Test Drive Ferrari

di Andrea Ranaldo
I ragazzi di Slightly Mad Studios hanno però pensato a tutto, proponendo 3 diversi stili di guida: Principiante, Normale e Pro. Con la prima opzione disporremo di tutti gli aiuti elettronici del caso, e sarà la stessa CPU a frenare al momento opportuno, limitando l'esperienza al mero volante e acceleratore. Con Normale, invece, avremo pieno dominio della vettura, mentre in Pro il supporto tecnico sarà limitato al minimo indispensabile, lasciando al manico del pilota tutto il lavoro sporco. Sono inoltre presenti, qualora se ne senta il bisogno, le traiettorie assistite, capaci di aggiornarsi in tempo reale basandosi sulla vostra velocità del momento. Un accorgimento, questo, che si rivelerà molto utile soprattutto per gli eventi dell'era Moderna, in cui i cavalli delle vetture si sbizzarriranno come non mai.

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La migliore Ferrari che sia mai stata costruita é la prossima

Arriviamo ora alla domanda da un milione di dollari: Ferrari Racing Legends é un simulatore o un arcade? La risposta é una via di mezzo capace di scontentare entrambe le correnti di pensiero. Pur mostrando velleità realistiche, come ad esempio la presenza di provvedimenti nel caso si eluda una chicane, tutto il resto pende verso una dimensione ibrida che lascia a dir poco interdetti. Il problema più grave é sicuramente l'assenza di modelli di guida diversificati: fatta eccezione per una diversa velocità di punta, tutte le auto, sia essa una 125 S del 1947 piuttosto che una California del 2008, si comportano in pista nello stesso identico modo. Non solo: il fattore realismo é ulteriormente minato dalla presenza degli aiuti elettronici (quali l'anti-bloccaggio e l'anti-pattinamento) su tutte le vetture in essere, anche quelle della prima metà del XX secolo.

Un falso storico, questo, che lascia attoniti, più ancora della mancanza dei danni e della gestione, quantomeno fantozziana, di alcuni incidenti. Per fare un esempio, siamo entrati in contatto con una cabrio, e dopo svariati capitomboli l'automobile si é ritrovata ruote all'aria. Gara finita? Neanche per idea: la macchina é miracolosamente scomparsa, salvo riapparire, in piena forma, al centro del circuito. Altrettanto fastidioso é l'approdo sull'erba: ci si aspetterebbe che la propria corsa sia vanificata, ed invece la velocità mantenuta off road é a dir poco soddisfacente, e crea un effetto strano come se la macchina “sciasse” verso il ritorno in pista.

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Si tratta di limiti piuttosto gravi, ed é un peccato perché il titolo propone una buona Intelligenza Artificiale, molto varia e combattiva. Non assisteremo infatti a prestazioni impeccabili a mo' di carovana: la CPU entrerà in bagarre, e se messa sotto pressione può commettere il più classico degli errori di nervosismo. Tale aspetto rende quantomeno imprevedibile l'esito di ogni gara.

Rosso Ferrari

Luci e ombre accompagnano anche il comparto tecnico. I modelli poligonali delle 51 vetture sono riprodotti egregiamente, con tanto di dettagli maniacali ammirabili nella visuale interna. Pur non raggiungendo il livello dei massimi esponenti del genere, ogni appassionato del cavallino rimarrà pienamente soddisfatto del lavoro svolto, anche grazie ad una campionatura sonora davvero molto curata, che riproduce in tutto il loro splendore i rombi autentici delle macchine disponibili.

Purtroppo, altrettanta dovizia non é stata riservata ai circuiti, che sebbene numerosi (con le varianti si contano ben 39 tracciati) non godono di una texturizzazione degna di una produzione odierna. Ad aggravare la situazione ci pensa un frame rate ballerino che nelle situazioni più concitate stenta a mantenere i 30fps. Balbettii, questi, che aggravano ulteriormente una condizione già di per sé piuttosto deficitaria.

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