The Elder Scrolls IV: Shivering Isles
di
Redazione Gamesurf
Il fantasy medioevaleggiante di "The Elder Scrolls IV: Oblivion" ha coinvolto milioni di giocatori, che negli ultimi due anni (scarsi), hanno esplorato in lungo ed in largo il magico regno di Tamriel. Come tutte le cose belle, però, anche un gioco di ruolo immenso come questo era destinato a finire, non prima che i ragazzi di Bethesda Softworks gli regalassero una degna espansione. Dopo una prima pubblicazione in esclusiva per il Market Place di Xbox Live, "The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" raggiunge oggi i luccicanti supporti ottici sotto l'etichetta Ubisoft, che per l'occasione gli ha affiancato l'ottimo pacchetto aggiuntivo "Knigths of the Nine". Terminata l'installazione di un giga abbondante di dati sul hdd di 360, saremo quindi pronti per attraversare il magico portale che gli sviluppatori, con un intelligente espediente narrativo, hanno situato su di un isolotto posto al centro della baia di Niven, e che ci porterà direttamente sulle isole.
Le Shivering Isles sono infatti un arcipelago del tutto alieno al mondo di Tamriel, ma perfettamente integrato con la sua storia, sul quale regna il principe della follia Sheogorat. La trama di questa espansione prevede che, vedendo il suo regno insidiato da una misteriosa minaccia esterna, l'eccentrico monarca cominci la ricerca di un campione tanto abile da proteggere le sue terre, e chi in esse abita. Inizierà così per noi, aspiranti campioni di professione, un'avventura epica che estenderà il nostro rapporto con il titolo Bethesda di un buon numero di ore, nel corso delle quali impareremo a conoscere le due anime della follia. L'arcipelago è infatti suddiviso in due sezioni, Mania e Demenza, chiaramente distinguibili dall'atmosfera generale e dalla natura delle quest che vi dovremo risolvere. Nonostante questa netta separazione, Il design di entrambe le sezioni ricorderà molto da vicino quello che gli appassionati di lunga data hanno potuto apprezzare nel precedente capitolo della saga delle "antiche pergamene". "The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" sembra infatti citare apertamente le ambientazioni dell'indimenticato "The Elder Scrolls III: Morrowind" grazie ad una vegetazione lussureggiante quanto particolare, e grazie ad un design degli insediamenti molto simile a quello mostrato dall'illustre antenato.
Ogni angolo delle isole potrebbe riservarci malsani acquitrini, alberi contorti dall'umidità, oppure boschi di funghi tanto alti da sfidare gli dei, mentre i centri abitati fonderanno stili differenti creando confusione, ma al tempo stesso, una sorta di equilibrio. La pallete utilizzata per colorare le isole differirà radicalmente a seconda della zona che decideremo di visitare, a Mania saranno le tonalità calde ed i colori eccessivamente saturi ad ipnotizzarci, mentre a Demenza, le tonalità spente e "malate" ci faranno desiderare fortemente di essere altrove. Il tutto è stato confezionato con cura certosina, e l'immaginifico risultato finale contrasta apertamente con i bucolici paesaggi all'acquerello di Tamriel che, dobbiamo dirlo, avevano finito per annoiare ben più di un giocatore.
Questa varietà visiva si ripercuoterà anche sul carattere dei personaggi non giocanti, e quindi sui deliranti dialoghi che potremo intessere con essi, sulla qualità dell'equipaggiamento e sulla natura del bestiario implementato, ricco di mostri interessati dalle resistenze \ debolezze più stravaganti. Molti dei compiti che ci verranno assegnati sulle isole prevederanno infine più vie risolutive, ed il giocatore si troverà spesso nella condizione di scegliere quella che preferisce tra diverse varianti, che esuleranno da concetti fondamentali come quello di bene o di male.
Questo espediente dovrebbe rinfrescare un gameplay che non ha subito alcuna variazione nella sua struttura di base e che, per quanto buono, aveva suscitato qualche perplessità subito dopo la pubblicazione del gioco. Naturalmente non abbiamo niente di nuovo da segnale anche sotto il profilo tecnico; l'Aurora Engine non è stato modificato di una virgola, anche se le nuove ambientazioni hanno evidenziato la maggior esperienza che il team di sviluppo ha accumulato con gli strumenti di editing. La localizzazione nella nostra lingua dei soli testi a schermo, infine, ci è sembrata più che buona, un risultato per niente scontato considerando il tono generale delle conversazioni.
"The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" è in definitiva un ottima espansione, che non modifica una giocabilità collaudata e largamente apprezzata, concentrandosi sulla quantità e la qualità dei contenuti proposti. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma questo è, ed a noi basta; lo stile con cui sono state rappresentate le isole e la natura di personaggi e quest, ci hanno convinto che, a differenza di altre occasioni, non ci troviamo di fronte ad una semplice operazione commerciale, ma ad un espansione voluta e ragionata, che completa degnamente un titolo importante come "Oblivion".
Le Shivering Isles sono infatti un arcipelago del tutto alieno al mondo di Tamriel, ma perfettamente integrato con la sua storia, sul quale regna il principe della follia Sheogorat. La trama di questa espansione prevede che, vedendo il suo regno insidiato da una misteriosa minaccia esterna, l'eccentrico monarca cominci la ricerca di un campione tanto abile da proteggere le sue terre, e chi in esse abita. Inizierà così per noi, aspiranti campioni di professione, un'avventura epica che estenderà il nostro rapporto con il titolo Bethesda di un buon numero di ore, nel corso delle quali impareremo a conoscere le due anime della follia. L'arcipelago è infatti suddiviso in due sezioni, Mania e Demenza, chiaramente distinguibili dall'atmosfera generale e dalla natura delle quest che vi dovremo risolvere. Nonostante questa netta separazione, Il design di entrambe le sezioni ricorderà molto da vicino quello che gli appassionati di lunga data hanno potuto apprezzare nel precedente capitolo della saga delle "antiche pergamene". "The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" sembra infatti citare apertamente le ambientazioni dell'indimenticato "The Elder Scrolls III: Morrowind" grazie ad una vegetazione lussureggiante quanto particolare, e grazie ad un design degli insediamenti molto simile a quello mostrato dall'illustre antenato.
Ogni angolo delle isole potrebbe riservarci malsani acquitrini, alberi contorti dall'umidità, oppure boschi di funghi tanto alti da sfidare gli dei, mentre i centri abitati fonderanno stili differenti creando confusione, ma al tempo stesso, una sorta di equilibrio. La pallete utilizzata per colorare le isole differirà radicalmente a seconda della zona che decideremo di visitare, a Mania saranno le tonalità calde ed i colori eccessivamente saturi ad ipnotizzarci, mentre a Demenza, le tonalità spente e "malate" ci faranno desiderare fortemente di essere altrove. Il tutto è stato confezionato con cura certosina, e l'immaginifico risultato finale contrasta apertamente con i bucolici paesaggi all'acquerello di Tamriel che, dobbiamo dirlo, avevano finito per annoiare ben più di un giocatore.
Questa varietà visiva si ripercuoterà anche sul carattere dei personaggi non giocanti, e quindi sui deliranti dialoghi che potremo intessere con essi, sulla qualità dell'equipaggiamento e sulla natura del bestiario implementato, ricco di mostri interessati dalle resistenze \ debolezze più stravaganti. Molti dei compiti che ci verranno assegnati sulle isole prevederanno infine più vie risolutive, ed il giocatore si troverà spesso nella condizione di scegliere quella che preferisce tra diverse varianti, che esuleranno da concetti fondamentali come quello di bene o di male.
Questo espediente dovrebbe rinfrescare un gameplay che non ha subito alcuna variazione nella sua struttura di base e che, per quanto buono, aveva suscitato qualche perplessità subito dopo la pubblicazione del gioco. Naturalmente non abbiamo niente di nuovo da segnale anche sotto il profilo tecnico; l'Aurora Engine non è stato modificato di una virgola, anche se le nuove ambientazioni hanno evidenziato la maggior esperienza che il team di sviluppo ha accumulato con gli strumenti di editing. La localizzazione nella nostra lingua dei soli testi a schermo, infine, ci è sembrata più che buona, un risultato per niente scontato considerando il tono generale delle conversazioni.
"The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" è in definitiva un ottima espansione, che non modifica una giocabilità collaudata e largamente apprezzata, concentrandosi sulla quantità e la qualità dei contenuti proposti. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma questo è, ed a noi basta; lo stile con cui sono state rappresentate le isole e la natura di personaggi e quest, ci hanno convinto che, a differenza di altre occasioni, non ci troviamo di fronte ad una semplice operazione commerciale, ma ad un espansione voluta e ragionata, che completa degnamente un titolo importante come "Oblivion".
The Elder Scrolls IV: Shivering Isles
8
Voto
Redazione
The Elder Scrolls IV: Shivering Isles
Sfruttando la scia della nuova "game of the year edition", Ubisoft propone un DVD che farà felici tutti coloro che non hanno voluto \ potuto aggiornare la propria copia di "The Elder Scrolls IV: Oblivion" dal Market Place di Xbox Live. La qualità e la quantità dei contenuti proposti in questa espansione vale sicuramente la spesa che, considerando la presenza dell'ottimo pacchetto aggiuntivo "Knigths of the Nine", risulta persino più contenuta di quanto proposto dal servizio di digital delivery di Microsoft. "The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" non propone nulla di veramente nuovo, ma un "more of the same" di sicuro successo, che riafferma con forza la formula del titolo originale. Se avete abbandonato le terre di Tamriel, ma sentite il bisogno di tornarci, "The Elder Scrolls IV: Shivering Isles" è la scusa che stavate aspettando!