Tearaway
di
Massimiliano Pacchiano
Dopo averci stupito con mondi fatti di stoffa, legno, cartone ed altri oggetti di uso comune in Little Big Planet (e relativi sequel), Media Molecule torna su PsVita con un nuovo universo costruito interamente con la carta, uno stupefacente microcosmo virtuale fatto di origami viventi. Fiori che sbocciano dispiegandosi al nostro passaggio, fili d'erba finemente ritagliati, strutture pieghevoli in cellulosa o vispe creature figlie di forbici e fantasia ci accompagneranno lungo questa bizzarra avventura. Ma Tearaway é anche e soprattutto l'espressione di una creatività fuori dal comune, che dà vita ad un'opera meta-mediatica decisamente più audace del solito: non solo viene rotta la famosa “quarta parete”, con personaggi che si rivolgono allo spettatore, ma stavolta é anche il giocatore stesso che interagisce ed entra prepotentemente nel mondo virtuale allestito per lui.
L'idea é assolutamente geniale e trasforma in un'esperienza unica quello che ad una prima, distratta occhiata potrebbe sembrare un semplice platform per i più piccoli. La storia narra di un piccolo messaggero, Iota (oppure Atoi nel caso si scelga un personaggio femminile), che deve consegnare un'importante lettera ad un essere che vive all'interno del sole. La cosa particolare però é che Iota stesso rappresenta la lettera (la sua testa é in realtà una busta affrancata!) ma non solo: la creatura nel sole non é altro che il giocatore stesso, il quale osserva il piccolo mondo di carta dall'alto tramite la sua PsVita, console che diventa a tutti gli effetti una finestra su questo piccolo universo alternativo.
Il gioco utilizza a fondo tutte le caratteristiche di PsVita per creare quest'illusione: in alcuni frangenti la telecamera esterna ci mostra l'ambiente reale al di sotto di quello di carta, mentre quella interna inquadra il nostro volto per proiettarlo all'interno del sole, luogo da dove noi “sbirciamo” tutte le mosse di Iota. Ma anche i controlli alternativi hanno il loro peso: lo schermo capacitivo ci permette di spostare o attivare determinati oggetti; il touch posteriore invece ci consente di battere su tamburelli che fanno saltare più in alto il nostro protagonista o addirittura di sfondare con le dita delle sottili superfici di carta in modo da eliminare avversari o attivare meccanismi con le nostre stesse mani. In sostanza nel gioco interpretiamo il doppio ruolo del protagonista Iota e di noi stessi, che gli diamo una mano dall'esterno come una sorta di Deus ex machina.
Ad ostacolare la nostra avventura ci saranno le terribili Cartacce, esserini diabolici che attaccheranno Iota e che sarà possibile eliminare in vari modi, non ultimo quello di lanciargli oggetti o stordirli e utilizzarli come arma contro i loro simili. Inizialmente il gioco appare molto elementare e semplice, ma avanzando il nostro piccolo messaggero acquisirà diversi poteri come quelli di saltare, di rotolare o di utilizzare un certo oggetto (che non sveliamo) il quale ha una funzione molto utile e divertente per attivare meccanismi e uccidere nemici. L'utilizzo di questa singolare “arma” aumenta esponenzialmente il fattore giocabilità, già alto di per sé. Nel contempo, le altre funzioni e gli utilizzi touch diventeranno sempre più vari e complessi man mano che si avanza nell'avventura. Per il resto ci troviamo davanti ad un canonico platform 3D a metà strada tra Mario64 e Crash Bandicoot, con ampie aree e piccoli bivi alternati a sezioni più lineari ma nondimeno interessanti. Inoltre l'interazione del giocatore avviene anche nella personalizzazione di determinati personaggi: talvolta sarà possibile cambiare i connotati o creare accessori da applicare ai piccoli origami viventi, non ultimo il protagonista il cui aspetto é personalizzabile. Ciò può avvenire tramite un negozio che vende tali parti da applicare, ma ci consente anche di realizzare in prima persona queste parti, utilizzando un semplicissimo editor a base di fogli colorati, matita e forbici. Tale aspetto ci ha ricordato alla lontana il vecchio Drawn to Life, ma qui l'idea é implementata in maniera decisamente migliore, più efficace e più intuitiva.
Come ciliegina sulla torta, potrà capitare di incontrare degli oggetti o personaggi totalmente bianchi: in questo caso basterà fotografarli per renderli nuovamente “vivi” e sbloccare nel contempo degli schemi da stampare per poterli realizzare dal vivo: insomma dei modelli di carta da ritagliare, piegare e incollare che risultano estremamente fedeli a ciò che vediamo nel gioco. La macchina fotografica avrà anche altri utilizzi, non ultimo quello di superare alcune side-quest piuttosto varie che consentono di aprire speciali pacchetti blu. Lungo la nostra avventura raccoglieremo coriandoli (la valuta del gioco), cavalcheremo creature ed attiveremo semplici meccanismi, in un gameplay non impegnativo ma decisamente divertente, fantasioso ed appagante. Insomma, Tearaway non é per chi cerca la sfida ma per chi vuol vivere un piccolo grande sogno, fatto di carta.
La longevità é decisamente buona: pur non avendo contato le ore di gioco, siamo stati in grado di completare Tearaway solo dopo diverse sessioni di gioco piuttosto prolungate, e possiamo stimare una lunghezza di circa 8 ore. Il fattore rigiocabilità é presente grazie alla possibilità di scoprire segreti e di acquistare o creare nuovi elementi da applicare ai personaggi. E' presente persino un sistema di percentuali che ci dice qual é il grado di completamento di ciascun livello e che ci invoglia a raggiungere il 100% in tutti gli stage. Ad ogni modo la struttura semplice ed inframmezzata da attività predeterminate può alla lunga risultare ridondante nella ripetizione dei livelli.
Dal punto di vista tecnico, Teraway sfoggia una grafica dallo stile naif ma anche piuttosto ricercata nelle forme e nel design. Il polycout é piuttosto alto e l'ottima risoluzione é accompagnata da un buon anti-alias; la fluidità dell'aggiornamento non ha incertezze ed é stato impiegato un particolare stile nelle animazioni che richiama quello dello stop-motion, con movimenti volutamente non interpolati in modo da dare l'illusione di trovarsi davanti a dei veri origami viventi. Una cosa simile l'avevamo già vista in 3D Dot Game Heroes ed in alcuni giochi ispirati alla claymation come Wallace & Gromit o, andando più indietro, Celebrity Deathmatch. L'ottimo risultato é accompagnato da buone musiche e da un ottimo doppiaggio del narratore. L'adattamento dei testi é ben fatto, ma talvolta si rischia l'incomprensione perché il giocatore viene chiamato “Tu” in modo da favorire diversi giochi di parole in inglese che però non funzionano in italiano (esempio “YOU can do that” non rende il doppiosenso quando viene tradotto con “TU può farlo”, ed anzi sembra un errore).
L'idea é assolutamente geniale e trasforma in un'esperienza unica quello che ad una prima, distratta occhiata potrebbe sembrare un semplice platform per i più piccoli. La storia narra di un piccolo messaggero, Iota (oppure Atoi nel caso si scelga un personaggio femminile), che deve consegnare un'importante lettera ad un essere che vive all'interno del sole. La cosa particolare però é che Iota stesso rappresenta la lettera (la sua testa é in realtà una busta affrancata!) ma non solo: la creatura nel sole non é altro che il giocatore stesso, il quale osserva il piccolo mondo di carta dall'alto tramite la sua PsVita, console che diventa a tutti gli effetti una finestra su questo piccolo universo alternativo.
Il gioco utilizza a fondo tutte le caratteristiche di PsVita per creare quest'illusione: in alcuni frangenti la telecamera esterna ci mostra l'ambiente reale al di sotto di quello di carta, mentre quella interna inquadra il nostro volto per proiettarlo all'interno del sole, luogo da dove noi “sbirciamo” tutte le mosse di Iota. Ma anche i controlli alternativi hanno il loro peso: lo schermo capacitivo ci permette di spostare o attivare determinati oggetti; il touch posteriore invece ci consente di battere su tamburelli che fanno saltare più in alto il nostro protagonista o addirittura di sfondare con le dita delle sottili superfici di carta in modo da eliminare avversari o attivare meccanismi con le nostre stesse mani. In sostanza nel gioco interpretiamo il doppio ruolo del protagonista Iota e di noi stessi, che gli diamo una mano dall'esterno come una sorta di Deus ex machina.
Ad ostacolare la nostra avventura ci saranno le terribili Cartacce, esserini diabolici che attaccheranno Iota e che sarà possibile eliminare in vari modi, non ultimo quello di lanciargli oggetti o stordirli e utilizzarli come arma contro i loro simili. Inizialmente il gioco appare molto elementare e semplice, ma avanzando il nostro piccolo messaggero acquisirà diversi poteri come quelli di saltare, di rotolare o di utilizzare un certo oggetto (che non sveliamo) il quale ha una funzione molto utile e divertente per attivare meccanismi e uccidere nemici. L'utilizzo di questa singolare “arma” aumenta esponenzialmente il fattore giocabilità, già alto di per sé. Nel contempo, le altre funzioni e gli utilizzi touch diventeranno sempre più vari e complessi man mano che si avanza nell'avventura. Per il resto ci troviamo davanti ad un canonico platform 3D a metà strada tra Mario64 e Crash Bandicoot, con ampie aree e piccoli bivi alternati a sezioni più lineari ma nondimeno interessanti. Inoltre l'interazione del giocatore avviene anche nella personalizzazione di determinati personaggi: talvolta sarà possibile cambiare i connotati o creare accessori da applicare ai piccoli origami viventi, non ultimo il protagonista il cui aspetto é personalizzabile. Ciò può avvenire tramite un negozio che vende tali parti da applicare, ma ci consente anche di realizzare in prima persona queste parti, utilizzando un semplicissimo editor a base di fogli colorati, matita e forbici. Tale aspetto ci ha ricordato alla lontana il vecchio Drawn to Life, ma qui l'idea é implementata in maniera decisamente migliore, più efficace e più intuitiva.
Come ciliegina sulla torta, potrà capitare di incontrare degli oggetti o personaggi totalmente bianchi: in questo caso basterà fotografarli per renderli nuovamente “vivi” e sbloccare nel contempo degli schemi da stampare per poterli realizzare dal vivo: insomma dei modelli di carta da ritagliare, piegare e incollare che risultano estremamente fedeli a ciò che vediamo nel gioco. La macchina fotografica avrà anche altri utilizzi, non ultimo quello di superare alcune side-quest piuttosto varie che consentono di aprire speciali pacchetti blu. Lungo la nostra avventura raccoglieremo coriandoli (la valuta del gioco), cavalcheremo creature ed attiveremo semplici meccanismi, in un gameplay non impegnativo ma decisamente divertente, fantasioso ed appagante. Insomma, Tearaway non é per chi cerca la sfida ma per chi vuol vivere un piccolo grande sogno, fatto di carta.
La longevità é decisamente buona: pur non avendo contato le ore di gioco, siamo stati in grado di completare Tearaway solo dopo diverse sessioni di gioco piuttosto prolungate, e possiamo stimare una lunghezza di circa 8 ore. Il fattore rigiocabilità é presente grazie alla possibilità di scoprire segreti e di acquistare o creare nuovi elementi da applicare ai personaggi. E' presente persino un sistema di percentuali che ci dice qual é il grado di completamento di ciascun livello e che ci invoglia a raggiungere il 100% in tutti gli stage. Ad ogni modo la struttura semplice ed inframmezzata da attività predeterminate può alla lunga risultare ridondante nella ripetizione dei livelli.
Dal punto di vista tecnico, Teraway sfoggia una grafica dallo stile naif ma anche piuttosto ricercata nelle forme e nel design. Il polycout é piuttosto alto e l'ottima risoluzione é accompagnata da un buon anti-alias; la fluidità dell'aggiornamento non ha incertezze ed é stato impiegato un particolare stile nelle animazioni che richiama quello dello stop-motion, con movimenti volutamente non interpolati in modo da dare l'illusione di trovarsi davanti a dei veri origami viventi. Una cosa simile l'avevamo già vista in 3D Dot Game Heroes ed in alcuni giochi ispirati alla claymation come Wallace & Gromit o, andando più indietro, Celebrity Deathmatch. L'ottimo risultato é accompagnato da buone musiche e da un ottimo doppiaggio del narratore. L'adattamento dei testi é ben fatto, ma talvolta si rischia l'incomprensione perché il giocatore viene chiamato “Tu” in modo da favorire diversi giochi di parole in inglese che però non funzionano in italiano (esempio “YOU can do that” non rende il doppiosenso quando viene tradotto con “TU può farlo”, ed anzi sembra un errore).
Tearaway
9
Voto
Redazione
Tearaway
Tearaway é uno splendido esempio di cosa si può fare unendo fantasia e tecnologia. L'utilizzo di tutte le caratteristiche hardware di PsVita é sorprendente, non solo per la varietà e la genialità degli enigmi proposti ma anche per come si venga a creare un filo conduttore tra il reale ed il virtuale. Per la prima volta il giocatore ricopre il doppio ruolo del suo avatar digitale e di sé stesso, intento ad alterare questo fantastico mondo di carta per spianare la strada che separa queste due entità. Insomma, un nuovo concetto che ci mette sia nei panni dell'attore protagonista che del Deus ex machina della situazione. Il risultato é assolutamente pregevole, in grado di stupire ed affascinare tanto i giovanissimi quanto gli adulti ancora in grado di farsi trasportare dalla fantasia.