Thalassa: Edge of the Abyss, segreti negli abissi – Recensione PC
La recensione dell’avventura in fondo al mare di Sarepta Studio, un dramma psicologico per chi ama le storie di mistero e non ha paura di bagnarsi un po’ i piedi
Quanti relitti giacciono indisturbati sul fondale dell’oceano, e chissà quanti segreti si sono inabissati assieme a loro. Gioie e dissapori che scompaiono tra i flutti, non lasciando che una fotografia cristallizzata nelle acque di quella che fu un tempo una prode imbarcazione, con i membri del suo equipaggio, ognuno con la sua storia da raccontare, oramai scomparsi tragicamente e in balia delle onde e della salsedine. Eppure è tutto ancora lì, come addormentato, in attesa di narrare le sue gesta ai temerari in grado di raggiungerne i resti e svelarne i misteri.
È il tema del gioco odierno, Thalassa: Edge of the Abyss, un’avventura narrativa in stile "walking simulator" in cui dovremo ispezionare la carcassa metallica di una grossa imbarcazione, la Thalassa per l’appunto, affondata in circostanze misteriose assieme all’intera ciurma. A noi il compito di immergerci e navigare l’intricata mappa del complesso, una sorta di villa galleggiante, provata dal naufragio e ora malamente danneggiata in più punti.
Tecnicamente avremmo dovuto essere a bordo della Thalassa durante l’evento catastrofico, ma un incidente avvenuto nel corso del prologo (non intendo spoilerarvi nulla NdR) ha separato il nostro alter ego virtuale, tale Cam, dal resto del gruppo, e purtroppo non riceviamo più notizie in merito se non a tragedia avvenuta. Scoprire le cause della sciagura è dunque personale e il gioco svolge un buon lavoro nel preparare il terreno, presentando i personaggi chiave e fornendo un quadro piuttosto chiaro della situazione in neanche un quarto d’ora. Si entra subito nel vivo, con uno sviluppo che evidenzia il tono drammatico e malinconico dell’esperienza e che ci accompagnerà mentre saremo alla deriva, soli, a decine di metri di profondità in una tomba allagata.
Niente indicatori, nessun pericolo o rischio di game over, in Thalassa: Edge of the Abyss, una volta indossata la muta da palombaro, ci saranno solo i suoni ovattati del mondo esterno a farci compagnia, e occasionalmente le voci nella testa del protagonista (che non se la passa benissimo, va detto). Una volta raggiunta la Thalassa l’obiettivo sarà semplice: investigare, rovistando ogni angolo in cerca di indizi che possano ricostruire le ultime vicissitudini della nave e del suo equipaggio. Cam è lì solo per scoprire le cause dell’incidente, ma più indaga e più vengono a galla (metaforicamente parlando) prove che segnalano inconfutabilmente che qualcosa a bordo non andava. Il naufragio potrebbe non essere stato del tutto accidentale.
La Thalassa non è un ambiente particolarmente esteso, e nella prima metà dell’avventura gran parte dei passaggi sono chiusi o bloccati, ma la progressione risulta alquanto lenta per via delle movenze pachidermiche del protagonista; non siamo dei Big Daddy, la tuta pesa e l’acqua ci rallenta parecchio. È come muoversi nella melassa, con animazioni lente e metodiche, davvero ben realizzate. Personaggi e ambienti utilizzano uno stile grafico che ricorda quello adottato da Arkane Studios per le sue opere, con un’ottima resa audio-visiva del mondo sommerso, anche se avremmo voluto vedere più pesci e più oggetti fluttuanti (probabilmente ridotti al minimo per non appesantire il motore di gioco).
L’unico elemento “ludico” dell’interfaccia è l’icona che compare quando ci avviciniamo a qualcosa con cui è possibile interagire, piccolina ma sufficiente a evidenziare gli elementi di interesse nella visuale del giocatore. Il resto delle informazioni utili lo si trova nei menù, con una comoda mappa delle location visitate ed esplorate a fondo, in stile Resident Evil, e un altrettanto pratico schema di tutti i misteri incontrati, che potremo risolvere combinando gli indizi raccolti tra documenti, oggetti e registrazioni, con tanto di notifica qualora fossimo in possesso di tutti i "pezzi” per risolverne uno.
È un sistema davvero funzionale e garantirà anche a chi non mastica le avventure grafiche di non perdersi alcuno sviluppo. Può suonare come esperienza guidata e lineare, ma dobbiamo comunque farci strada a bordo della Thalassa e questo può rappresentare una sfida. Sono inoltre convinto che senza queste agevolazioni il titolo sarebbe risultato solo più frustrante e avrebbe frammentato il ritmo, rischiando di incrinare irrimediabilmente il coinvolgimento dello spettatore. Bene ci siano dunque; forse si potevano rendere opzionali?
Molto buona la narrazione, che delinea personaggi interessanti, “umani” e ricchi di sfaccettature, le cui storie si intrecciano a formare una vicenda intrigante e dal forte mordente. Non dura moltissimo, bastano dalle 8 alle 10 per arrivare ai titoli di coda, e un sacco di tempo si perde dietro alla flemma (giustificata) di Cam, ma siamo rimasti piacevolmente colpiti dai continui dettagli che saltavano fuori e dalle tante domande a cui non sempre c’era una risposta immediata. Alcune sottotrame sono un po’ citofonate e la risoluzione di altre decisamente più ottusa, con il gioco che pretende prove schiaccianti prima di chiudere casi abbastanza ovvi, ma c’è da dire che la fantasia per rendere ogni dramma quanto più “succoso” possibile non gli manca di certo. Nel complesso poi lo abbiamo concluso nell’arco di un paio di sessioni prolungate, segno che ha svolto egregiamente il suo compito di intrattenerci.
Ottima l’interpretazione dei dialoghi, meno il loro mixaggio audio, con le voci che si sentono a malapena, specie quando non provenienti da una radio, sprecando il talento degli attori. Perlopiù solide le prestazioni, con vistosi scatti durante caricamenti e salvataggi, frequenti ma poco impattanti. Un solo bug da segnalare, pure piuttosto brutto: ad un certo punto ci sono scomparse delle chiavi dall’inventario; la cosa si è risolta ricaricando il file, ma abbiamo seriamente corso il rischio di restare bloccati per una ciofeca del genere. Ignota la causa, e non si è più verificato in seguito. Un altro dei misteri della Thalassa.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione
Thalassa Edge of the Abyss
Un’avventura dal mood malinconico e dai ritmi dilatati, caratterizzata da un setting inusuale e di grande atmosfera, interessante nella premessa e avvincente nell’esecuzione. Buoni i dialoghi e la recitazione, rovinati da volumi regolati male, così come la realizzazione tecnica, sebbene macchiata da continue incertezze dovute al flusso di dati; pochi bug ma pericolosi. Un must per gli amanti delle avventure grafiche e dei titoli improntati sulla narrazione. Un paragone? Al sottoscritto è sovvenuto Echo Night di FromSoftware; i punti di contatto con titolo Sarepta Studio sono parecchi. Per fortuna non ci sono i fantasmi.