Teenage Mutant Ninja Turtles

di Tommaso Alisonno
Mentre su New York si accendono i lampioni, alcune ombre cominciano a muoversi furtivamente per vicoli e tetti: sono i terribili ninja del Foot Clan, intenti a eseguire gli spregevoli compiti ordinati dal loro Maestro Shredder. Ma niente paura! Altri quattro giovani Ninja emergono dalle fogne pronti a tutto pur di ostacolare le malvagie mire del Foot Clan. Non sono umani (come, d'altronde, quel gran topo del loro Maestro Splinter), ma insieme ai loro amici umani April o'Neil e Casey Johns combattono per il bene dell'umanità: sono tartarughe, e i loro nomi sono (in ordine alfabetico) Donatello, Leonardo, Michelangelo e Raffaello.


Tutto ciò tanto per introdurci elegantemente nella descrizione del nuovo videogioco che la Konami ha realizzato sulle arcinote Teenage Mutant Ninja Turtles. Com'è lecito aspettarsi, si tratta del classico picchiaduro a scorrimento in cui, impersonando uno (o due, se giocate con un amico) dei quattro fratelli col guscio vi troverete impegnati a superare una serie di livelli in cui avrete modo di menare abbondantemente le mani contro i ninja cattivi. Niente parametri complessi, niente complicate combo da studiare a tavolino, niente storie a bivi con molteplici finali: solo una sana e piacevole scazzottata a scorrimento fino agli scontri con gli onnipresenti boss di fine livello prima e quel gran fig...uro losco che è Shredder poi.
Il sistema di controllo riprende parimenti lo schema classico della maggior parte dei picchiaduro a scorrimento, con il direzionale (croce o analogico che sia) sinistro dedicato al movimento e i vari tasti utilizzati per il salto, che può essere "doppio" (ossia prolungabile a mezz'aria) e i vari tipi di attacco. Tra questi segnaliamo il colpo leggero, eseguibile in sequenza, il colpo forte, utilizzabile dopo una serie di leggeri per realizzare delle semplici combo, l'attacco "sollevante", non molto doloroso ma che manda rapidamente al tappeto l'avversario, ed il lancio degli Shuriken, unica arma a distanza, tra l'altro estremamente limitata. Con il tasto per lo "spostamento ninja", che permette di schivare rapidamente gli attacchi, abbiamo rapidamente finito la trattazione dei comandi. Una cosa che si sente mancare nel set di comandi è la parata: in molte situazioni, specie quando si è circondati da nemici che concatenano attacchi leggeri provocando molto danno ma senza sbatterci a terra e senza darci la possibilità di agire in nessun modo si sente feroce il bisogno di "bloccare" i loro attacchi. Lo "spostamento ninja" può supplire un po' a questa mancanza fungendo da schivata, ma questo è un particolare che dovrete imparare a padroneggiare con un po' più di esperienza, e comunque studiato perlopiù per affrontare i Boss. Nessun altro consiglio, pertanto, se non quello di non farsi circondare (saggezza popolare docet).


Tecnicamente parlando, il gioco si attesta su livelli discreti. Cominciando dalla grafica di gioco, il cell shading è stato implementato piuttosto bene, ed anche se i modelli non sono particolarmente ricchi di particolari c'è da dire che in effetti anche nei fumetti originari e persino nei cartoni animati il tratto era piuttosto semplice; a riprova del fatto che gli sviluppatori non hanno poltrito notiamo che i nemici sono abbastanza dettagliati, anche se ovviamente rimangono nei limiti dello stile adottato, che le animazioni sono piuttosto buono e che non si sono mai verificati evidenti problemi grafici quali Bad Clipping, glitch o altre amenità simili. Commento altrettanto favorevole per i filmati, che sono realizzati come veri e propri cartoni animati, rispettando in pieno lo stile anni '80 e oltretutto riprendendo certi elementi del fumetto (come ad esempio gli occhi bianchi senza pupilla) che nel cartone televisivo furono "ammorbiditi" per renderli più "kid-oriented".
Molto buono anche il sonoro: le musiche sono tutte incalzanti e adatte alle varie fasi di gioco, oltre che parzialmente ispirate al tema originale americano (che costituisce il sottofondo del filmato iniziale). Ottimi i doppiaggi, tutti rigorosamente in lingua originale, e perfettamente accompagnati da traduzioni ben curate, anche se talvolta le frasette di combattimento dei tartarugoni si fanno un po' troppo ripetitive.


D'altronde la ripetitività è il punto debole del gioco: i nemici non hanno poi una grande varietà, e si dividono fondamentalmente in bulli di strada, ninja del Foot Clan, robot (solo in una missione) e mostri mutati (solo in una missione), più gli onnipresenti Mouser, ossia i robottini a forma di topo. Pertanto, andando avanti nel gioco tutto quello che può cambiare è in effetti la grafica del livello, mentre i nemici si limitano ad arrivarci contro (comparendo tra l'altro dal nulla) sempre più numerosi ma sempre più o meno uguali, con poche variazioni qua e là. Ecco pertanto che una giocabilità immediata e trascinante all'inizio si trasforma in un'esperienza ripetitiva, anche se in effetti la curva di difficoltà è ben calibrata, cosicché nelle missioni più avanzate vi troverete a dover utilizzare diversi crediti per arrivare al termine. Il fatto, comunque, che i crediti vengano ripristinati all'inizio di ogni missione, le situazioni tra l'altro in cui è possibile salvare i progressi, fa sì che non dobbiate iniziare da capo tutto il gioco a causa di un singolo passaggio o boss più complicato del resto (come succedeva, invece, all'epoca dei 16 bit).

Per il resto ben poche novità alla luce del sole: i Turtles hanno indubbiamente una veste grafica rinnovata, grazie all'ausilio di ambienti 3D e della grafica in Cell Shading, ma fondamentalmente il gioco è sempre lo stesso: si va avanti a smazzulare nemici. Certo: avete da provare quattro personaggi con caratteristiche e combo abbastanza differenti, così come avete a disposizione tre livelli di difficoltà, ma fondamentalmente la longevità è data da quanto appassionati siete di questo genere di giochi, forse non più molto di moda. Le cose migliorano giocando con un amico, come sempre, anche per l'introduzione di una modalità "sfida" che pur non potendo paragonarsi ad un picchiaduro realizzato appositamente costituisce ugualmente un piacevole diversivo.
A chi consigliarlo dunque? Ai nostalgici, sicuramente. A coloro che leggevano i fumetti delle Turtles o seguivano i cartoni nei tardi anni '80, e che in quello stesso periodo giocavano a Double Dragon o Street of Rage. O TMNT, ovviamente, visto che i quattro simpatici tartarugoni, almeno quanto concerne il carisma, sembrano non essere invecchiati di una virgola. Niente fronzoli assurdi, quindi: un gioco vecchia maniera per chi li ha sempre amati.

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