The Bard's Tale

di Tommaso Alisonno
Alla taverna del Ratto Ubriaco giunge un giorno un individuo di bell'aspetto, la favella pronta e i modi disponibili, attratto dalle urla della padrona terrorizzata da un grosso ratto: quello che la padrona non sa è che l'uomo è un imbroglione e che è stato lui stesso ad evocare il ratto tramite la sua musica incantata, la stessa musica che utilizzerà per bandire la creatura senza sporcare la sua spada. Questa sarà solo la prima delle molteplici avventure del Bardo, così semplicemente si presenta il personaggio, che molto presto verrà coinvolto in un'epica cerca destinata alla salvezza di una principessa rinchiusa in una torre e con essa la salvezza del mondo. Troppo semplice? Forse si, ma non quando all'eroe di turno interessano solo due cose: i soldi e le procaci scollature (come quelle della taverniera e della principessa, appunto).

In un'ambientazione il più classica possibile, soprattutto visto che si ispira alle leggende delle Isole Orkney (a cui, pare, in parte si sia ispirato lo stesso Tolkien, dando vita al genere Fantasy), si svolge il remake moderno di quel "The Bard's Tale" che coi suoi due seguiti rese famoso il suo produttore, lo stesso Brian Fargo che ha fondato la inXile per riportare alla giusta gloria quello che è in effetti il capostipite di tutti i videogiochi di ruolo. Vi ritroverete pertanto a rivivere le avventure del Bardo, un personaggio che più del romantico menestrello cantastorie della tradizione Normanna assume le tinte dello smargiasso bevitore da taverna Sassone che si getta con ardore e sagacia nelle avventure solo se vede un evidente tornaconto a suo vantaggio. Si tratta di un gioco di ruolo a 360°, in cui mentre seguite i risvolti della trama principale potrete dialogare con la gente, sbloccare sotto-missioni opzionali, trovare alleati insperati o nemici che magari avreste potuto evitare, ovviamente tutto contornato dal progressivo miglioramento della capacità combattive e magiche del nostro eroe (ma forse sarebbe meglio dire anti-eroe).


All'inizio del gioco vi verrà proposta la scelta del livello di difficoltà, e già da qui si evincerà un profondo gusto retrò nel sistema di narrazione scelto: ai livelli "facile" e "normale" sarà infatti affiancato un livello "vecchia scuola" che ci ricorda che ai tempi del DOS i giochi erano maledettamente difficili. Tra i vari livelli di difficoltà, comunque, cambierà fondamentalmente il numero di punti distribuibili fra le varie caratteristiche di forza, destrezza, eccetera (molto importante "Ritmo" per chi volesse fare molto affidamento alle proprie creature evocate), ma la cosa non è da prendere sottogamba: a conti fatti, ci sono infatti ben sei "avanzamenti di livello" per ogni sbalzo di difficoltà, e credeteci quando diciamo che già a livello "facile" le cose possono talvolta prendere una piega decisamente impegnativa. Oltre alle caratteristiche "standard", che crescendo col livello potrete personalizzare in modo da rendere il Bardo a vostra scelta specializzato in un campo (magia, combattimento corpo a corpo, combattimento a distanza) oppure mediamente eclettico, saranno presenti dei "talenti" da acquisire uno alla volta a determinati livelli: ciascun talento consente al Bardo di utilizzare armi o abilità prime negategli (ad esempio, se non prendete il talento apposito non potrete mai utilizzare un'arma a due mani o un mazzafrusto, così come non potrete effettuare contrattacchi) oppure migliora la competenza in un determinato tipo di arma.

Ma come si svolge il gioco nello specifico? L'interfaccia è quella di un generico gioco di ruolo d'azione con inquadratura a volo d'uccello, tant'è vero che la inXile ha preso in prestito il motore grafico che Snowblind ha sviluppato per Champions of Norrath, con il Bardo pilotato tramite la leva analogica e i vari tasti assegnati alle classiche azioni di attacco, parata, iterazione con gli oggetti, salto (quasi inutile), selezione delle armi e delle evocazioni. Queste ultime si dividono in due categorie: le evocazioni vere e proprie e i poteri delle Pietre di Vipera. Le prime sono magie che il Bardo esegue strimpellando appositi "accordi" col suo strumento e che fanno comparire dal nulla un alleato che poi rimarrà al suo fianco finché non verrà sconfitto in battaglia o il padrone non lo bandirà: i vari alleati potranno essere semplicemente dei combattenti, o possedere altre caratteristiche, come ad esempio poteri curativi. Il secondo tipo di evocazioni, invece, ha un effetto più "interrupt", convocando temporaneamente delle entità che scagliano un potente incantesimo e poi si ritirano: per poter attivare questi poteri il Bardo dovrà spendere delle risorse chiamate "Pietre di Vipera", in numero da uno a tre a seconda di quanto potere vorrà attingere dall'entità (e quindi di quali effetti vorrà ottenere).
Come già detto, il motore grafico scelto è lo stesso di Champions of Norrath, con tutti i pro e i contro del caso. Tra i pro menzioniamo un'ottima fluidità anche con un elevato numero di modelli su schermo, un notevole dettaglio degli stessi, delle animazioni e delle textures, che in questo titolo ancor più che negli originari Snowblind raggiungono cime piuttosto elevate, soprattutto per quanto concerne il Bardo, le evocazioni e i mostri (un po' meno per la gente comune, che comunque è realizzata discretamente); ottimi anche gli effetti di fiamme o di superfici liquide, queste ultime che si increspano al passaggio dei modelli.


Tra i contro è doveroso notare il noioso momento di scattosità in corrispondenza degli accessi al disco per caricare nuovi settori di dungeon, talvolta addirittura in ritardo sugli spostamenti, cosa che genere un antipatico effetto di "dungeon assente" per il semplice motivo che arrivate al limite del caricato prima che il settore contiguo sia su schermo; il tutto condito dall'instabilità tipica di questo motore, che troppe volte tende a piantarsi per un motivo o per l'altro, vuoi per i già citati problemi di loading, vuoi per casi di modelli che si incastrano tra loro rendendo impossibile proseguire. Tutto ciò costringe il giocatore a salvare a ricaricare spesso anche se non si sono commessi errori: sarebbe anche ora che questo potenzialmente ottimo motore venisse non esattamente ottimizzato, ma proprio debuggato...
Dal punto di vista del sonoro ci sono da fare due discorsi separati. Il primo, decisamente positivo, è quello relativo ai doppiaggi, che presentano una lunga serie di dialoghi estremamente ben recitati (rigorosamente in lingua inglese, il che nuoce non poco alla comprensione visto il largo uso di termini gergali) dove la voce petulante e smargiassa del Bardo la fa sempre da protagonista. Idem valga per gli effetti sonori, tutti di prima qualità, dal rumore prodotto dai passi che varia a seconda della superficie, ai vari campionamenti di battaglia, ai suoni degli attacchi speciali, ai brevi stacchi musicali che il Bardo suona per evocare o bandire gli alleati, e così via.

Il secondo discorso, decisamente meno entusiasta, è quello relativo alle musiche: è vero che in determinate situazioni vengono eseguiti e cantati dei simpaticissimi ed estremamente pregevoli motivetti, tutti tratti dalla tradizione irlandese (come ad esempio il bellissimo "beer beer beer" che celebra un ipotetico inventore della birra di nome Charlie Mops), ma è da sottolineare il passaggio "in determinate situazioni", perché in tutte le altre la musica è praticamente assente, sostituita si da buoni rumori d'ambiente, ma sicuramente lasciando deluso chi si aspettava qualcosa di più dalle avventure di un BARDO!! Fortunatamente la valutazione del gioco non ha alcun neo o avvallamento per quanto concerne il parametro della Giocabilità: fondendo insieme un'interfaccia tipicamente d'azione ad una trama lineare ma non costrittiva ed alla presenza di molteplici sotto-quest, gli sviluppatori della inXile sono riusciti a realizzare un gioco di ruolo a tutto tondo e contemporaneamente un'avventura intrigante, divertente, immediata e piacevole anche per coloro i quali cercano un gioco "da rissa" senza troppe pretese. Veramente pregevole il fatto che i dialoghi siano per lo più standard, ma che in certi casi si possa decidere se far tenere al proprio eroe un atteggiamento amichevole ed accomodante (ma non per questo meno sarcastico) oppure uno più smargiasso e tracontante: certi dialoghi andranno semplicemente ripetuti se affrontati con il filo sbagliato, ma altri permetteranno, tramite la scelta giusta, di sbloccare le già citate sotto-missioni o altre features particolari (una su tutte: se parlerete amichevolmente al cane che incontrate nella prima città, quello vi seguirà per sempre, in caso contrario niente amico a quattro zampe per il nostro eroe).

Molto comodo, anche se irreale, il fatto che tutti i tesori, comprese le armi che non utilizzate più, vengano immediatamente tramutate nel controvalore in monete d'argento, cosa che vi evita estenuanti tappe dal più vicino mercante (e sono pochi) a "svuotare l'inventario".
Per quanto concerne la longevità, il giudizio non può che essere pienamente positivo: le avventure del Bardo sono tante, e ciascun capitolo piuttosto lunghetto, senza contare il tempo in più che si può impiegare per cercare e risolvere le sotto-quest o anche semplicemente nella canonica caccia di mostri per potenziare il personaggio. La presenza dei tre livelli di difficoltà, unita alla presenza di finali multipli, è inoltre un ottimo incentivo alla rigiocabilità, e bug del motore grafico a parte possiamo dire che in compagnia del Bardo le ore volano letteralmente: i suoi lazzi, le situazioni grottesche in cui si caccia ed i sistemi ancora più grotteschi con cui ne viene a capo, i suoi litigi con la voce narrante sono tutti elementi più che sufficienti per trascinare il giocatore senza badare alle lancette che girano. Vivamente consigliato agli appassionati, e discretamente suggerito a tutti.