Test Drive Unlimited

di Francesco Romagnoli
Arriviamo all'aeroporto di un'isola delle Hawaii, ritiriamo i bagagli, noleggiamo un'auto e ci mettiamo a girare alla ricerca di una casa da comprare. Una volta acquisita la nostra dimora usciamo e andiamo a rifarci il look in qualche negozio d'abbigliamento. Scorrazziamo liberamente per le vie della città e ci mettiamo a fare qualche corsa clandestina in mezzo al traffico, cosìcchè la polizia ci nota e comincia a seguirci. Riusciamo a seminarla e vediamo a lato della strada un'avvenente fanciulla che ha bisogno di un passaggio dopo che si è recata a far la spesa. Naturalmente non possiamo che accontentarla e lei, come ricompensa, ci dona qualche buono per comprare altri abiti nei negozi. Prima però decidiamo di andar a far modificare la vettura, così ci mettiamo a scorribandare per tutta l'isola alla ricerca del tuner idoneo. Il tutto in piena libertà e discrezione....ma insomma! Possibile? Non abbiamo ancora posato Saints Row che già ci viene proposto un altro clone di GTA? No, questa volta non si tratta di alcun gioco sulla violenza e la gangsterosità a pieno volume.
Niente sparatorie, passeggiate a piedi o missioni in cui il nemico lo si elimina. Qui, semmai, il nemico lo si sorpassa!


Un biglietto aereo per O'Ahu, Hawaii
Allora abbiamo capito! Si tratta del nuovo episodio di Need For Speed, solo con in più i vestiti e qualche missione alternativa. Sbagliato ancora una volta, o meglio, quasi. Però questa volta più che di un clone si tratta di un concept un pochetto più ambizioso. Non più città inventate, non più ambientazioni cupe...no, in questo caso abbiamo un'intera isola delle Hawaii a nostra completa disposizione. 1600 Km quadrati di isola da esplorare vi sembrano pochi (avete presente Oblivion?...molti di più)? Vi assicuriamo che non lo sono, come non sono pochi i kilometri di strade calpestabili (sarebbe meglio dire "sgommabili") liberamente a bordo dei propri bolidi. Ma Test Drive Unlimited non è un gioco di auto?
Eh già! Tutte queste righe di testo e non abbiamo ancora parlato delle protagoniste di questo videogame.
Questo non è certo perché siano la parte meno interessante, ma è solo per capire quanto importante sia questa componente geografica nell'economia del gioco.
Infatti, è vero si che stiamo parlando di un titolo sulle auto (e moto), ma è anche vero che l'elemento esplorativo, il fascino intrinseco emanato dalle componenti edonistiche del gioco (tramite le quali l'utente personalizza il suo alter-ego secondo le dimensioni stilistiche in quanto ad abiti, auto, casa...insomma il proprio life-style) e una serie di missioni "atipiche" per un videogioco di corse, riesce a trasportarci quasi in un'altra dimensione videoludica, in un genere (che in musica potremmo definire crossover) che più che accostare ad altri simili preferiamo distinguerlo in modo unico ed originale o che, semmai, preferiamo ricondurre alle origini della serie, quando le piattaforme di gioco si chiamavano ancora Commodore o Amiga.

Guidando in questo TDU abbiamo provato, per la prima volta dopo tanti anni, quelle vecchie emozioni di una volta, quei brividi che ti percorrevano la schiena quando ti accorgevi che era troppo tardi per rientrare dal sorpasso ed evitare l'auto che procedeva in senso contrario, oppure quando ti accorgevi che non saresti riuscito a frenare la vettura, ormai irrimediabilmente diretta verso il margine della strada che dava su un'interminabile burrone.
Insomma, dopo un tira e molla (sulle date della release) che cominciava a gettare ombre di cattivo presagio su quest'ultimo Test Drive (come anche la prima demo imperfetta rilasciata sul marketplace) possiamo dire che siamo rimasti positivamente colpiti nel constatare che invece il mix è assai riuscito ed in grado di emozionare. Ma è ora di esaminare perché e di rivelare cosa ci è piaciuto del gioco.

Ci piace, non ci piace.
Ogni minuto passato su TDU è un minuto gratificante, in cui si scoprono sempre nuovi anfratti di gioco, nuovi particolari che ci stupiscono, che si fanno apprezzare.
Difficile farne un quadro in maniera razionale, quindi lasceremo scorrere il flusso delle nostre emozioni citando ciò che più profondamente ci ha colpito di questo videogame, ma non dimenticando anche quelle piccole imperfezioni senza le quali si sarebbe messa a repentaglio la vita sociale di chi deciderà di staccare il biglietto per le Hawaii. Insomma tutto ciò che ci piace o non ci piace di Test Drive Unlimited. Ci piace avere un'intera isola a nostra disposizione da visitare in tempo reale, con tanto di traffico pulsante che fa sembrare le strade su video quelle della vera O'Ahu...manca solo la gente per strada o sui marciapiedi, per il resto lo scenario è da sogno. Ci piace la profondità grafica: vedo un punto laggiù all'orizzonte e lo posso raggiungere senza alcun caricamento ad inframezzare l'azione. Ci piace la "navigazione satellitare", sia per quel che concerne la voce che ci calcola ed indica il percorso come un vero navigatore per auto, sia per i menù: ci si aggira per la mappa dell'isola, si seleziona il punto esatto da far impostare al navigatore o in cui comparire istantaneamente. Sempre come un "Tom Tom" qualsiasi si possono applicare i filtri: scegliere cosa deve essere o non essere mostrato sulla mappa: i negozi, le concessionarie, le missioni, le gare...tutto in maniera molto semplice, intuitiva e razionale.


Ci piacciono le auto, eccome se ci piacciono. Ferrari, Lamborghini, Maserati, Aston Martin, Jaguar, Mercedes etc...tutte licenze eccellenti, anche se mancano le solite Porsche e Bmw, sulle quali evidentemente pesa ancora l'esclusiva EA per NFS. Le si possono comprare all'interno di lussuose concessionarie, dove l'occhio è una severa minaccia per il portafogli. E' possibile anche scegliere di aggiungere qualche optional come cerchioni personalizzati o l'abbinamento degli interni (cruscotto e rivestimenti in pelle). Ci piace anche il loro sonoro, con le marmitte belle metalliche, il rumore che cambia da vettura a vettura riproducendo piuttosto fedelmente il rombo specifico di ognuna, e che muta a seconda che ci si trovi dentro o fuori dall'abitacolo.
Ci piace guidare questi bolidi. Il modello fisico tende all'arcade, ma prende ampiamente le distanze dai poco profondi Need For Speed o dagli irrealistici Ridge Racer o Out Run. Leggermente meno soddisfacente rispetto alla guida di PGR3 (ad esempio per quel che riguarda la gestione dei pesi), presenta comunque alcune caratteristiche in grado di colpire positivamente. L'accelerazione ad esempio: per gestirla adeguatamente bisogna avere un indice vellutato, soprattutto con le vetture di fascia alta, pena terribili sgommate (ottima la sensazione del pneumatico che si consuma sull'asfalto) o pericolosi sovrasterzi durante le curve più strette.

Non altrettanto sensibile il freno in cui si avverte la mancanza di posizioni intermedie e in cui invece prevalgono l'inchiodata netta oppure la frenata troppo leggera. La sensazione di velocità invece non è male, anche grazie al traffico...si avverte facilmente il senso di pericolo di guidare a 300 orari su una strada in cui un'auto può sbucare all'improvviso da un incrocio o dove una vettura che si trova parecchi metri avanti a noi diventa in pochi istanti un ostacolo da evitare con una manovra d'emergenza perché ha deciso di svoltare...del resto si fa fatica a vedere una freccia da lontano.
Ci piacciono le visuali a disposizione, sia quelle esterne sia quelle interne o dal cofano. Quella interna in particolare è ricca di dettagli (si può tenere d'occhio il tachimetro e l'indicatore della velocità in tempo reale) e restituisce un'emozione particolare, particolarmente realistica, come se ci si trovasse davvero dentro un bolide da 300 mila euro (pagato con i sudati risparmi) immersi in mezzo al traffico col quale si sta lottando, sorpasso dopo sorpasso, semaforo dopo semaforo, nel tentativo di raggiungere un determinato luogo prima dello scadere del tempo, senza avere incidenti o uscire fuori di strada.