Tales of Symphonia Chronicles
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Pubblicato nel 2004 su Nintendo GameCube, Tales of Symphonia fu il primo capitolo della serie JRPG di Namco Bandai ad approdare su territorio Europeo e fu certamente un successo: si trattava infatti di uno dei capitoli meglio riusciti fino ad allora, per alcuni il migliore in assoluto, dal punto di vista di intreccio di trama, gameplay e sfarzo tecnico - ovviamente commisurato alle tecnologie dell'epoca. La tenera e avventurosa storia di Lloyd e Colette incaricati dalla dea Martel di portare la Rigenerazione nel mondo conquistò - a pieno diritto - migliaia di fan.
Non furono pochi a festeggiare il lancio su Nintendo Wii, nel 2009, del seguito Dawn of a New World, ma purtroppo con questo capitolo Namco Bandai non bissò il successo. L'evoluzione tecnica c'era stata sicuramente, ma la storia e l'intreccio forse risultarono un po' “indigesti” ad un pubblico forse all'epoca troppo giovanile. La storia del timido e impacciato Emil e della effervescente Marta al servizio del “Signore dei Mostri” Ratatosk, accompagnati dallo spirito Tenebrae, si ambientava infatti un mondo in cui gli eventi del primo gioco avevano portato a inaspettati cambiamenti drammatici. Da un lato i neofiti dovevano digerire un mondo complesso e poco conosciuto, dall'altro i vecchi fan ritrovavano un mondo rivoluzionato, e lo stesso Lloyd posto in una luce tetra.
I due giochi tornano quest'oggi sul mercato rimasterizzati nella grafica in HD per PlayStation 3, console dove recentemente Namco Bandai ha scelto, con notevole successo, di ambientare i capitoli più recenti della saga. Potete mettere le mani sulla collection intera sia in formato ottico sia in formato digitale: in questo secondo caso potete anche decidere di acquistare i titoli singolarmente. In entrambi i casi, come spesso succede, i due titoli saranno comunque indipendenti, ciascuno con i propri salvataggi e i propri trofei.
Cominciando da Tales of Symphonia, possiamo dire che l'avventura di Lloyd e Colette ha mantenuto intatta la sua verve. Certo, alcune scelte “normali” per l'epoca fanno un po' sorridere ai giorni d'oggi: le fasi iniziali della trama, per esempio, che vedono i protagonisti come compagni di scuola in un paesino semi-sperduto nonostante lei sia notoriamente l'Eletta della Rigenerazione é sintomo di quanto il titolo fosse inizialmente rivolto ad un pubblico molto giovane. Anche la grafica, realizzata con modelli al limite del super-deformed e dall'aspetto comunque molto infantile, ammicca a quella tipologia di pubblico.
A monte di queste considerazioni, però, il gioco si mantiene stabile e piacevole sotto il profilo ben più importante del gameplay: il sistema di controllo, semplice e dettagliabile, rende le battaglie divertenti e frenetiche, il mondo liberamente esplorabile secondo una concezione “16 bit” offre numerose digressioni, i dialoghi allegri - tra cui gli Sketch - e totalmente tradotti in Italiano ci tengono compagnia. I minigiochi fanno il resto e la trama matura col tempo.
Anche Dawn of the New World si conferma come nella sua veste originale: il gioco é gradevole, e il divario grafico é sensibile anche dopo il restyle, ma la trama un po' più legnosa, accompagnata da una struttura della mappa che propone locazioni collegate tra loro anziché libera esplorazione, le rendono all'impatto meno coinvolgente. Fortunatamente, non mancano le innovazioni nel gameplay come i patti coi mostri, ossia la possibilità di catturare dei nemici ed aggiungerli al party in pokémon-style.
pur vero che nel restyle grafico é proprio DoaNW a emergere vittorioso. L'incremento di risoluzione e il ritocco dei fondali infatti non riescono a nascondere la quantità oggigiorno esigua di poligoni nei modelli di ToS, mentre il sequel ha certamente qualcosa di più da offrire anche nell'ambito delle espressioni e delle animazioni. Per quanto riguarda il sonoro, niente da eccepire sulle musiche, ottime già in origine, e sui doppiaggi, qui proposti in doppia traccia (Inglese e Giapponese) per entrambi i titoli; tiratina d'orecchie invece per gli effetti sonori: i campionamenti a bassa qualità oramai stridono un po'...
Sotto il profilo del gameplay, i due giochi condividono di base la medesima impostazione, che poi é quella classica riproposta anche nei più recenti Tales Of: party di 4 personaggi, tutti controllabili manualmente a patto di avere sufficienti controller e sufficienti amici a cui affidarli, oppure gestibili dall'IA. In battaglia si può attaccare, parare, utilizzare le “Arts” e gli incantesimi che si acquisiscono col livello, oppure accedere al menù di pausa per cambiare le strategie o utilizzare gli item. In entrambi i giochi, un'apposita barra gestisce l'attacco “unisono” in cui i membri del gruppo collaborano in una serie di attacchi devastanti.
Come accennato, é possibile acquistare i due titoli separatamente; se é la prima volta che vi accostate a questi capitoli, il consiglio é quello di cominciare da ToS: nonostante sia graficamente “invecchiato peggio”, infatti, il primo capitolo é in linea di massima più piacevole, ed inoltre funge da ottima introduzione al secondo. Le cose sono ben differenti se aveste già giocato e concluso ToS: in quel caso, a meno di un effetto “nostalgia”, questa é l'occasione buona per recuperare il sequel in una veste più smagliante.
Ma in entrambi i casi é indubbio che l'opera raggiunga un valore aggiunto solo mettendo le mani su entrambi i capitoli e poi giocandoli in rapida successione. bene chiarire che le critiche espresse sul comparto grafico di ToS o sull'impatto meno smagliante di DoaNW non vogliono affatto sminuire la qualità di entrambi i giochi: non é un caso se la serie é ricordata come una delle più gradite e se adesso é disponibile in HD.
Non furono pochi a festeggiare il lancio su Nintendo Wii, nel 2009, del seguito Dawn of a New World, ma purtroppo con questo capitolo Namco Bandai non bissò il successo. L'evoluzione tecnica c'era stata sicuramente, ma la storia e l'intreccio forse risultarono un po' “indigesti” ad un pubblico forse all'epoca troppo giovanile. La storia del timido e impacciato Emil e della effervescente Marta al servizio del “Signore dei Mostri” Ratatosk, accompagnati dallo spirito Tenebrae, si ambientava infatti un mondo in cui gli eventi del primo gioco avevano portato a inaspettati cambiamenti drammatici. Da un lato i neofiti dovevano digerire un mondo complesso e poco conosciuto, dall'altro i vecchi fan ritrovavano un mondo rivoluzionato, e lo stesso Lloyd posto in una luce tetra.
I due giochi tornano quest'oggi sul mercato rimasterizzati nella grafica in HD per PlayStation 3, console dove recentemente Namco Bandai ha scelto, con notevole successo, di ambientare i capitoli più recenti della saga. Potete mettere le mani sulla collection intera sia in formato ottico sia in formato digitale: in questo secondo caso potete anche decidere di acquistare i titoli singolarmente. In entrambi i casi, come spesso succede, i due titoli saranno comunque indipendenti, ciascuno con i propri salvataggi e i propri trofei.
Cominciando da Tales of Symphonia, possiamo dire che l'avventura di Lloyd e Colette ha mantenuto intatta la sua verve. Certo, alcune scelte “normali” per l'epoca fanno un po' sorridere ai giorni d'oggi: le fasi iniziali della trama, per esempio, che vedono i protagonisti come compagni di scuola in un paesino semi-sperduto nonostante lei sia notoriamente l'Eletta della Rigenerazione é sintomo di quanto il titolo fosse inizialmente rivolto ad un pubblico molto giovane. Anche la grafica, realizzata con modelli al limite del super-deformed e dall'aspetto comunque molto infantile, ammicca a quella tipologia di pubblico.
A monte di queste considerazioni, però, il gioco si mantiene stabile e piacevole sotto il profilo ben più importante del gameplay: il sistema di controllo, semplice e dettagliabile, rende le battaglie divertenti e frenetiche, il mondo liberamente esplorabile secondo una concezione “16 bit” offre numerose digressioni, i dialoghi allegri - tra cui gli Sketch - e totalmente tradotti in Italiano ci tengono compagnia. I minigiochi fanno il resto e la trama matura col tempo.
Anche Dawn of the New World si conferma come nella sua veste originale: il gioco é gradevole, e il divario grafico é sensibile anche dopo il restyle, ma la trama un po' più legnosa, accompagnata da una struttura della mappa che propone locazioni collegate tra loro anziché libera esplorazione, le rendono all'impatto meno coinvolgente. Fortunatamente, non mancano le innovazioni nel gameplay come i patti coi mostri, ossia la possibilità di catturare dei nemici ed aggiungerli al party in pokémon-style.
pur vero che nel restyle grafico é proprio DoaNW a emergere vittorioso. L'incremento di risoluzione e il ritocco dei fondali infatti non riescono a nascondere la quantità oggigiorno esigua di poligoni nei modelli di ToS, mentre il sequel ha certamente qualcosa di più da offrire anche nell'ambito delle espressioni e delle animazioni. Per quanto riguarda il sonoro, niente da eccepire sulle musiche, ottime già in origine, e sui doppiaggi, qui proposti in doppia traccia (Inglese e Giapponese) per entrambi i titoli; tiratina d'orecchie invece per gli effetti sonori: i campionamenti a bassa qualità oramai stridono un po'...
Sotto il profilo del gameplay, i due giochi condividono di base la medesima impostazione, che poi é quella classica riproposta anche nei più recenti Tales Of: party di 4 personaggi, tutti controllabili manualmente a patto di avere sufficienti controller e sufficienti amici a cui affidarli, oppure gestibili dall'IA. In battaglia si può attaccare, parare, utilizzare le “Arts” e gli incantesimi che si acquisiscono col livello, oppure accedere al menù di pausa per cambiare le strategie o utilizzare gli item. In entrambi i giochi, un'apposita barra gestisce l'attacco “unisono” in cui i membri del gruppo collaborano in una serie di attacchi devastanti.
Come accennato, é possibile acquistare i due titoli separatamente; se é la prima volta che vi accostate a questi capitoli, il consiglio é quello di cominciare da ToS: nonostante sia graficamente “invecchiato peggio”, infatti, il primo capitolo é in linea di massima più piacevole, ed inoltre funge da ottima introduzione al secondo. Le cose sono ben differenti se aveste già giocato e concluso ToS: in quel caso, a meno di un effetto “nostalgia”, questa é l'occasione buona per recuperare il sequel in una veste più smagliante.
Ma in entrambi i casi é indubbio che l'opera raggiunga un valore aggiunto solo mettendo le mani su entrambi i capitoli e poi giocandoli in rapida successione. bene chiarire che le critiche espresse sul comparto grafico di ToS o sull'impatto meno smagliante di DoaNW non vogliono affatto sminuire la qualità di entrambi i giochi: non é un caso se la serie é ricordata come una delle più gradite e se adesso é disponibile in HD.