Terra Nil, la recensione del puzzle ambientalista
Il puzzle che ci invita a salvare la Terra arriva su Switch
Per risanare il pianeta serve intelligenza
Si possono unire videogiochi e ecologia? Di titoli colmi di messaggi positivi ne abbiamo già visti, ma arriva su Nintendo Switch, dopo essere già uscito in primavera su PC, gioco che mette l'amore per l'ambiente al primo posto. Ecco quindi la recensione di Terra Nil, gioco sviluppato dal team Free Lives dove saremo incaricati di bonificare un pianeta Terra ormai devastato dall'inquinamento, al punto da essere totalmente inabitabile.
L'unico modo per poterci riappropriare del nostro pianeta è quello di rimboccarci le maniche e iniziare a lavorare a testa bassa, tenendo bene a mente di non commettere più gli errori del passato e rispettare tutto quello che riguarda la natura. Anche se da un primo sguardo potreste pensare di essere davanti a un city builder, dopo una prima partita capirete che siamo davanti a un gameplay ben differente, per quanto le impostazioni ricordino i vari gestionali in cui far prosperare la propria città. Con una visuale dall'alto, ogni missione ci vede spediti su una mappa più o meno grande (con interessanti sorprese nelle fasi avanzate del gioco) dove avremo a disposizione un numero limitato di risorse per mettere in campo alcune tecnologie futuristiche che permettono di rendere nuovamente viva e abitabile ogni singola casella di terreno.
Le prime missioni, utilizzate come tutorial, sono importantissime per capire il meccanismo e la funzionalità delle diverse strutture. Se, come abbiamo detto, l’impostazione della mappa e la presenza di risorse da allocare per costruire impianti e installazioni varie può far pensare a un city builder, dopo poco capiremo che in realtà siamo davanti a un vero e proprio puzzle game. Immaginate di avere a vostra disposizione tante caselle, di avere la necessità di farle diventare tutte di uno o due specifici colori e per farlo dovete utilizzare alcune combinazioni di oggetti che vanno ad agire sulle caselle stesse. Il risultato finale si può raggiungere con diverse combinazioni, l’importante è che alla fine tutto combaci con le richieste iniziali. Un piccolo esempio: una landa desolata deve diventare fertile, avere un buon numero di corsi d’acqua, foreste e essere ripopolata dalla fauna locale, per poi compiere una attenta opera di riciclaggio che vedrà distruggere ogni struttura tecnologica costruita per utilizzarne i materiali e costruire una astronave con cui ce ne andremo per lasciare l’ambiente incontaminato.
Per prima cosa, serve l’energia e potremo sfruttare le parti più solide del terreno per impiantare delle pale eoliche che daranno elettricità alle porzioni di zone che ci serviranno. A questo punto potremo costruire diversi strumenti di bonifica che uniti tra loro faranno tornare vegetazione e acqua. Se fino a qui tutto scorre semplice, inizieremo poi a capire che i nostri obiettivi richiederanno un'attenta opera di rimodulazione, dove dovremo per forza iniziare a distruggere la terraformazione (passatemi il termine) a cui abbiamo dato il via per poter inserire tutto il necessario. Serve acqua in una zona lontana dai bacini principali? Un cannone speciale creerà imponenti solchi nel terreno in cui far defluire fiumi e laghi, ma rovinerà le caselle circostanti. La vegetazione non è quella desiderata? Potremmo magari dare fuoco alla zona per sfruttare le capacità concimanti della cenere e avere nuove piante. Senza andare a anticiparvi ogni elemento di gioco, tutto si basa su queste meccaniche e dovrete capire come gestire costruzioni e ricostruzioni per far quadrare il tutto perché, ovviamente, ogni mossa andrà a toccare diversi valori e potrebbe minare l’equilibrio generale.
Su Terra Nil, tra tutti gli animali, nemmeno un mouse...
Come strumento di ripensamento abbiamo a nostra disposizione un tasto che ci permette di annullare l’ultima operazione eseguita, quindi non aspettatevi di poter attuare demolizioni di massa. Con il passare delle missioni prenderemo confidenza con tutte le possibilità a nostra disposizione e arriveremo al punto in cui avremo sottomano un set di opzioni sufficientemente elevato, per quanto non troppo esteso. Gli elementi da ripristinare nelle mappe sono interessanti e danno una discreta varietà al gioco, per quanto la rigiocabilità non sia particolarmente elevata e dovremo fare attenzione a fattori che ricalcano alla perfezione tutto quello che una gestione sostenibile di un territorio terrestre dovrebbe considerare tra flora, fauna, condizioni atmosferiche e altro ancora. Come già detto, una volta raggiunto l’obiettivo arriva una della parti che ho trovato più interessante, cioè gestire lo smaltimento di tutte le strutture costruite per riciclarne i materiali e creare l’astronave con cui levare le tende e non disturbare ulteriormente il pianeta.
Attraverso un sistema di droni e di piattaforme di riciclo che distruggono le costruzioni nel loro raggio (comprese se stesse) dovremo fare piazza pulita di ogni traccia del nostro lavoro, ma anche questo potrebbe significare dover mettere mano a quanto fatto in precedenza, perché magari i nostri droni potrebbero aver bisogno di percorsi liberi da intralci vari. Potenzialmente nulla rimane cristallizzato e tutto potrebbe cambiare in corso d’opera con le nostre necessità che potrebbero variare da un momento all'altro costringendoci a rielaborare i nostri piani. Tecnicamente Terra Nil non era un gioiello su PC e continua ad essere semplicemente sufficiente e funzionale alle necessità di gameplay su Switch, con una grafica colorata, ma povera di particolari, fattore che si nota principalmente quando si va a zoomare sulla mappa, soprattutto se si gioca su tv, mentre in modalità portatile tutto sembra essere maggiormente a proprio agio come spesso accade per le produzioni dove la risoluzione non è proprio al top. Le musiche e gli effetti sonori sono anch’essi sufficienti anche se non mi sono rimasti particolarmente impressi nella mente, mentre ho apprezzato molto la traduzione in italiano di tutti i testi, elemento che renderà Terra Nil accessibile anche ai non anglofoni.
Rispetto ad altri titoli ho invece trovato abbastanza traumatico il passaggio da mouse e tastiera al controller, dove la sensibilità degli stick analogici non mi è parsa ben calibrata, complice anche la scelta di legare quello destro al movimento del cursore e quello sinistro allo spostamento della visuale, gestibile però a “due velocità”: con l’uso completo della corsa dello stick potremo spostarci sulla mappa facendoci seguire dal cursore stesso, mentre muovendo appena l’analogico il cursore resterà fermo, ma sposteremo la nostra telecamera.
Si, mi rendo conto che la spiegazione risulta un po’ astrusa, ma vi assicuro che altrettanto poco intuitiva è la gestione del movimento e anche arrivato alla fine del gioco (10 ore circa) non avevo ancora capito a pieno la giusta forza da imprimere sullo stick sinistro per quel che mi serviva in quel dato momento. Snervante a dir poco. Per sua fortuna, Terra Nil riesce comunque ad avere un discreto appeal grazie al suo gameplay puzzle, sia che interessi o no il messaggio ecologico che veicola. Se siete sensibili alle sacrosante tematiche portate avanti dal team Free Lives troverete un buon passatempo con cui misurare la vostra intelligenza, mentre in caso contrario potreste comunque dare un'occasione ai puzzle di Terra Nil, grazie ai quali potreste scoprire quanto sarebbe idilliaco un pianeta Terra incontaminato