The 7th Guest: la recensione - dagli anni '90 alla VR è un attimo per Vertigo Games
The 7th Guest è il gioco di Vertigo Games con puzzle ambientali in un'avventura grafica
Se avete la VR, questo è il gioco perfetto per Halloween!
Partiamo quindi con il piede sull’acceleratore per parlare dell’ultima fatica di Vertigo Games, che fin dalla sua presentazione aveva riacceso l’interesse di tutta la redazione, soprattutto per i tanti di noi che hanno vissuto in pieno la golden age delle avventure grafiche, ovvero gli anni ’90.
Il settimo ospite sei tu!
Non si vive di sole avventure grafiche made in LucasArts o LucasFilm Games – questo, giustamente, si diceva negli anni ’90 – il periodo più florido per un genere oggi semi-estinto, ma che permetteva al tempo di realizzare piccoli capolavori senza il bisogno di ingenti requisiti hardware per poterli godere, ovvero il grosso zoccolo duro di quegli anni.
The 7th Guest arrivò nel 1993, anche se la sua distribuzione e acquisto da parte dei giocatori, come un po’ tutte all’epoca, non si bruciò solamente nei primissimi mesi di vendita e attirò una certa attenzione da parte di un crescente numero di estimatori, anche per l’uso massiccio e quasi inedito, di un’avveniristica computer grafica ed una distribuzione su un supporto nuovo, che oggi fa un po’ ridere, ovvero il CD-ROM.
Vertigo Games ha scelto di fare un esperimento, pienamente riuscito per altro, non di convertire, ma di ricreare ed ampliare quelle meccaniche in un gioco only-VR di cui vi parlerò tra poco. L’idea di questo titolo è assolutamente affascinante, prendere una torcia e ricreare al suo passaggio tutta una serie di sequenze del passato e di ciò che è capitato a sei ospiti che hanno un vissuto una sorta di “invito a cena con delitto”.
The 7th Guest VR: avventura grafica da Escape Room
Dotato di atmosfere estremamente coinvolgenti, lo scopo del giocatore è quello di osservare, già la cura maniacale per la ricostruzione del maniero del giocattolaio Henry Stauf è tale che già puntando con la torcia i quadri… avrete una bella sorpresa – quale? Guardate la nostra live su Twitch per scoprirlo –, ma come dicevo sopra, illuminare alcuni elementi è la chiave di volta per svelare misteri e risolvere quest. In ogni stanza ci sono una serie di puzzle, come una sorta di escape room, alla cui soluzione finale si apre una specie di siparietto, animato da fantasmi del passato, che narrano alcune sequenze fondamentali per comporre ciò che avvenne in passato in quella curiosa (e decisamente inquietante) casa degli orrori.
Vertigo Games è pienamente riuscita in un esperimento che vede non solo gli shooter, ma anche le avventure grafiche che acquistano una nuova verginità, il punta-e-clicca forse oggi non è più così in voga, ma risolvere misteri in prima persona, andando ad agire direttamente con le mani e con la mente, cercando nei cassetti, muovendo oggetti, è davvero stimolante e perfettamente riuscito.
Praticamente perfetto? Purtroppo no, in alcune stanze mi sono trovato a non riuscire ad interagire perfettamente con tutto, ho dovuto ricaricare un salvataggio precedente, in questi casi e forse la non linearità delle azioni aveva messo in crisi il gioco, ma nulla che non ho superato o che con una patch non possa essere risolto. Anche la durata dipende molto da voi, possono essere tre ore scarse, come moltissime in base alla vostra ingegnosità e voglia di sperimentare, ma è altresì vero che la sua rigiocabilità purtroppo è pari ad una sola run. Il prezzo è comunque perfetto e il mio consiglio di farlo vostro a mani basse, perché diverte, impegna ed è un must-buy di cui non vi pentirete.