eccellente al punto di regalarci una perfetta sincronizzazione labiale durante le scene d'intermezzo e un framerate che fa la barba a quello di titoli d'eccellenza usciti su PS2. E se l'occhio riceve la sua parte, anche le orecchie verranno soddisfatte da una colonna sonora dinamica che si adegua in tempo reale alle situazioni di gioco e ad un recitato godibile, anche se un po' ingenuo. Unico neo, forse, è il suono delle armi, troppo debole e metallico rispetto alla realtà.
Ma nessuno è perfetto e se dal cappello a cilindro della Sony, una volta terminata la campagna principale, spuntano cinque missioni bonus e un multiplayer da 2 a 8 giocatori sia in connessione wi-fi che online, mi pare che non ci si possa davvero lamentare.
Dark Mirror è senza ombra di dubbio, e con buona pace dei blasonati rivali, il miglior action stealth disponibile per PSP. E il livello tecnico e d'intrattenimento raggiunti lasciano presumere che lo resterà a lungo. Per l'approccio non cervellotico alle missioni e la possibilità di adattarsi allo stile di gioco dell'utente mi sento di consigliarlo incondizionatamente non solo alla folta schiera di appassionati del tecnospionaggio virtuale ma anche a quelli che un titolo del genere non l'hanno mai provato. Sapete una cosa? Potrebbe conquistarvi!