Terminator 3: Redemption
di
Paolo 'Mr. Ninty' Mulas
Tre, il numero perfetto.
Quella di Terminator è senza dubbio una delle saghe fantascientifiche più famose degli ultimi venti anni. Nato nel 1984, il primo episodio della serie, oltre a consacrare Arnold Schwarzenegger nell'olimpo di Hollywood (dopo gli ottimi Conan), ha segnato un solco con le precedenti produzioni per costi ed effetti speciali, generando un "fenomeno" simile a quanto avvenuto qualche tempo fa con Matrix, ed anche il secondo ed il terzo capitolo si sono dimostrati all'altezza, mantenendo alto il nome della saga. Come molti successi cinematografici, la serie non ha avuto certo la stessa fortuna in ambito videoludico, l'unico titolo degno di nota è stato il "crossover" Robocop Vs Terminator per Megadrive, mentre uno dei peggiori è stato certamente il recente Terminator 3: Rise of the machine, falcidiato da una realizzazione e da una progettazione di fondo veramente ai minimi termin.i È per questo che ha sorpreso la scelta di Atari, di uscire a soli dieci mesi da Rise of the Machine, con un nuovo titolo dedicato al terzo film di Terminator 3 stavolta sottotitolato profeticamente "the Redemption".
Già perché quella di Atari è stata una vera e propria redenzione. Anticipando il nostro giudizio finale, vi possiamo garantire che sono stati fatti degli enormi passi avanti su tutti i fronti rispetto al precedente e disastroso episodio. Seguendo l'ordine cronologico dei Film, The Redemption si installa perfettamente tra il secondo e terzo episodio della saga. Skynet invia il Terminator con le fattezze di Schwarzy, convinto che i sentimenti di Connor verso la figura di quest'ultimo (che gli aveva salvato la vita nel secondo film), avrebbero facilitato il compito del killer cibernetico. E così è, infatti. Il Terminator riesce a uccidere Connor. Ma la moglie di quest'ultimo, Kate Brewster, riesce a catturarlo e a farlo riprogrammare, per poi rimandarlo indietro nel tempo con il compito di proteggere se stessa e Jhon dall'assalto di un nuovo modello di Terminator, il T-X, che questa volta dovrà sterminare tutti i luogotenenti della futura resistenza. Oltre a seguire le vicende della pellicola, alla Paradigm, si sono presi qualche piccola libertà, approfondendo alcune tematiche della storia in modo da offrire qualcosa in più rispetto al film, incrementando allo stesso tempo la longevità del titolo.
Time to pay!
A prima vista Terminator 3, potrebbe apparire come uno semplice sparatutto in terza persona come tanti, invece il gioco offre al giocatore un mix di più generi (un po' come già visto in Everything or Nothing), unendo alle tradizionali meccaniche in stile "Max Payne" anche sezioni di guida e livelli "on rail". Le sezioni in terza persona sono certamente le più diffuse all'interno delle 14 missioni che serviranno per portare a termine il vostro compito. Controllare Arnold si rivela fin dalla prime battute semplice ed intuitivo, avremo sempre a nostra disposizione una fida mitragliatrice, e all'occorrenza potremo utilizzare anche due armi contemporaneamente o interagire con numerosi elementi dello scenario. Potremo per esempio sradicare dei cartelli stradali dal suolo ed utilizzarli per combattimenti ravvicinati o anche per scagliarli a distanza verso i terminator nemici. Per quel che riguarda i combattimenti corpo a corpo, il gioco si avvale anche di combo, piuttosto semplicistiche a dire il vero che daranno vita a diversi tipi di attacchi, non troppo vari ma abbastanza divertenti; bloccare un robot nemico e farlo fuori a testate ha sempre il suo fascino. Anche gli scontri con armi da fuoco sono abbastanza limitati e non richiedono certo un grande approccio strategico; per avere la meglio sulla cosiddetta "carne da macello" basterà sparare fino a farli saltare in aria, mentre per i nemici più coriacei è consigliabile intervallare al piombo qualche repentina fuga, possibilmente a bordo dei numerosi mezzi che troveremo sparsi per le varie aree.
Una volta saliti, avremo il completo controllo sia sul veicolo (tramite l'analogico di sinistra) e sia sulle armi, il cui fuoco potrà essere indirizzato tramite lo stick analogico destro. Le sezioni di guida risultano essere decisamente divertenti, e servono soprattutto a spezzare un ritmo di gioco altrimenti fin troppo monotono. A bordo dei mezzi in nostro possesso dovremo correre tra curve e rettilinei, facendo attenzione ai numerosi sbarramenti nemici, sparando in ogni direzione ed interagendo con i numerosi elementi dello scenario, nel tentativo di arrivare sani e salvi a destinazione. Pur lontani dal concetto di guida simulativa, tutti i veicoli si muovono comunque in maniera realistica, reagendo in maniera verosimile a frenate, derapate e incidenti. Le fasi "on rail" (letteralmente su un binario), sono certamente le più statiche, saremo sempre catapultati a bordo di un veicolo (tra cui anche degli stupendi elicotteri da guerra), ma non dovremo in alcun modo occuparci del controllo del mezzo, limitandoci solamente a sparare come forsennati verso tutto ciò che si muove sullo schermo.
La perfezione esiste, ma non è qua.
Fin qua sembra quasi di trovarsi di fronte ad un gioco perfetto, ma così non è; innanzitutto il titolo ha un livello di difficoltà decisamente troppo alto, gli obiettivi non sono ben chiari e nella maggior parte delle missioni sarà ben difficile non morire almeno un paio di volte prima di portarle a termine. Inoltre la mancanza di check point costringerà spesso a ripetere interi livelli anche se si era vicinissimi alla conclusione. Questo oltre a generare un po' di frustrazione porta il giocatore a "correre" verso la fine dello stage nella speranza di sopravvivere, lasciando poco spazio all'esplorazione già limitata da un'eccessiva linearità del titolo, che per rimanere fedele al plot narrativo del film si avvale spesso di sequenze precalcolate che si presentano in qualsiasi caso a prescindere dal nostro comportamento. Al di là di questi non marginali difetti, il titolo riesce comunque a divertire ed appassionare fin dall'inizio, sia per la varietà dell'azione e sia per la cura con cui il titolo è realizzato. Graficamente, per esempi,o è anni luce rispetto a Rise of the Machine: il mitico Arnold è ottimamente realizzato, dettagliato, ben animato (forse un po' troppo lento) ed inoltre il suo modello poligonale si modifica e si deforma, a seconda dei colpi ricevuti, con buchi che lo trapassano di parte a parte o che ne mostrano l'esoscheletro. La stessa cura è stata riservata anche agli altri personaggi, che pur non dotati di un'intelligenza artificiale molto elevata, si muovono e agiscono sempre in maniera piuttosto credibile. Di buona fattura anche le ambientazioni, ampie, ricche di elementi con cui interagire, e teatro di affollatissimi scontri, che la cpu riesce a gestire senza il minimo intoppo. La stessa dedizione è stata riservata anche al sonoro, che può vantare il doppiaggio della "voce" italiana di Schwarzenegger con tanto di frasi ad effetto, e delle stesse musiche già ascoltate nel film.
La longevità è assicurata dalle 14 (difficili missioni), inoltre a seconda del ranking raggiunto in ognuna di queste avremo modo di sbloccare numerosi filmati extra.
È presente anche una modalità multiplayer cooperativa, piuttosto semplice, che riesce perlomeno a divertire per qualche tempo.
In conclusione, the Redemption, benché non sia certo un capolavoro, è perlomeno un titolo discreto, che come l'esperienza insegna, è un impresa già di tutto rispetto per un gioco tratto da un film. Il titolo è vario, divertente, e ben curato tecnicamente; peccato per l'eccessiva difficoltà e la poco libertà concessa al giocatore, difetti che comunque non dovrebbero far desistere dall'acquisto (dato che il prezzo si aggira intorno ai 29 euro) perlomeno i fans di Schwarzy.
Quella di Terminator è senza dubbio una delle saghe fantascientifiche più famose degli ultimi venti anni. Nato nel 1984, il primo episodio della serie, oltre a consacrare Arnold Schwarzenegger nell'olimpo di Hollywood (dopo gli ottimi Conan), ha segnato un solco con le precedenti produzioni per costi ed effetti speciali, generando un "fenomeno" simile a quanto avvenuto qualche tempo fa con Matrix, ed anche il secondo ed il terzo capitolo si sono dimostrati all'altezza, mantenendo alto il nome della saga. Come molti successi cinematografici, la serie non ha avuto certo la stessa fortuna in ambito videoludico, l'unico titolo degno di nota è stato il "crossover" Robocop Vs Terminator per Megadrive, mentre uno dei peggiori è stato certamente il recente Terminator 3: Rise of the machine, falcidiato da una realizzazione e da una progettazione di fondo veramente ai minimi termin.i È per questo che ha sorpreso la scelta di Atari, di uscire a soli dieci mesi da Rise of the Machine, con un nuovo titolo dedicato al terzo film di Terminator 3 stavolta sottotitolato profeticamente "the Redemption".
Già perché quella di Atari è stata una vera e propria redenzione. Anticipando il nostro giudizio finale, vi possiamo garantire che sono stati fatti degli enormi passi avanti su tutti i fronti rispetto al precedente e disastroso episodio. Seguendo l'ordine cronologico dei Film, The Redemption si installa perfettamente tra il secondo e terzo episodio della saga. Skynet invia il Terminator con le fattezze di Schwarzy, convinto che i sentimenti di Connor verso la figura di quest'ultimo (che gli aveva salvato la vita nel secondo film), avrebbero facilitato il compito del killer cibernetico. E così è, infatti. Il Terminator riesce a uccidere Connor. Ma la moglie di quest'ultimo, Kate Brewster, riesce a catturarlo e a farlo riprogrammare, per poi rimandarlo indietro nel tempo con il compito di proteggere se stessa e Jhon dall'assalto di un nuovo modello di Terminator, il T-X, che questa volta dovrà sterminare tutti i luogotenenti della futura resistenza. Oltre a seguire le vicende della pellicola, alla Paradigm, si sono presi qualche piccola libertà, approfondendo alcune tematiche della storia in modo da offrire qualcosa in più rispetto al film, incrementando allo stesso tempo la longevità del titolo.
Time to pay!
A prima vista Terminator 3, potrebbe apparire come uno semplice sparatutto in terza persona come tanti, invece il gioco offre al giocatore un mix di più generi (un po' come già visto in Everything or Nothing), unendo alle tradizionali meccaniche in stile "Max Payne" anche sezioni di guida e livelli "on rail". Le sezioni in terza persona sono certamente le più diffuse all'interno delle 14 missioni che serviranno per portare a termine il vostro compito. Controllare Arnold si rivela fin dalla prime battute semplice ed intuitivo, avremo sempre a nostra disposizione una fida mitragliatrice, e all'occorrenza potremo utilizzare anche due armi contemporaneamente o interagire con numerosi elementi dello scenario. Potremo per esempio sradicare dei cartelli stradali dal suolo ed utilizzarli per combattimenti ravvicinati o anche per scagliarli a distanza verso i terminator nemici. Per quel che riguarda i combattimenti corpo a corpo, il gioco si avvale anche di combo, piuttosto semplicistiche a dire il vero che daranno vita a diversi tipi di attacchi, non troppo vari ma abbastanza divertenti; bloccare un robot nemico e farlo fuori a testate ha sempre il suo fascino. Anche gli scontri con armi da fuoco sono abbastanza limitati e non richiedono certo un grande approccio strategico; per avere la meglio sulla cosiddetta "carne da macello" basterà sparare fino a farli saltare in aria, mentre per i nemici più coriacei è consigliabile intervallare al piombo qualche repentina fuga, possibilmente a bordo dei numerosi mezzi che troveremo sparsi per le varie aree.
Una volta saliti, avremo il completo controllo sia sul veicolo (tramite l'analogico di sinistra) e sia sulle armi, il cui fuoco potrà essere indirizzato tramite lo stick analogico destro. Le sezioni di guida risultano essere decisamente divertenti, e servono soprattutto a spezzare un ritmo di gioco altrimenti fin troppo monotono. A bordo dei mezzi in nostro possesso dovremo correre tra curve e rettilinei, facendo attenzione ai numerosi sbarramenti nemici, sparando in ogni direzione ed interagendo con i numerosi elementi dello scenario, nel tentativo di arrivare sani e salvi a destinazione. Pur lontani dal concetto di guida simulativa, tutti i veicoli si muovono comunque in maniera realistica, reagendo in maniera verosimile a frenate, derapate e incidenti. Le fasi "on rail" (letteralmente su un binario), sono certamente le più statiche, saremo sempre catapultati a bordo di un veicolo (tra cui anche degli stupendi elicotteri da guerra), ma non dovremo in alcun modo occuparci del controllo del mezzo, limitandoci solamente a sparare come forsennati verso tutto ciò che si muove sullo schermo.
La perfezione esiste, ma non è qua.
Fin qua sembra quasi di trovarsi di fronte ad un gioco perfetto, ma così non è; innanzitutto il titolo ha un livello di difficoltà decisamente troppo alto, gli obiettivi non sono ben chiari e nella maggior parte delle missioni sarà ben difficile non morire almeno un paio di volte prima di portarle a termine. Inoltre la mancanza di check point costringerà spesso a ripetere interi livelli anche se si era vicinissimi alla conclusione. Questo oltre a generare un po' di frustrazione porta il giocatore a "correre" verso la fine dello stage nella speranza di sopravvivere, lasciando poco spazio all'esplorazione già limitata da un'eccessiva linearità del titolo, che per rimanere fedele al plot narrativo del film si avvale spesso di sequenze precalcolate che si presentano in qualsiasi caso a prescindere dal nostro comportamento. Al di là di questi non marginali difetti, il titolo riesce comunque a divertire ed appassionare fin dall'inizio, sia per la varietà dell'azione e sia per la cura con cui il titolo è realizzato. Graficamente, per esempi,o è anni luce rispetto a Rise of the Machine: il mitico Arnold è ottimamente realizzato, dettagliato, ben animato (forse un po' troppo lento) ed inoltre il suo modello poligonale si modifica e si deforma, a seconda dei colpi ricevuti, con buchi che lo trapassano di parte a parte o che ne mostrano l'esoscheletro. La stessa cura è stata riservata anche agli altri personaggi, che pur non dotati di un'intelligenza artificiale molto elevata, si muovono e agiscono sempre in maniera piuttosto credibile. Di buona fattura anche le ambientazioni, ampie, ricche di elementi con cui interagire, e teatro di affollatissimi scontri, che la cpu riesce a gestire senza il minimo intoppo. La stessa dedizione è stata riservata anche al sonoro, che può vantare il doppiaggio della "voce" italiana di Schwarzenegger con tanto di frasi ad effetto, e delle stesse musiche già ascoltate nel film.
La longevità è assicurata dalle 14 (difficili missioni), inoltre a seconda del ranking raggiunto in ognuna di queste avremo modo di sbloccare numerosi filmati extra.
È presente anche una modalità multiplayer cooperativa, piuttosto semplice, che riesce perlomeno a divertire per qualche tempo.
In conclusione, the Redemption, benché non sia certo un capolavoro, è perlomeno un titolo discreto, che come l'esperienza insegna, è un impresa già di tutto rispetto per un gioco tratto da un film. Il titolo è vario, divertente, e ben curato tecnicamente; peccato per l'eccessiva difficoltà e la poco libertà concessa al giocatore, difetti che comunque non dovrebbero far desistere dall'acquisto (dato che il prezzo si aggira intorno ai 29 euro) perlomeno i fans di Schwarzy.
Terminator 3: Redemption
7
Voto
Redazione
Terminator 3: Redemption
A soli dieci mesi dal pessimo "Rise of the machine", l'Atari ci riprova con un altro titolo dedicato a Terminator 3, the Redemption, dai risultati decisamente migliori. Il gioco, infatti, miscela ottimamente, sezioni da sparatutto in terza persona, di guida e "on rail", che assicurano al titolo grande varietà, coinvolgimento e divertimento, minato però dall'eccessiva difficoltà di alcune missioni. A completare il quadro, tutto sommato positivo, vi è la discreta realizzazione tecnica, curata in ogni suo aspetto, ed il prezzo cui verrà venduto il gioco, circa 29 euro.