The Dukes of Hazzard II: Daisy Dukes It Out
di
Redazione Gamesurf
"Questa é la ballata di Bo e Luke, due ragazzi che hanno una marcia in più...". Due bei ragazzi di campagna ed una macchina arancione scorrazzavano per la contea di Hazzard, galvanizzando la generazione anni '80 con un ritornello orecchiabilissimo e mille e più evoluzioni funamboliche a bordo di una favolosa Dodge Charter arancione, conosciuta ai più come Generale Lee
Un telefilm dall'esile trama, semplice pretesto per le folli manovre automobilistiche dei due cugini, due o tre poliziotti inetti e sfortunati ad inseguire, mai a buon esito, il clacson del mitico Generale, una cugina Daisy quanto mai avvenente, uno zio Jesse per rimediare ai pasticci dei nipoti, un cattivo di turno, Boss Hogg, dall'abito bianco e Cadillac con tanto di corno di bue sul cofano, un meccanico, Cooter, saggio e fidato complice della famiglia Duke e tanta polvere a condimento delle derapate degli autoveicoli
Tutto questo é Hazzard, contea americana della ribellione, di distillatori di alcool, di indipendentisti sudisti, di contrabbandieri e di telefilm. Il primo episodio a 32 bit della saga (South Peak Interactive), The Dukes of Hazzard: Racing For Home, risultò mediocre sotto ogni punto di vista, non riuscendo nel modo più assoluto a riportare in forma di poligoni l'euforia e la magia che sapeva, anni addietro, trasmettere il tubo catodico
Non contenti dei pessimi risultati (e per la qualità intrinseca del prodotto e per le vendite del prodotto stesso) i programmatori della South Peak Interactive decidono ora di immettere nel panorama videoludico il secondo capitolo della saga: The Dukes of Hazzard: Daisy Dukes It Out. Assodati i dubbi sull'inutile e deleteria tempestività del lancio del nuovo episodio, vien da chiedersi il perché di tanta e tale disattenzione nella programmazione di un odierno titolo PlayStation, tenuto conto, oltretutto, degli attuali standard di qualità estetica e tecnica
PORTIERE BLOCCATE E BANDIERA SUDISTA
Il nuovo protagonista, messo comunque in ombra dall'appeal che genera il pacchetto Bo-Luke-Generale Lee, dovrebbe essere Daisy Duke, a bordo della sua candida Jeep, attraverso una serie di missioni (18 per la precisione) nella contea di Hazzard. L'introduzione in computer grafica sembra essere stata letteralmente copiata dal precedente episodio e qui incollata: chitarre folk, due o tre derapate attraverso i campi, un salto del Generale Lee e una rapida carrellata di quelli che saranno i protagonisti del gioco. E fin qui possiamo ancora chiudere un occhio. Il menù principale metterà a disposizione dell'utente una scarna rosa di possibilità di gioco, relegando la scelta all'avventura suddivisa in missioni, sulla falsariga dell'impostazione a puntate della controparte televisiva o semplice "Joy Ride", pressoché inutile, con cui girare liberamente per gli scenari con il mezzo che più ci aggraderà. Nella modalità "Mission" saremo costretti a fuggire all'impazzata da pattuglie di polizia in una sorta di "guardie e ladri", infischiandocene del rispetto ambientale e sfidando apertamente ogni mezzo delle forze dell'ordine. Non mancheranno sessioni in cui lo scopo sarà quello di giungere nel minor tempo possibile in un determinato punto della contea, seminare le volanti di Rosco e Cletus volando su ponticelli di legno e saltando su due ruote sui frequenti dossi di sabbia "da lavori in corso" o bloccare tempestivamente la fuga di qualche criminale
Un telefilm dall'esile trama, semplice pretesto per le folli manovre automobilistiche dei due cugini, due o tre poliziotti inetti e sfortunati ad inseguire, mai a buon esito, il clacson del mitico Generale, una cugina Daisy quanto mai avvenente, uno zio Jesse per rimediare ai pasticci dei nipoti, un cattivo di turno, Boss Hogg, dall'abito bianco e Cadillac con tanto di corno di bue sul cofano, un meccanico, Cooter, saggio e fidato complice della famiglia Duke e tanta polvere a condimento delle derapate degli autoveicoli
Tutto questo é Hazzard, contea americana della ribellione, di distillatori di alcool, di indipendentisti sudisti, di contrabbandieri e di telefilm. Il primo episodio a 32 bit della saga (South Peak Interactive), The Dukes of Hazzard: Racing For Home, risultò mediocre sotto ogni punto di vista, non riuscendo nel modo più assoluto a riportare in forma di poligoni l'euforia e la magia che sapeva, anni addietro, trasmettere il tubo catodico
Non contenti dei pessimi risultati (e per la qualità intrinseca del prodotto e per le vendite del prodotto stesso) i programmatori della South Peak Interactive decidono ora di immettere nel panorama videoludico il secondo capitolo della saga: The Dukes of Hazzard: Daisy Dukes It Out. Assodati i dubbi sull'inutile e deleteria tempestività del lancio del nuovo episodio, vien da chiedersi il perché di tanta e tale disattenzione nella programmazione di un odierno titolo PlayStation, tenuto conto, oltretutto, degli attuali standard di qualità estetica e tecnica
PORTIERE BLOCCATE E BANDIERA SUDISTA
Il nuovo protagonista, messo comunque in ombra dall'appeal che genera il pacchetto Bo-Luke-Generale Lee, dovrebbe essere Daisy Duke, a bordo della sua candida Jeep, attraverso una serie di missioni (18 per la precisione) nella contea di Hazzard. L'introduzione in computer grafica sembra essere stata letteralmente copiata dal precedente episodio e qui incollata: chitarre folk, due o tre derapate attraverso i campi, un salto del Generale Lee e una rapida carrellata di quelli che saranno i protagonisti del gioco. E fin qui possiamo ancora chiudere un occhio. Il menù principale metterà a disposizione dell'utente una scarna rosa di possibilità di gioco, relegando la scelta all'avventura suddivisa in missioni, sulla falsariga dell'impostazione a puntate della controparte televisiva o semplice "Joy Ride", pressoché inutile, con cui girare liberamente per gli scenari con il mezzo che più ci aggraderà. Nella modalità "Mission" saremo costretti a fuggire all'impazzata da pattuglie di polizia in una sorta di "guardie e ladri", infischiandocene del rispetto ambientale e sfidando apertamente ogni mezzo delle forze dell'ordine. Non mancheranno sessioni in cui lo scopo sarà quello di giungere nel minor tempo possibile in un determinato punto della contea, seminare le volanti di Rosco e Cletus volando su ponticelli di legno e saltando su due ruote sui frequenti dossi di sabbia "da lavori in corso" o bloccare tempestivamente la fuga di qualche criminale
The Dukes of Hazzard II: Daisy Dukes It Out
The Dukes of Hazzard II: Daisy Dukes It Out
The Dukes of Hazzard: Daisy Dukes It Out delude l'utente palesando bug, difetti grafici, sviste di programmazione, un sistema di controllo precario e per lo più impreciso e un concept di gioco trito e ritrito. Neanche i più accaniti fan della serie potrebbero ricavare una benché minima soddisfazione alla vista dei loro eroi resi a forma poligonale. Sconsigliato quindi al piccolo, grande e medio pubblico.