Tak 3: La grande sfida Juju

di Andrea Casetti
Il mondo videoludico ci ha consegnato una marea di personaggi, più o meno eroici a seconda dell'occasione. Giusto per fare un paio di esempi, come non ricordare Raiden e Snake di Metal Gear Solid, i vari combattenti comparsi nei numerosi Resident Evil, in Mercenari e così via? La stragrande maggioranza delle volte abbiamo avuto a che fare con personaggi di cui conoscevamo solo i motivi per cui si sono trovati nella situazione descritta dal gioco, e poco più, mentre poche altre volte abbiamo avuto modo di conoscere appieno il loro carattere, il loro punto di vista, le loro aspettative ecc.

La classica eccezione riguarda il solito GTA che, con l'ultimo San Andreas, ha dato letteralmente vita al nostro CJ, fornendogli una vita privata, un modo di essere che dipende dall'evoluzione del gioco e dalle scelte del giocatore. Giusto per fare un paio di esempi, potevate darvi da fare in modo da fargli mettere su un po' di muscoli, renderlo affascinante agli occhi delle varie ragazze sparse per le città al fine di guadagnarsi un fidanzamento (o perché no, due contemporaneamente) e così via. In questo modo CJ ci è sembrato maggiormente una persona normale, facendoci entrare maggiormente in confidenza con lui, se non altro perché avevate l'occasione di gestirlo anche al di fuori delle imprese eroiche delle missioni che, prima o poi, avete dovuto affrontare.


Predestinato
Una cosa simile accade anche in questo Tak: The Great Juju Challenge, in quanto stavolta il nostro Tak, che finora avevamo guidato nella lotta contro il male (impersonato dal nemico Tlacloc), non sarà impegnato nella classica impresa eroica, bensì dovrà essere guidato in quella che è la classica competizione che si ripete di generazione in generazione, per accaparrarsi la protezione della dea Juju. Insomma, non si parla precisamente della sua vita privata, ma di una via di mezzo tra le solite imprese eroiche e la quotidiana monotonia.
Per inciso, va detto che anche questa competizione è lungi dal poter essere classificata come routine, in quanto il nostro eroe, accompagnato dal fedele Lok, dovrà affrontare sfide difficili quanto ambiziose, e il vero avversario non sarà il solito obiettivo minimo da centrare, bensì l'obbligo di fare meglio di tutti gli altri per accaparrarsi la sfida, e quindi portare alla propria tribù (la tribù dei Papanunu) il favore della dea che compare nel titolo del gioco.
La competizione è architettata in quattro mondi che spaziano dalla giungla alle caverne passando per le rovine del deserto, ciascuno dei quali composti da tre livelli. Alla fine di ciascun mondo sarete chiamati a sfidare la squadra che si è classificata in ultima posizione (ovviamente non potrete essere voi) in quello che prende il nome di Proving Grounds, per sancirne definitivamente l'eliminazione. In pratica è come se doveste percorrere un tragitto già definito a priori dal destino, in cui i vincenti della competizione dovrete essere voi.

Vario e umoristico
Per assicurarvi la vittoria avrete a disposizione le capacità magiche e l'abilità nel nuoto di Tak, senza dimenticare le caratteristiche da guerriero di Lok, che tra l'altro potrà anche portarsi in spalle il compagno di viaggio per eventualmente scagliarlo in cima a una rupe altrimenti inaccessibile. E come ogni gioco che si rispetti i nostri eroi avranno modo di incrementare le loro capacità di combattenti: Tak potrà fare uso di un costume da pollo con cui spiccare il volo e scagliare l'ultima frontiera delle uova transgeniche (una sorta di uova-granate, davvero devastanti per abbattere i nemici), mentre Lok riceverà in dono un'aragosta con cui potrà andare sott'acqua (bisogna ricordare che, al contrario del suo basso compagno di avventura, non può proprio entrare in acqua perché i pesci lo odiano).


Come intuibile, il gioco è pieno zeppo di umorismo, talvolta anche divertente, che traspare sia dai dialoghi (spesso e volentieri inverosimili) sia dalle azioni che devono essere svolte per proseguire nell'avventura. Giusto per fare un esempio, ad un certo punto Lok deve prendere in braccio un cucciolo di rinoceronte per farsi inseguire dal genitore attraverso una fitta vegetazione, al fine di crearvi un varco.
Da segnalare, inoltre, come i due guerrieri siano caratterizzati da una buona varietà di mosse, tra attacchi per combattimenti e abilità per districarsi nelle condizioni più impensabili, diversificando così notevolmente il gameplay.

Imperfetto
Ciò che tuttavia non riesce a convincere, invece, è l'AI del vostro compagno di avventura, il quale spesso e volentieri si intrappola da solo nel tentativo di seguirvi, imponendovi di fatto di premere l'apposito tasto per assumerne il comando (analogamente a quanto era possibile fare nell'ultimo Asterix & Obelix) e riportarlo sulla retta via. Non che sia un onere particolarmente grave, ma rappresenta certamente una perdita di tempo.
A proposito di tempo, va detto che le sfide che dovrete affrontare sono tutte caratterizzate dal classico countdown. Il problema, tuttavia, consiste nel fatto che, al fine di racimolare la quantità necessaria di punti per proseguire (ricordiamo che dovrete essere voi ad aggiudicarvi la vittoria finale) dovrete esplorare le ambientazioni alla ricerca di punti extra, con un rischio tutt'altro che remoto di incorrere nello scadere del tempo, a cui corrisponde una diminuzione esponenziale del punteggio ottenuto. Al fine di limitare i danni, quindi sarà necessario percorrere due volte ogni livello: una volta per capire dove andare e cosa fare, l'altra per fare tutto entro i limiti di tempo. Tutto ciò risulta essere frustrante, tanto da disincentivare chiunque a proseguire nel gioco.
Se a tutto ciò si aggiunge una grafica tutt'altro che eccelsa (aggravata da una fluidità non impeccabile), un comparto audio caratterizzato da musiche noiose e un sistema di gestione delle telecamere flessibile ma che di tanto in tanto si blocca dietro l'angolo, si capisce come questo Tak: the Great Juju Challenge sia incapace di stupire. Consigliato solo agli amanti del genere, magari particolarmente affezionati al già noto personaggio.

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