The Club

The Club
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Ah i bei tempi, quando nei club si andava per fumare il sigaro o la pipa, e per discutere di polo o cricket seduti in una poltrona di pelle, con un bicchiere di Armagnac nella mano... Il circolo ben poco ricreativo che dà il titolo all'ultima fatica del team Bizarre, reso famoso dai quattro capitoli di successo della saga automobilstica Project Gotham Racing, rilasciata in esclusiva per le console Microsoft, é di tutt'altra natura.
Pienamente in linea con i nostri tempi, ma con qualche anno di ritardo rispetto a lungometraggi come “The running man” o “Contenders Serie 7”, o a videogiochi come il mediocre Manhunter della Rockstar, The Club mutua il suo titolo da un crudele reality game, organizzato da una non ben specificata organizzazione rappresentata nel gioco da una voce dal marcato accento britannico (nella versione originale), nel quale il protagonista dovrà attraversare entro un dato tempo limite livelli gremiti di nemici armati fino ai denti, presenti al solo scopo di abbatterlo come un cane idrofobo.

I restauratori avranno il loro da fare, qui.
I restauratori avranno il loro da fare, qui.
Quello dell'assassino é un tipico lavoro di precisione...
Quello dell'assassino é un tipico lavoro di precisione...
Questa crociera si annuncia movimentata!
Questa crociera si annuncia movimentata!

Com'é intuibile, i candidati alla carneficina, uno dei quali da noi scelto costituirà il nostro alter ego digitale nel corso del gioco, non sono stati scelti tra le crocerossine e gli scout. Al contrario, i terribili otto sono tutti avventurieri o criminali incalliti, rappresentati graficamente come personaggi da fumetto dark alla Tekken e, per la verità, abbastanza simili ad altri già visti al cinema o in altri giochi. C'é l'ex-sbirro di colore, il russo, il patito di sport estremi con i dreadlocks da rasta e il fighetto baro pieno di debiti, vestito in un completo di Armani sottratto alla produzione di CSI Miami. E così via.
Una volta assoldati e godutoci il filmato iniziale diverso per ogni personaggio, si comincia, affrontando uno dopo l'altro le arene di combattimento, che spaziano da una nave abbandonata ad un carcere di massima sicurezza, fino all'immancabile laboratorio atomico e ad un'originale versione delle calli e dei canali veneziani.
Anche se la struttura complessiva dei livelli si modifica, però, si finisce per avvertire abbastanza in fretta una sensazione di deja-vu nel percorrere l'ennesima scala o nel rotolare sparando attraverso la millesima porta metallica.

Non é comunque la grafica, seppur migliorata rispetto ai primi trailer, a farla da padrone. Il comparto visivo é decisamente in tono minore, distante dalla next-gen quanto lo poteva essere un eccellente gioco per PS2, ed il sonoro non fa eccezione a questa scelta generale di understatement, inconsueta per la Bizarre, regalandoci la solita macedonia di vociacce da avanzi di galera, spari, botti e musiche sintetizzate.
E' più che legittimo che, a questo punto, i più smaliziati tra di voi si stiano chiedendo da dove salti fuori il voto più che discreto assegnato al gioco. Il fatto é che, nel mercato videoludico come in tutte le realtà commerciali, s'ingenera il più delle volte la tendenza a seguire la tendenza, ad accontentarsi di un successo modesto clonando formule già sperimentate, a raddoppiare, triplicare e quadruplicare i seguiti del gioco che ha fatto più cassetta o sperare nel traino di un film o di una serie televisiva di successo.
Sono sempre meno, di contro, quelli che hanno il coraggio di osare percorrere nuove strade, tentare d'innovare, cercare nuove formule che rompano le consuetudini o gli schemi precedenti, lancino mode nuove invece di copiarne di vecchie.

Tra i livelli da scegliere c'é anche un appuntamento "italiano"
Tra i livelli da scegliere c'é anche un appuntamento "italiano"
Questa stanza sembra uscita da un incubo di Fritz Lang
Questa stanza sembra uscita da un incubo di Fritz Lang
Qualcuno ha un puntatore laser, lassù...
Qualcuno ha un puntatore laser, lassù...

La Bizarre ha una tradizione d'innovazione sperimentata con il primo Metropolis Street Racer, antenato di PGR per Dreamcast, dove il concetto di competizione automobilistica veniva stravolto, relegando in secondo piano le consuete gare di sportellate e costruendo da zero il mito dei Kudos (il termine é greco, singolare e vuol dire “fama”; é arrivato nel mondo anglosassone attraverso lo slang dei campus universitari; il plurale sarebbe Kudoi, e si leggerebbe Kudi, ndA), ambiti punti da accaparrarsi a colpi di sgommate, testa coda e derapate a due centimetri dal guard-rail. La combinazione in sequenza di più di una manovra ed il completamento della gara entro un limite di tempo predeterminato consentiva di realizzare combo e punteggi stratosferici, sbloccando piste, gare e auto.
Lo stesso concetto é stato, con The Club, trasferito per la prima volta all'interno di uno shooter, rischiando il tutto per tutto. Abbandonati per una volta il concetto stesso di trama, qui ridotta davvero a men che l'osso, la volontà é chiara fin dalle prime battute: applicare ad uno sparatutto i criteri di base del gameplay di PGR, trasformandolo in un'adrenalinica caccia all'ultima combo e ad un'estenuante battaglia contro il cronometro.

Le principali modalità single-player di The Club, Sprint e Time Attack, sfrondate da qualsiasi accenno di storia, a parte pochi filmati che non aggiungono più spessore di quelli già visti in un Dead or Alive o in un Tekken qualsiasi, si svolgono proprio così. Scopo del gioco altro non é che quello di attraversare di corsa il livello, massacrando con ogni arma reperibile le folte schiere di bots in una serie interminabile di stragi che innescheranno combo, moltiplicatori e bonus in grado d'innalzare il vostro punteggio globale.
Tutto qui? Praticamente sì, anche se, una volta che avrete imparato la posizione di tutti gli avversari, sempre pronti ad aspettarvi nello stesso posto, proprio allo scopo di facilitare l'apprendimento ed il perfezionamento della miglior sequenza di movimenti possibile, vi rimarrà la possibilità di confrontarsi in modalità Run the Gauntlet, con un livello di difficoltà decisamente più impegnativo, o quella più allettante di provare le claustrofobiche opzioni Siege e Survivor che vi vedranno costretti a resistere fino allo scadere di un tempo determinato, mantenendovi all'interno di uno spazio ristretto, assaliti da orde di nemici. Provatevi ad allontanare dall'area prestabilita e una carica esplosiva intracranica installatevi dalla gentilissima organizzazione metterà fine alla vostra carriera di assassino seriale per gioco.

Niente di sconvolgente, lo riconosco. Ma c'é di più e prima di abbandonare l'acquisto é bene che prendiate in esame la possibilità di cimentarvi con il gioco in solitaria solo lo stretto necessario a impratichirvi dei controlli, intuitivi e ben impostati, per poi lanciarvi in coinvolgenti partite online, ben supportate e già piuttosto frequentate a testimoniare il successo della formula. Nei panni di uno degli otto duri, potrete scendere nell'arena contro altri sette avversari e spararvele contro di santa ragione con modalità fantasiose come quella del Cacciatore Cacciato, dove uno solo deve vedersela contro tutti gli altri, apprezzabili variazioni al solito tema dell'accoppiata deathmatch più cattura la bandiera.
Insomma, ben venga la novità, anche se il gioco avrebbe potuto meritarsi punteggio pieno se solo avesse aggiunto una grafica un po' più spinta e curato meglio la varietà delle ambientazioni ed il gameplay, magari aggiungendo un briciolo di trama che, finché si parla di automobili, lascia in effetti il tempo che trova ma, quando i protagonisti sono uomini, non dispiace ed aumenta l'immaginazione.
Però il risultato complessivo ci é piaciuto ed in particolare il comparto multiplayer, che chi non ha internet potrà comunque godersi in split screen fino a 4 giocatori, rischia proprio in questi giorni di rubarci ore di sonno preziose. Provate la demo disponibile sul Sony Network, prima di decidere per il sì o per il no.

Il teschio segnala munizioni e altri gadgets... mortali!
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Lo sbirro violento non poteva mancare, nella galleria dei personaggi
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Sconquasso a Venezia. Se vi scopre Cacciari...
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The Club
7.5

Voto

Redazione

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L'iscrizione potrebbe costarvi la vita. Nella tradizione cinematografica di “The running man” e dell'amatoriale e godibilissimo “Contenders Serie 7”, anche i protagonisti di The Club dovranno battersi per la vita, attraversando labirintici livelli gremiti di nemici armati fino ai denti. Se gli ingredienti, violenza gratuita, sparatorie e adrenalina, sembrano gli stessi della quasi totalità degli shooter presenti sul mercato, la ricetta di Bizarre, che mescola un gameplay mutuato dai giochi di corse della serie Project Gotham Racing con pallottole e bombe a mano, si presenta come formula del tutto innovativa. Peccato che un comparto tecnico migliorabile e qualche difetto del gameplay impediscano di assegnare un voto più “rotondo”. Il multiplayer, però, é da provare.

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