The Devil Inside

The Devil Inside
di
GLI INDAGATORI DELL'INCUBO
Il plurale non é casuale. Difatti durante l'avventura vi potrete "sdoppiare". Agendo in punti ben precisi di alcune stanze (di solito delle fontane col simbolo del pentacolo dentro) vi potrete trasformare nel vostro alter ego femminil-demoniaco: Deva, una diavolessa incaricata dal demonio di riportare indietro le anime dei non-morti (mah...). Il sistema di controllo dei personaggi é relativamente semplice e del tutto analogo ai vari Resident Evil (con qualche aggiunta interessante): potete camminare, correre, spostarvi di lato, abbassarvi e chiaramente sparare ed interagire con gli ambienti circostanti (nei limiti del caso), ma non saltare, come del resto in tutti i survival horror (mai capito il perché...). Ogni oggetto-arma-munizione raccolto viene messo in un apposito inventario (identico a quello dei vari Tomb Raider), accessibile in qualunque istante. Anche il gameplay é quello classico di tutti i giochi di questo tipo, senza dubbio divertente ma abbastanza limitato nella meccanica esplorativa: si esplorano le stanze, si trova la chiave che apre la porta dell'altra stanza, che contiene il passaggio segreto, il quale porta ad una nuova sezione e così via
The Devil Inside
In un colpo solo eccovi il cameraman ed il punto di salvataggio, fatto a forma di un vecchio televisore.

Gli enigmi non sono mai particolarmente difficili o frustranti, anche se talvolta é presente qualche situazione apparentemente illogica che potrete superare solo grazie ad una discreta dose di inventiva. Fortunatamente, una volta tanto, il design della villa é un minimo plausibile e l'architettura degli ambienti é progettata quasi "come Dio comanda", a differenza dei due Resident Evil (nel primo la disposizione di stanze e corridoi é assolutamente ridicola e nel secondo la pianta della stazione di polizia farebbe schiattare dalle risate anche il più inabile degli architetti). Niente di particolarmente eclatante o innovativo, ma il tutto funziona in ogni caso a meraviglia. Pollice quasi verso invece per la scelta di introdurre Deva, probabilmente per variare un poco di più l'azione, che si rivela riuscita solo a metà. La differenza sostanziale con Dave é che non può usare le armi, ma solo le magie, che le vengono incrementate man mano accumulando le anime dei defunti, che si palesano sotto forma di globi verdi che aleggiano nell'aria dopo l'uccisione di particolari tipi di mostri. Ogni magia lanciata fa perdere a Deva un po' di mana, che però si ricarica automaticamente col passare del tempo. Bello, direte voi. Peccato che le magie nuove siano sì più potenti, ma anche nettamente più dispendiose proprio in termini di energia magica
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The Devil Inside

Luci ed ombre, dunque. Tirando le somme, devo dire che il bilancio finale resta in ogni caso decisamente positivo. Il gioco è senz'altro "solido", per merito della sua impostazione inusuale (non certo per la trama), ma soprattutto perché la struttura si appoggia su un gameplay ormai consolidato ed apprezzato dal pubblico. L'atmosfera generale, che resta quasi sempre tesa al punto giusto nonostante gli interventi di pubblico e presentatore, la quantità notevole di armi ed incantesimi, la varietà dei mostri e, lo ripeto, un'architettura delle stanze finalmente un minimo plausibile, rendono l'esplorazione piacevole e stimolano decisamente il proseguimento dell'avventura. Resta il rammarico per come è stato implementato il sistema delle telecamere, soprattutto per quanto riguarda la visuale da dietro, che pur essendo notevolmente più elastica delle telecamere fisse alla Resident Evil (permettendo quindi una completa fruibilità degli ambienti), rischia molte volte sia di farvi venire il mal di mare, a causa di una non ottimale taratura del movimento dello sguardo dei personaggi, sia di farvi morire o di sprecare inutilmente munizioni perché il mirino è coperto dalla vostra stessa persona.
Poco convincente anche la figura di Deva, il cui utilizzo si rivela decisamente più monotono della sua controparte maschile. Una parte grafica decisamente ben curata (anche se il bad clipping a volte è imbarazzante) ed un sonoro azzeccato (anche se alla lunga forse monotono), completano il tutto. Se avete amato Resident Evil e vi piacciono i survival horror, Devil Inside è un titolo senz'altro consigliato (e per certi aspetti qualitativamente superiore al blasonato titolo Capcom), che vi ripagherà indubbiamente della spesa. Se invece il sangue vi impressiona e/o cercate un'avventura dinamica innovativa, ricca di enigmi e momenti di riflessione, lasciate pure perdere. Un'ultima cosa. Nel caso propendeste per l'acquisto, vi consiglio di dare prima un'occhiata al box dell'hardware, visto che il motore grafico non è proprio il massimo della leggerezza...