Tekken 5

di Francesco Romagnoli
Il vero punto di forza di Tekken come al solito rimane sempre la sfida a due con un avversario in carne e ossa. Le tipiche due modalità prevedono lo scontro singolo, "Vs Battle", e lo scontro a squadre che variano da un numero di 4 a 8 per team, appunto la "Team Battle". E' qui che si scopre la vera essenza del gioco Namco e dove vengono svelate tutte le potenzialità di questo titolo, soprattutto in quanto a divertimento vero e proprio.
Infine, oltre alla modalità "Practice", che viene già descritta dal titolo stesso, l'ultima scelta possibile è una vera chicca per gli appassionati e non: l' "Arcade History". Praticamente non sono altro che tutti e tre i primi episodi della saga qui interamente riproposti e giocabili. Certo la qualità non è paragonabile a quella di quest'ultimo titolo, ma siamo sicuri che questo "bonus" saprà solleticare la nostalgia dei vecchi fan ed incuriosire e sollazzare anche chi a questa saga non aveva mai dedicato troppa attenzione.


Dopo aver fatto la spesa, eccoci alla cassa
A quanto pare questo Tekken 5 rinverdisce i fasti della serie che, da quando si era trasferita sulla nuova generazione di console, non aveva saputo replicare il successo dei primi titoli fino al pluri-osannato terzo episodio. Certo bisogna citare anche i difetti da cui questo videogame non è esente. Nel gioco in singolo infatti, nonostante gli sforzi profusi per aumentare la longevità, c'è ancora della strada da fare per incentivare adeguatamente l'utente: la concorrenza ha saputo fare di meglio. Per quanto riguarda ad esempio il percorso che vi vedrà protagonisti nel tentativo di arrivare a concludere lo story-mode principale, certe volte vi sembrerà di dover aspettare l'incontro giusto o la mossa giusta che, se replicata più volte, porta a sconfiggere un nemico che prima sembrava invincibile invece di elaborare una strategia di combattimento accurata e complessa, fatta di pratica e allenamento. Anche la cura per certi particolari poteva essere più raffinata, vedi ad esempio certi fondali.
Dal punto di vista tecnico il gioco fa faville, soprattutto graficamente, ma si nota come alcuni scenari siano maggiormente curati di altri, sia tramite particolari effetti di luce, che per un certo studio degli elementi su sfondo. I movimenti dei lottatori invece sono molto fluidi e ben disegnati e i caricamenti non sono mai lunghi o snervanti. L'ultima chicca di questo gioco è rappresentata dal mini-gioco introduttivo, anche questo già visto altre volte a programma appena avviato: si tratta di uno shooter in 3-d (famoso a suo tempo) che si chiama Starblade (è una produzione del 1991, quindi erano i primi tempi in cui veniva introdotta la grafica poligonale nei videogames). All'inizio è possibile giocarne solo il primo livello, mentre si attende il caricamento del gioco, ma sbloccando un segreto nella modalità Devil Within si potrà accedere alla versione integrale.

Il pugno di ferro
Con questo quinto capitolo (solo di nome, in realtà sarebbe il sesto, il terzo per Playstation2) la serie Tekken torna a rappresentare il top di gamma per quanto riguarda la categoria beat'em up. Le ottime qualità tecniche e le varie modalità aggiungono quel tanto che basta per dare una spolverata a quello che una volta era il miglior picchiaduro, almeno per Playstation.
Stabilire ora se si tratta del migliore in assoluto non si può, per farlo si dovrebbero analizzare i gusti del singolo videogiocatore. Qui l'accento è posto sulla i di Immediatezza e sulla d di Divertimento, e tanto basta per far riconquistare l'olimpo dei migliori beat'em-up in circolazione.

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