The Dukes of Hazzard: Racing for Home

The Dukes of Hazzard Racing for Home
di
Bo & Luke. Sigh'n'sob che tempi... Trattasi della coppia che più ha influenzato la mia vita, dopo Daevid Allen & Gilli Smyth (i Gong) e Cochi & Renato (Cochi & Renato). Però anche anche il Ken Parker di Berardi & Milazzo c'ha dato dentro di brutto..
Ma stavamo dicendo di Bo & Luke. Che storia! Due ragazzoni con la faccia pulita come non se ne fanno più, da buoni americani cresciuti a badilate di valori e torta di mele in abbondanza, tipo Bill Paxton insomma. Ricordiamo i nostri a bordo del leggendario Generale Lee, cassettone su quattro ruote con meno poligoni di una Innocenti Koral color muco di Siena bruciato, a sfrecciare a destra e a manca per le strade della contea, al solo scopo di togliere dalle peste l' irriconoscente Boss Hogg (di cui avrei sempre voluto conoscere lo stilista), sfuggendo alle gazzelle di poco lucidi poliziotti locali
The Dukes of Hazzard: Racing for Home
Il fascino weird delle muscle-car è sempre impareggiabile.

E in questo vigeva solo sano idealismo anni '70, mai quindi un mezzo conato di arrivismo da parte dei nostri perché, é bene ricordarlo, Bo & Luke non cercano il trofeo, ma mi reinventano il rodeo, mi reinventano! E che dire dello zio Jesse, versione psichedelica del nonno di Heidi, e della cugina Deasy, tipica ragazza scartata da un provino per un film di Russ Meyer? E di Rosco allora? Non c'é che dirne bene, chiaramente. E come pronunciarsi infine, su questo tie-in arrivato fra il lusco e il brusco?
DOH é un arcade di guida a missioni, che si vorrebbe ispirare al buon Intestate '76, ma che finisce solo per scimmiottarlo (male). Nel gioco avremo a che fare con una sequenza di missioni da affrontare consecutivamente; ognuna di esse ci vedrà a bordo di una vettura a "far qualcosa" in un tracciato sempre uguale a se stesso. Ogni stage di gioco é introdotto da un filmatello di cortesia, in una risibile computer grafica caratterizzata da pessimi modelli 3D ed animazioni degne di uno sci-fi degli anni '50 con Vincent Price (o, a scelta, di uno stage di Primal Rage)
Il primo obbiettivo che il gioco manca clamorosamente é quello di immergerci in quella magica atmosfera targata '70. Interstate '76 ci riusciva in pieno, mentre DOH al massimo ci cala nella funesta atmosfera dei budget game venduti a prezzo pieno (non se ne sentiva la mancanza). Non c'é niente che ci richiami alla mente i fasti della serie televisiva, e anche l'accompagnamento sonoro é assolutamente banale e deludente: i fasti di Intestate '76 e di Grand Theft Auto, anche in questo senso, sono di un altro pianeta
The Dukes of Hazzard: Racing for Home
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The Dukes of Hazzard: Racing for Home

Il gioco non convince sotto nessun aspetto, e nemmeno si impegna di rendersi piacevole da giocare. E' mal programmato, noioso e ben poco divertente. Se costasse un quinto del suo prezzo, con un bel po' di buona volontà potrebbe rendersi almeno "sopportabile", ma non è così. Un titolo del genere farebbe irritare non poco lo Zio Jesse, quindi meglio risparmiare il centone ed investirlo in qualcosa d'altro. Anche i fanatici della serie televisiva si tengano alla larga da questo titolo, che comunque non ha niente da spartire con essa. In sintesi, DOH non merita l'acquisto (si era capito?).