Taito Legends 2

di Davide Tognon
Fin dagli albori dei cabinati nei primi anni '70, Taito si è affermata come uno dei maggiori produttori di videogames arcade, legando indissolubilmente il proprio nome ad alcuni dei più illustri esponenti del genere, quali Space Invaders o Arkanoid. Nel primo decennio, la portata del movimento videoludico fu tale da influire perfino sulla circolazione monetaria, curiosamente gravata dallo "insert coin", celeberrima richiesta di ogni postazione di gioco. Taito Legends 2 ripropone trentanove glorie (aggiungere vecchie sarebbe ingeneroso, in alcuni casi si tratta di capolavori senza età) apparse in sala giochi nel corso degli anni '80 e '90. La lista dei titoli comprende: Alpine Ski, Arabian Magic, Bonze Adventure, Bubble Symphony, Cadash, Cameltry, Chack'n Pop, Cleopatra Fortune, Crazy Balloon, Darius Gaiden, Don Doko Don, Dungeon Magic, Elevator Action Returns, Fairyland Story, Football Champ, Front Line, Gekirindan, Grid Seeker, Growl, Gun & Frontier, Insector X, KiKi Kaikai, Kuri Kinton, Legend of Kage, Liquid Kids, Lunar Rescue, Metal Black, Nastar Warrior, Pop'n Pop, Puchi Carat, Puzzle Bobble 2, Qix, Raimais, Rayforce, Space Invaders 95, Space Invaders DX, Super Space Invaders, Violence Fight e Wild Western.


Sono stati conservati il sopra citato "insert coin" e i "credits", con la precisa volontà di rimarcare l'identità arcade della raccolta. Il rituale inserimento della monetina è stato ovviamente sostituito dalla più semplice pressione di un tasto, ma tanto basta a rievocare i nostalgici gruzzoletti spesi per la propria passione. Gli extra, oltre a qualche cenno biografico della Taito, comprendono per ogni gioco un interessante corredo di opuscoli pubblicitari originali. Questi, affianco alla superficiale promozione del prodotto, forniscono un quadro dell'iconografia ludica nel periodo riguardante la raccolta.
I titoli meno recenti, risalenti ai primi anni '80, sono caratterizzati da un aspetto visivo necessariamente minimalista, il quale però si presta spesso ad un gameplay dalla formula semplice ma accattivante. Perfetta sintesi di quanto appena espresso sembra essere Qix, ove è necessario riempire porzioni di schermo evitando una specie di barra che si agita in esso; talmente semplice che è impossibile rendere a parole la genialità che vi si cela. In Wild Western si difende un convoglio dall'assalto dei banditi, con uno svolgimento che si rivela molto meno accessibile e più profondo di quanto sembri in a prima vista.

Nella considerazione delle icone che hanno influito sugli arcade, non si può tralasciare l'eroe cappa e spada tutto muscoli, "gettonatissimo" (in ogni senso) sulla scia di Conan il barbaro e affini. Lo stereotipo appare perfetto quale figura da adottare in generi in voga come gli action e i beat'em up. Taito Legends 2 ne reca abbondante testimonianza. Dungeon Magic è un picchiaduro a scorrimento permeato da un'eccellente atmosfera fantasy, con la possibilità di ricorrere a diversi personaggi e armi e un comparto tecnico di tutto rispetto. Ancora più orientato verso il gioco di ruolo è Cadash, titolo d'azione che offre una buona possibilità di interazione con altri personaggi. Per non parlare di Nastar Warrior, seguito del celebre Rastan.
Arcade quali Violence Fight ed Elevator Action Returns, più in generale, testimoniano l'affermazione di contenuti espliciti in seguito alla liberalizzazione dei costumi sociali degli ultimi anni.

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Altra immagine trasposta sovente nei videogames è quella del protagonista tenero e rotondetto, alle prese con mille platform e action. Come i draghetti di Bubble Bobble, intenti a sconfiggere i nemici con le loro bolle, qui presenti in Bubble Symphony, altro capitolo della saga. Ottimo Kiki Kaikai, che vanta una grande caratterizzazione riguardante il soprannaturale nella tradizione giapponese, visto con una punta di ironia. Anche i puzzle game, in quanto rivolti più di altre tipologie di gioco alla totalità del pubblico, si prestano ad una rappresentazione dai toni leggeri e sbarazzini. Ritroviamo così i draghetti in Puzzle Bobble 2, nel quale bisogna eliminare le palline dallo schermo abbinandole con altre dello stesso colore, lanciate dal giocatore: una ricetta che cattura e dà luogo ad appassionanti sfide in multiplayer.

Il tema della fantascienza, affermatosi come vero fenomeno di massa nel secolo scorso, ha trovato negli arcade un fervido campo di applicazione. Un discorso a parte merita Space Invaders, uno dei titoli più famosi della storia, fra i pochi conosciuti anche da chi non ha mai avuto a che fare coi videogames. La collezione ne comprende ben tre versioni, a testimoniare l'incredibile consenso planetario ottenuto.
Ma anche in seguito alieni e astronavi non hanno cessato di affollare gli schermi. Sfogo naturale del fantascientifico è stato lo shoot'em up a scorrimento, che vanta una nutrita rappresentanza nella raccolta. Punta di diamante è Darius Gaiden, datato 1994, che dista un abisso in termini di design e caratterizzazione rispetto ai primi esemplari di Taito Legends 2. Assieme ad un gameplay collaudato, grafica sontuosa in transizione fra 2D e 3D, colonna sonora eccezionale ed azzeccato parco di nemici (ispirati alla fauna ittica) rendono questo shooter un piccolo capolavoro. Merita una menzione anche Metal Black.
Passando al metodo di controllo, si constata che, sebbene i comandi dei vari arcade siano piuttosto semplici, inevitabilmente si perde qualcosa senza lo stick e i pulsantoni peculiari dei cabinati. Naturalmente tastiera ed eventuali joypad sono configurabili a piacimento; una nota di disappunto deriva però dal non poter prescindere dalla keyboard nella navigazione dei menu e nel simbolico inserimento dei coins. E' supportata per ogni gioco la modalità a due players.

In definitiva, Taito Legends 2 è una ricca raccolta rivolta al retrogamer, i cui elementi non sono tutti capolavori, ma racchiude alcuni dei più significativi frammenti di ciò che è stata la cultura videoludica, vista dall'interno di una sala giochi.
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