That Dragon, Cancer
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Questa che state per leggere non sarà una recensione tradizionale, perché That Dragon, Cancer non é un videogioco tradizionale. Persino il termine videogioco gli sta stretto. Il lavoro di John Larson e dei coniugi Ryan ed Amy Green é un'esperienza interattiva, nata dal desiderio di raccontare una storia unica ed al contempo universale. Un qualcosa da vivere una sera, con le vostre cuffie in testa e le luci soffuse, per rialzarvi dalla sedia cambiati.
That Dragon, Cancer nasce da un'esperienza traumatica. Joel é il figlio di Ryan ed Amy Green, a cui subito dopo la nascita viene diagnosticato un gravissimo tumore al cervello. Provate ad immaginare di aver generato una nuova vita, per sentirsi dire da un dottore che questa durerà solo un'istante, che brucerà e si spegnerà come una candela; é destinata a soffrire, subire ogni tipo di trattamento invasivo, per poi esaurirsi in pochi, pochissimi anni.
Anzi non provate ad immaginarlo, comprate That Dragon, Cancer e vivetelo in prima persona, in un'opera allegorica, astratta, ma al contempo tangibile, che vi si infilzerà nel cuore come un coltello. La storia che ci racconta Numinous Games é però di speranza, e di fede. Mettendo in discussione in ogni istante la vostra di speranza e di fede (o mancanza di). Questo titolo impiega il videogioco come strumento narrativo puro, sulla falsa riga di un Gone Home o Dear Esther. Più che camminare ed interagire con qualche elemento dello scenario, non farete, salvo qualche momento più "giocoso". That Dragon, Cancer é quindi un "simulatore di passeggiata", come alcuni utenti si divertono a definire questo nuovo genere ludico.
Con comandi molto elementari (si può giocare anche usando unicamente il mouse), navigherete brevi livelli, tratteggiati come ambientazioni surreali, ma allo stesso riconoscibili, come i corridoi dell'ospedale, o un parco. La visuale in prima persona viene usata per mettervi nei panni del padre, John, ma a volte la telecamera si sposterà, e come un osservatore esterno, guarderete timidamente la scena che vi si svolge davanti, o ancora vi posizionerete dietro gli occhi di Joel, mentre ignaro osserva il dottore che dà l'ennesima brutta notizia ai suoi genitori.
L'interattività é limitata, ma sempre presente, non vi sentirete quasi mai davanti ad un film, il mezzo videoludico viene usato in modo intelligente, per creare una narrazione alternativa e diversa da qualsiasi altro strumento artistico, cinema, libro, fumetto che sia. La forza di That Dragon, Cancer é proprio questa, non sentirsi costretto nell'essere un videogame, limitando la potenza comunicativa, e al contrario, non cercare di imitare un'altra modalità di racconto, ma farsi forte delle particolarità di questo media.
Leggendo le parole The End, a circa un paio d'ore dall'inizio di questa avventura, non sapevo come sentirmi, e mi chiedevo che cosa avrei scritto per spiegare ai nostri lettori That Dragon, Cancer. Non c'é un vero gameplay di cui parlare, e la componente tecnica é minimalista, al servizio di un'estetica astratta e fatta di tratti spessi, colori, figure essenziali che rappresentano luoghi ed oggetti familiari senza assumerne precisamente i contorni. La storia segue la medesima idea, non descrive quasi mai dei fatti concreti e precisi, eppure si capisce molto bene che cosa ci sta raccontando, ovvero la malattia di un bambino, la sofferenza dei suoi genitori, costretti a vivere un vero inferno. Eppure, come dicevamo all'inizio, That Dragon, Cancer ci racconta una storia di speranza e di fede. Ryan ed Amy sono profondamente religiosi, e non hanno alcuna riserva nel dirlo e raccontarlo.
La loro é una fede protestante, tradizionalmente anglosassone, di chi conosce la bibbia perché l'ha letta senza affidarsi ad un intermediario, che non é bigotto o costretto in assurdi riti, ma crede in una forza superiore, in qualcosa che da lassù ci guarda, ha un piano e soprattutto ci ama, senza mezzi termini. Ma non é una fede cieca, né uguale per i due coniugi; lo si vede in un momento molto toccante, dove Amy su una piccola barca, tiene in braccio il piccolo Joel, trasportata dalla corrente, verso una meta finale, serena nella sua convinzione che Dio sa cosa sta facendo. Ryan annaspa invece nell'acqua, si sente affondare. Non ha perso la fede, si sente però perso. Ed ha bisogno di lasciarsi andare, di toccare il fondo, di allontanarsi da questo Dio che non capisce, per poi ritrovarlo una volta che sarà nuovamente pronto per affrontare la vita.
Nella sua breve durata, l'opera di Numinous Games riesce a proporre diversi momenti simili di riflessione, incredibilmente potenti, nella loro semplicità ed immediatezza. E non si risparmia di infliggerci a tratti la difficoltà e la sofferenza che la vita può riservarci, senza guardare in faccia nessuno. Vi fa vivere qualche minuto nella stanza di terapia intensiva, mente Joel piange, soffrendo l'ennesima cura inflittagli per rubare qualche giorno di vita in più. Dagli occhi di Ryan cercate di farlo stare calmo, di dargli da mangiare. Sentirete il pianto di Joel, ma non lo vedrete, non ce n'é bisogno. That Dragon, Cancer non scade mai nel feticismo della sofferenza, non gli serve mostrare nulla per farvi sentire emozioni. Pochi minuti insopportabili per noi, che poi finalmente finiscono e si chiude il capitolo, si passa ad un altro momento di questa frammentata storia. Ma poi ci si ferma a pensare un secondo e si realizza che Ryan ed Amy di momenti così ne hanno dovuti passare un infinità, e sono durati molto di più.
Serve a qualcosa un'opera del genere? A mio parere sì, moltissimo. Per imparare qualcosa su quello che la vita riserva a volte alle persone, famiglie comuni, come la mia e la vostra, travolte da eventi sconvolgenti. Ma a parte la tragedia raccontata, in That Dragon, Cancer c'é una riflessione fortissima su che cosa significa la vita e credere (o non credere) in Dio. E poi c'é la consapevolezza che il cancro esiste, é una malattia terribile, ci porta via i genitori, nonni, ma anche i figli, anche quelli di 6 anni. Durante l'avventura ci saranno piccoli spazi per guardare nelle vite di altre famiglie, con messaggi lasciati ai loro cari, portati via da un cancro.
Disponibile su Steam e per piattaforma Ouya, il cui produttore ha in parte supportato il progetto, That Dragon, Cancer costa 14, 99 euro, parte dei quali andranno in beneficenza. L'unico grosso limite é rappresentato dalla lingua, visto che il titolo é al momento disponibile solo in inglese, anche se molto semplice e comprensibile, dotato inoltre di sottotitoli che si materializzano direttamente all'interno del gioco, che aiutano la comprensione.
That Dragon, Cancer nasce da un'esperienza traumatica. Joel é il figlio di Ryan ed Amy Green, a cui subito dopo la nascita viene diagnosticato un gravissimo tumore al cervello. Provate ad immaginare di aver generato una nuova vita, per sentirsi dire da un dottore che questa durerà solo un'istante, che brucerà e si spegnerà come una candela; é destinata a soffrire, subire ogni tipo di trattamento invasivo, per poi esaurirsi in pochi, pochissimi anni.
Anzi non provate ad immaginarlo, comprate That Dragon, Cancer e vivetelo in prima persona, in un'opera allegorica, astratta, ma al contempo tangibile, che vi si infilzerà nel cuore come un coltello. La storia che ci racconta Numinous Games é però di speranza, e di fede. Mettendo in discussione in ogni istante la vostra di speranza e di fede (o mancanza di). Questo titolo impiega il videogioco come strumento narrativo puro, sulla falsa riga di un Gone Home o Dear Esther. Più che camminare ed interagire con qualche elemento dello scenario, non farete, salvo qualche momento più "giocoso". That Dragon, Cancer é quindi un "simulatore di passeggiata", come alcuni utenti si divertono a definire questo nuovo genere ludico.
Il videogioco trova una propria identità narrativa unica ed impossibile da imitare
Con comandi molto elementari (si può giocare anche usando unicamente il mouse), navigherete brevi livelli, tratteggiati come ambientazioni surreali, ma allo stesso riconoscibili, come i corridoi dell'ospedale, o un parco. La visuale in prima persona viene usata per mettervi nei panni del padre, John, ma a volte la telecamera si sposterà, e come un osservatore esterno, guarderete timidamente la scena che vi si svolge davanti, o ancora vi posizionerete dietro gli occhi di Joel, mentre ignaro osserva il dottore che dà l'ennesima brutta notizia ai suoi genitori.
L'interattività é limitata, ma sempre presente, non vi sentirete quasi mai davanti ad un film, il mezzo videoludico viene usato in modo intelligente, per creare una narrazione alternativa e diversa da qualsiasi altro strumento artistico, cinema, libro, fumetto che sia. La forza di That Dragon, Cancer é proprio questa, non sentirsi costretto nell'essere un videogame, limitando la potenza comunicativa, e al contrario, non cercare di imitare un'altra modalità di racconto, ma farsi forte delle particolarità di questo media.
Leggendo le parole The End, a circa un paio d'ore dall'inizio di questa avventura, non sapevo come sentirmi, e mi chiedevo che cosa avrei scritto per spiegare ai nostri lettori That Dragon, Cancer. Non c'é un vero gameplay di cui parlare, e la componente tecnica é minimalista, al servizio di un'estetica astratta e fatta di tratti spessi, colori, figure essenziali che rappresentano luoghi ed oggetti familiari senza assumerne precisamente i contorni. La storia segue la medesima idea, non descrive quasi mai dei fatti concreti e precisi, eppure si capisce molto bene che cosa ci sta raccontando, ovvero la malattia di un bambino, la sofferenza dei suoi genitori, costretti a vivere un vero inferno. Eppure, come dicevamo all'inizio, That Dragon, Cancer ci racconta una storia di speranza e di fede. Ryan ed Amy sono profondamente religiosi, e non hanno alcuna riserva nel dirlo e raccontarlo.
La loro é una fede protestante, tradizionalmente anglosassone, di chi conosce la bibbia perché l'ha letta senza affidarsi ad un intermediario, che non é bigotto o costretto in assurdi riti, ma crede in una forza superiore, in qualcosa che da lassù ci guarda, ha un piano e soprattutto ci ama, senza mezzi termini. Ma non é una fede cieca, né uguale per i due coniugi; lo si vede in un momento molto toccante, dove Amy su una piccola barca, tiene in braccio il piccolo Joel, trasportata dalla corrente, verso una meta finale, serena nella sua convinzione che Dio sa cosa sta facendo. Ryan annaspa invece nell'acqua, si sente affondare. Non ha perso la fede, si sente però perso. Ed ha bisogno di lasciarsi andare, di toccare il fondo, di allontanarsi da questo Dio che non capisce, per poi ritrovarlo una volta che sarà nuovamente pronto per affrontare la vita.
That Dragon, Cancer ci racconta una storia drammatica, ma offre una visione di speranza
Nella sua breve durata, l'opera di Numinous Games riesce a proporre diversi momenti simili di riflessione, incredibilmente potenti, nella loro semplicità ed immediatezza. E non si risparmia di infliggerci a tratti la difficoltà e la sofferenza che la vita può riservarci, senza guardare in faccia nessuno. Vi fa vivere qualche minuto nella stanza di terapia intensiva, mente Joel piange, soffrendo l'ennesima cura inflittagli per rubare qualche giorno di vita in più. Dagli occhi di Ryan cercate di farlo stare calmo, di dargli da mangiare. Sentirete il pianto di Joel, ma non lo vedrete, non ce n'é bisogno. That Dragon, Cancer non scade mai nel feticismo della sofferenza, non gli serve mostrare nulla per farvi sentire emozioni. Pochi minuti insopportabili per noi, che poi finalmente finiscono e si chiude il capitolo, si passa ad un altro momento di questa frammentata storia. Ma poi ci si ferma a pensare un secondo e si realizza che Ryan ed Amy di momenti così ne hanno dovuti passare un infinità, e sono durati molto di più.
Serve a qualcosa un'opera del genere? A mio parere sì, moltissimo. Per imparare qualcosa su quello che la vita riserva a volte alle persone, famiglie comuni, come la mia e la vostra, travolte da eventi sconvolgenti. Ma a parte la tragedia raccontata, in That Dragon, Cancer c'é una riflessione fortissima su che cosa significa la vita e credere (o non credere) in Dio. E poi c'é la consapevolezza che il cancro esiste, é una malattia terribile, ci porta via i genitori, nonni, ma anche i figli, anche quelli di 6 anni. Durante l'avventura ci saranno piccoli spazi per guardare nelle vite di altre famiglie, con messaggi lasciati ai loro cari, portati via da un cancro.
Disponibile su Steam e per piattaforma Ouya, il cui produttore ha in parte supportato il progetto, That Dragon, Cancer costa 14, 99 euro, parte dei quali andranno in beneficenza. L'unico grosso limite é rappresentato dalla lingua, visto che il titolo é al momento disponibile solo in inglese, anche se molto semplice e comprensibile, dotato inoltre di sottotitoli che si materializzano direttamente all'interno del gioco, che aiutano la comprensione.