Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan
di
Roberto Vicario
Era il lontano 1984 e sul mercato facevano capolino le Tartarughe Ninja, una serie ideata e disegnata dal duo Kevin Eastman e Peter Laird. Negli anni a seguire queste quattro tartarughe sono diventate una vera e propria icona pop tanto da ricevere, oltre al fumetto, una serie tv animata, dei film e ovviamente dei videogiochi.
Arriviamo così al 2016, anno in cui le TMNT, grazie anche al successo del film uscito pochi anni fa, sono tornate in auge. Activision non si é ovviamente fatta sfuggire l'occasione di “appoggiare” l'uscita del seguito cinematografico con l'arrivo sugli store di Ps4, Xbox One e PC di Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutants in Manhattan.
Il titolo porta avanti la collaborazione tra l'azienda americana e gli sviluppatori di Platinum Games, autori di titoli di spicco all'interno del panorama videoludico. Il successo di Transformers: Devastation é stato bissato? scopriamolo insieme.
Chiunque gravita intorno ai tren'anni ha sicuramente ben in mente l'appeal e la forza che le tartarughe ninja riuscivano a trasmettere quando si era bambini: anfibi che picchiano fortissimo, amano la pizza e fanno spesso battute fuori luogo. Vogliamo quindi essere estremamente onesti con voi che ci leggete, e dirvi subito che i ragazzi di Platinum non sono riusciti a rendere omaggio in maniera sufficiente a queste quattro icone, fallendo quasi su tutta la linea.
Il titolo é un action in terza persona che ci permette - giocando nella modalità storia per singolo giocatore - di poter ruotare tutte le quattro tartarughe in modo da sfruttare le singole abilità di ognuna durante le tantissime scazzottate.
A differenza di altri prodotti di genere prodotti da Platinum - probabilmente anche per andare incontro ad un pubblico più trasversale - il gioco offre un sistema di combattimento estremamente piatto e poco profondo. Come spesso accade tutto si basa sulla combinazione di tasti tra attacchi leggeri e pesanti. A questi elementi base si aggiungono poi la parata, o meglio, la schivata e la possibilità di effettuare delle mosse speciali che vanno a far interagire le tartarughe tra di loro coprendo un'area di danno maggiore.
I quattro gusci scatenati sono sempre su schermo, controllati da un'intelligenza artificiale piuttosto attiva che li rende particolare efficaci contro i nemici. Questa scelta, purtroppo, si é rivelata estremamente infelice. Durante gli scontri é quasi impossibile riuscire a programmare con una discreta profondità degli attacchi o delle combo senza correre il rischio che la nostra preparazione venga interrotta dall'intromissione di uno dei nostri fratelli.
Tutto questo trasforma TMNT: Mutants in Manhattan in un button smashing piuttosto piatto e noioso, sopratutto per la frequenza con cui avvengono scontri estremamente simili tra loro. Tesi avvalorata anche dal tipico ranking (S, A, B ecc.) che viene assegnato alla fine di uno scontro, e che quasi sempre ci ha elargito S nonostante non avessimo fatto nulla di esaltante per meritarcele.
In una situazione già di per se poco idilliaca, a peggiorare ulteriormente la situazione, ci pensa anche una telecamera che troppo spesso sceglie inquadrature che rendono ancora più caotica e confusionaria la situazione sullo schermo; é ovviamente possibile andare a ritoccare manualmente l'inquadratura, ma nella concitazione del scontro é o una cosa che nessun giocatore vorrebbe mai fare.
A questi elementi si aggiunge un level design estremamente ripetitivo che ricicla, nel corso delle circa quattro ore che servono per portare a compimento la storia, delle location aperte piuttosto anonime e soprattutto con pochissimi dettagli a caratterizzale, rendendo il tutto ancora più noioso e ripetitivo, e abbattendo di conseguenza l'entusiasmo di chi sta giocando.
Queste sezioni aperte e ripetitive, dopo pochissimo tempo passato con il pad tra le mani, inizierete a vederle come un semplice collante tra una boss fight e l'altra, e in questo senso dobbiamo ammettere che degli spiragli di luce Platinum é riuscita a farceli vedere.
I nemici sono quelli che la maggior parte degli appassionati sicuramente già conosce. Si parte dai più iconici come Rocksteady e Bebop, passando per chicche come Wingnut, sino ad arrivare ai pezzi da novanta come Shredder. Pur non spiccando per originalità, dobbiamo ammettere che rispetto a tutto il resto, i combattimenti con i boss ci sono sembrati leggermente più dinamici e divertenti da giocare, e soprattutto in grado di dare un senso a tutti quegli elementi di contorno che sono stati inseriti dagli sviluppatori: consumabili (pizza e bibite), abilità speciali e talismani.
Attraverso un menù raggiungibile da una serie di tombini posizionati strategicamente all'interno delle diverse location, potremo andare a spendere punti esperienza per acquistare o potenziare abilità uniche per i nostri Ninja dotati di guscio. La varietà tra le varie tecniche dobbiamo ammettere che si percepisce, e la giusta commistione tra le differenti abilità, in particolare contro i boss, riesce a farsi sentire. Non dimentichiamoci poi dei talismani: abilità passive che si possono attivare comprando il relativo oggetto.
Come detto in apertura, il level design all'interno del quale sono ambientate le avventure dei nostri eroi, purtroppo, non spicca per originalità e qualità. Bisogna ammettere però che nel complesso il motore grafico riesce a regalarci un cel shading di una qualità più discreta, in particolare per i modelli dei personaggi. Trattandosi di un picchiaduro estremamente dinamico, ci spiace però notare la presenza di soli 30fps.
Sotto l'aspetto audio il lavoro ci é sembrato invece più che valido, con una serie di accorgimenti e sopratutto un doppiaggio, in grado di rendere tutto il contesto più convincete. Vi segnaliamo inoltre la possibilità di giocare in modalità cooperativa fino a quattro online, cosa purtroppo impossibile da fare offline.
Dovendo quindi tirare le somme, TMNT: Mutants in Manhattan non é assolutamente il titolo che ci aspettavano da gente esperta come Platinum. La qualità media é piuttosto bassa, e il rischio di annoiarsi dopo pochissimi minuti di gioco é davvero alta. Un vero peccato.
Arriviamo così al 2016, anno in cui le TMNT, grazie anche al successo del film uscito pochi anni fa, sono tornate in auge. Activision non si é ovviamente fatta sfuggire l'occasione di “appoggiare” l'uscita del seguito cinematografico con l'arrivo sugli store di Ps4, Xbox One e PC di Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutants in Manhattan.
Il titolo porta avanti la collaborazione tra l'azienda americana e gli sviluppatori di Platinum Games, autori di titoli di spicco all'interno del panorama videoludico. Il successo di Transformers: Devastation é stato bissato? scopriamolo insieme.
Gusci che pestano forte!
Chiunque gravita intorno ai tren'anni ha sicuramente ben in mente l'appeal e la forza che le tartarughe ninja riuscivano a trasmettere quando si era bambini: anfibi che picchiano fortissimo, amano la pizza e fanno spesso battute fuori luogo. Vogliamo quindi essere estremamente onesti con voi che ci leggete, e dirvi subito che i ragazzi di Platinum non sono riusciti a rendere omaggio in maniera sufficiente a queste quattro icone, fallendo quasi su tutta la linea.
Il titolo é un action in terza persona che ci permette - giocando nella modalità storia per singolo giocatore - di poter ruotare tutte le quattro tartarughe in modo da sfruttare le singole abilità di ognuna durante le tantissime scazzottate.
A differenza di altri prodotti di genere prodotti da Platinum - probabilmente anche per andare incontro ad un pubblico più trasversale - il gioco offre un sistema di combattimento estremamente piatto e poco profondo. Come spesso accade tutto si basa sulla combinazione di tasti tra attacchi leggeri e pesanti. A questi elementi base si aggiungono poi la parata, o meglio, la schivata e la possibilità di effettuare delle mosse speciali che vanno a far interagire le tartarughe tra di loro coprendo un'area di danno maggiore.
I quattro gusci scatenati sono sempre su schermo, controllati da un'intelligenza artificiale piuttosto attiva che li rende particolare efficaci contro i nemici. Questa scelta, purtroppo, si é rivelata estremamente infelice. Durante gli scontri é quasi impossibile riuscire a programmare con una discreta profondità degli attacchi o delle combo senza correre il rischio che la nostra preparazione venga interrotta dall'intromissione di uno dei nostri fratelli.
Tutto questo trasforma TMNT: Mutants in Manhattan in un button smashing piuttosto piatto e noioso, sopratutto per la frequenza con cui avvengono scontri estremamente simili tra loro. Tesi avvalorata anche dal tipico ranking (S, A, B ecc.) che viene assegnato alla fine di uno scontro, e che quasi sempre ci ha elargito S nonostante non avessimo fatto nulla di esaltante per meritarcele.
In una situazione già di per se poco idilliaca, a peggiorare ulteriormente la situazione, ci pensa anche una telecamera che troppo spesso sceglie inquadrature che rendono ancora più caotica e confusionaria la situazione sullo schermo; é ovviamente possibile andare a ritoccare manualmente l'inquadratura, ma nella concitazione del scontro é o una cosa che nessun giocatore vorrebbe mai fare.
A questi elementi si aggiunge un level design estremamente ripetitivo che ricicla, nel corso delle circa quattro ore che servono per portare a compimento la storia, delle location aperte piuttosto anonime e soprattutto con pochissimi dettagli a caratterizzale, rendendo il tutto ancora più noioso e ripetitivo, e abbattendo di conseguenza l'entusiasmo di chi sta giocando.
Queste sezioni aperte e ripetitive, dopo pochissimo tempo passato con il pad tra le mani, inizierete a vederle come un semplice collante tra una boss fight e l'altra, e in questo senso dobbiamo ammettere che degli spiragli di luce Platinum é riuscita a farceli vedere.
I nemici sono quelli che la maggior parte degli appassionati sicuramente già conosce. Si parte dai più iconici come Rocksteady e Bebop, passando per chicche come Wingnut, sino ad arrivare ai pezzi da novanta come Shredder. Pur non spiccando per originalità, dobbiamo ammettere che rispetto a tutto il resto, i combattimenti con i boss ci sono sembrati leggermente più dinamici e divertenti da giocare, e soprattutto in grado di dare un senso a tutti quegli elementi di contorno che sono stati inseriti dagli sviluppatori: consumabili (pizza e bibite), abilità speciali e talismani.
Attraverso un menù raggiungibile da una serie di tombini posizionati strategicamente all'interno delle diverse location, potremo andare a spendere punti esperienza per acquistare o potenziare abilità uniche per i nostri Ninja dotati di guscio. La varietà tra le varie tecniche dobbiamo ammettere che si percepisce, e la giusta commistione tra le differenti abilità, in particolare contro i boss, riesce a farsi sentire. Non dimentichiamoci poi dei talismani: abilità passive che si possono attivare comprando il relativo oggetto.
Come detto in apertura, il level design all'interno del quale sono ambientate le avventure dei nostri eroi, purtroppo, non spicca per originalità e qualità. Bisogna ammettere però che nel complesso il motore grafico riesce a regalarci un cel shading di una qualità più discreta, in particolare per i modelli dei personaggi. Trattandosi di un picchiaduro estremamente dinamico, ci spiace però notare la presenza di soli 30fps.
Sotto l'aspetto audio il lavoro ci é sembrato invece più che valido, con una serie di accorgimenti e sopratutto un doppiaggio, in grado di rendere tutto il contesto più convincete. Vi segnaliamo inoltre la possibilità di giocare in modalità cooperativa fino a quattro online, cosa purtroppo impossibile da fare offline.
Dovendo quindi tirare le somme, TMNT: Mutants in Manhattan non é assolutamente il titolo che ci aspettavano da gente esperta come Platinum. La qualità media é piuttosto bassa, e il rischio di annoiarsi dopo pochissimi minuti di gioco é davvero alta. Un vero peccato.
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan
4.5
Voto
Redazione
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan
Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutants in Manhattan non é sicuramente il gioco in grado di rendere il giusto omaggio ai personaggi creati da Eastman e Laird. Il gameplay piatto e ripetitivo, supportato da un level design e una durata non all'altezza delle aspettative, trasformano il gioco in un prodotto che non rientra assolutamente tra i must have usciti sino ad ora. Si poteva e si doveva fare molto di più.