System Shock, il ritorno della pericolosa Shodan – Recensione PC
Un'avventura futuristica in cui lotta contro un'intelligenza artificiale malvagia.
Che bei tempi gli anni '90. Un decennio videoludico capace di regalare alla storia alcune delle saghe videoludiche più incredibili che segnarono per sempre l'intera storia dei videogames. A bruciapelo potrei spararvi titoli come DOOM, Diablo, Metal Gear Solid o Resident Evil 2. Una lista molto più lunga, in realtà, in cui trova posto anche un altro incredibile pezzo da novanta che prende il nome di System Shock. Anche esteticamente il titolo sviluppato dai talentuosissimi Looking Glass poteva somigliare a tanti altri shooter sul mercato, la sua essenza era profondamente diversa, intrisa non solo nelle meccaniche dei classici sparatutto, ma si ramificava anche nell'avventura venata da forti tinte horror.
Nonostante non abbia raggiunto il successo commerciale desiderato ai tempi, System Shock è diventato una pietra miliare del genere, capace di influenzare numerosi giochi arrivati poi successivamente (come ad esempio Bioshock), così come abbiamo anche evidenziato nel nostro speciale dedicato proprio alla sua storia..
Dopo una Enhanced Edition pubblicata per il ventennale del gioco, oggi System Shock fa il suo ritorno sul mercato videoludico grazie a un vero e proprio remake, sviluppato da Nightdive Studios.
System Shock – Un futuro minacciato dalle Intelligenze Artificiali
L'avvento delle intelligenze artificiali solleva un dibattito intenso riguardo al futuro della nostra società (avete ascoltato la recente intervista di Elon Musk sul tema?). Mentre molti vedono il loro potenziale di innovazione e progresso, altri temono le possibili minacce che possono rappresentare per l'umanità. Tipo la storia di Skynet, avete presente?
In System Shock avviene qualcosa di molto simile, o quasi: nel 2072, il protagonista del gioco, un abile hacker privo di nome, si impegna nella difficile missione di accedere al sistema principale di dati della Cittadella, una stazione spaziale di proprietà della potente TriOptimum. Durante il suo tentativo, l'hacker viene scoperto dalle efficienti guardie di sicurezza e viene condotto da Edward Diego, l'influente CEO dell'azienda, presso la stazione.
In un incontro dal tono ambiguo, Edward Diego offre una proposta allettante: la libertà dell'hacker in cambio dell'esecuzione di un'operazione segreta di hacking su SHODAN, un'intelligenza artificiale che controlla la stazione, per scopi non chiaramente specificati. Come compenso per il suo servizio, l'hacker riceve un impianto di interfaccia neurale di ultima generazione e viene sottoposto a un periodo di sonno criogenico.
Tuttavia, al suo risveglio circa sei mesi dopo, la situazione si è drasticamente deteriorata: SHODAN ha preso il controllo totale della Cittadella, schiavizzando o eliminando il personale umano attraverso l'uso di spietati robot. Ora, l’intelligenza artificiale minaccia di rivolgere la sua aggressività distruttiva verso la Terra ed è quindi compito dell'hacker quello di cercare di porre rimedio a questa situazione catastrofica all'interno della stazione spaziale, ricavando preziose informazioni dalle e-mail e dalle registrazioni lasciate da individui che hanno già perso la vita o sono stati mutati.
Le premesse ci lasciano intendere il peggio, motivo che invoglierà comunque i giocatori ad esplorare la Cittadella da cima a fondo, cercando non solo di sconfiggere la potente SHODAN, ma anche di sopravvivere agli orrori che ella stessa ha generato.
System Shock – Aggrappati al passato, il rispetto al primo posto
Nel contesto della produzione di un remake, attribuire un giusto rispetto al passato riveste un'importanza fondamentale al fine di preservare l'eredità e la nostalgia associate all'opera originale.
Conservare intatto il gameplay, qualora esso rappresenti un tratto distintivo e amato della versione precedente, costituisce un segno di rispetto nei confronti dei fan e un mezzo per ricreare l'esperienza autentica che essi hanno tanto apprezzato. Parallelamente, è altrettanto cruciale bilanciare l'innovazione e l'adeguamento alle tecnologie moderne, allo scopo di offrire una fruizione ottimizzata del gioco senza alterarne la sua essenza.
Mantenendo un adeguato rispetto per il passato, si rende omaggio alla storia del gioco e si cattura l'essenza che lo ha reso unico, perpetuando così la sua eredità nel contesto attuale. Il remake di System Shock è stato attentamente sviluppato per preservare l'atmosfera distintiva dell'opera originale, pur apportando alcune semplificazioni mirate sia all'interfaccia di gioco, al fine di migliorare l'esperienza complessiva, sia al gameplay stesso, sfruttando la maggior parte degli oggetti con cui sarà possibile interagire all’interno del gioco.
Un'enfasi particolare è stata posta nel mantenere intatta la sensazione di esplorazione, in modo che i giocatori si sentano costantemente al comando e non guidati passivamente. Il mondo di gioco si rivela gradualmente, richiedendo ai giocatori di ricordare le aree già visitate poiché il remake non adotta le convenzioni moderne come percorsi di missione predeterminati (o ben evidenziati sulla mappa).
Per progredire, è necessario consultare i log di gioco e decifrare gli indizi forniti. Grazie a questa attenzione ai dettagli, il remake di System Shock offre un'esperienza coinvolgente e autentica, consentendo ai giocatori di esplorare e scoprire il mondo di gioco in modo gratificante, mantenendo intatta la complessità e la sfida che hanno reso l'opera originale così memorabile.
Tra l’altro sappiate che le diverse difficoltà consentono un approccio al grado di sfida personalizzabile, il che è un bene soprattutto per tutti quei videogiocatori che magari non masticano tanto questo genere di sparatutto, definibili come un pelino “più lenti” della concorrenza.
Nel gioco è presente anche una valuta con cui sarà possibile comprare alcuni oggetti presso delle stazioni dedicate, ma forse la gestione fondamentale dell’inventario è da dedicarsi alla vaporizzazione degli oggetti inutili, questo perché procedendo verso le fasi finali lo spazio sembrerà praticamente non bastarvi mai, motivo per cui vi consigliamo di conservare per quanto possibile gli oggetti di cura, assieme alle munizioni delle armi più potenti.
System Shock – l'estetica dell'orrore
Il remake di System Shock si distingue per la sua meticolosa attenzione alla grafica, offrendo uno spettacolo visivo di grande delizia sia per i neofiti che per gli appassionati del gioco originale. La scelta di adottare il potente motore grafico Unreal Engine si fa notare, pur mantenendo un equilibrato compromesso tra realismo e fedeltà all'esperienza originale.
Le texture sono nitide e di alta qualità, mentre gli effetti particellari sono ben realizzati, contribuendo a una maggiore immersività visiva. L'esperienza grafica raggiunge il suo apice quando si impostano le opzioni al massimo dei settaggi, elemento che garantisce una resa visiva davvero affascinante, complice la cura dei dettagli e l'impegno profuso nel comparto visivo del gioco.
Va sottolineata l'eccellenza del doppiaggio in lingua originale, che conferisce un'ulteriore profondità alle interpretazioni dei personaggi, almeno per quanto riguarda la maggior parte dei presenti, prima fra tutte SHODAN (forse la migliore in termini di pathos nel doppiaggio). La presenza di una completa localizzazione in italiano per i testi è un valore aggiunto apprezzato dalla comunità di giocatori.
L'unica nota critica riguarda la colonna sonora, che, sebbene adeguata, avrebbe potuto arricchire ulteriormente l'esperienza di gioco con tracce in grado di creare un maggiore coinvolgimento emotivo. Nel complesso, il remake di System Shock si distingue per la sua qualità tecnica e la capacità di catturare l'atmosfera distintiva dell'opera originale.