The Elder Scrolls V: Skyrim
Il nuovo eroe che viene dal freddo
Avvicinarsi a The Elder Scrolls V: Skyrim ha un gusto del tutto particolare. Stiamo ovviamente parlando del quinto capitolo della saga GDR che ha reso famosi gli studi Bethesda, conquistando milioni e milioni di giocatori a partire da Arena, titolo apparso su Personal Computer nel lontano 1994. Basti pensare che il suo predecessore, Oblivion, ancora oggi é saldamente ai primo posti tra i giochi preferiti dagli amanti del fantasy classico, grazie ad indubbie qualità e a una longevità capace di intrattenere l'utente per centinaia di ore. E se Oblivion arrivò con i primi vagiti della attuale generazione di console, Skyrim segna il proprio debutto quando sono ormai chiare le avvisaglie dei futuri annunci delle prossime macchine da gioco. Insomma, volenti o nolenti, é impossibile non porsi davanti a questa nuova opera senza tenere presente il quarto The Elder Scrolls come, d'altro canto, é giusto che sia.
L'azione questa volta si sposta nel continente più a nord del nostro mondo, Skyrim, terra da sempre appartenente (almeno nelle intenzioni) alla razza Nord e sferzata da neve e freddo, ma non per questo incapace di mostrare zone con una vegetazione rigogliosa, una fauna varia e pericolosa e città brulicanti di vita. Non é certo questo il luogo per darvi troppe anticipazioni sulla trama, vi basti sapere che saremo letteralmente catapultati in una situazione d'emergenza dovuta alla comparsa dei draghi, mostri dalla terribile potenza ritenuti, sino a poco tempo fa, semplici parti della fantasia e lasciti di antiche leggende. Noi non saremo semplici spettatori degli accadimenti, ma rappresenteremo un punto importante di tutta questa storia perché, come scopriremo in breve tempo, nelle nostre vene scorrerà il Sangue di Drago, un mistico potere che potrebbe darci la possibilità di diventare parte integrante della storia futura di tutta Skyrim.
Benissimo, abbiamo una trama di base su cui si muove il gioco, ma come sanno già i “gidierristi” di vecchia data, un episodio di The Elder Scrolls non é fatto da un singolo filo narrativo. The Elder Scrolls é un mondo che si muove attorno ad un protagonista, anzi: é un personaggio che si trova a muoversi in un mondo vivo e capace di funzionare anche senza di lui, nel bene e nel male. Skyrim, in questo, non fa differenza alcuna rispetto ai suo predecessori, mettendoci subito nella condizione di capire che avremo a nostra disposizione un intero continente da visitare... a patto di averne la capacità! Tutto si muove con la classica impostazione data dalla visuale in prima persona con l'opzione di “switchare” alla telecamera alle spalle del nostro eroe, scelta presente dai tempi di Morrowind (il terzo episodio), ma finalmente dotata di una propria dignità.
Nascita e crescita di un personaggio
Certo, prima di decidere come inquadrare il nostro eroe... dovremo crearlo, ovviamente inserendo la sua “nascita” in una situazione ben precisa che ci porterà a deciderne le fattezze, ma soprattutto la razza, districandoci tra le dieci classiche possibilità che varieranno da diverse tipologie di umani, elfi e altro ancora. Naturalmente la scelta andrà a influenzare diversi elementi, a partire dalle qualità iniziali del personaggio. Inutile dire che un orco sarà ottimo in combattimento, ma meno dotato nella magia, mentre un elfo avrà nelle vene maggiori capacità magiche mentre potrebbe perdere qualche punto andando a sfidare gli avversari corpo a corpo. Inoltre in base alle vostre origini avrete un rapporto differente con le persone che incontrerete. Essere parte della razza Nord sarà il modo migliore per parlare agevolmente con tutti (o quasi) gli abitanti della fredda Skyrim, mentre un felino Khajiit verrà puntualmente additato come persona poco gradita per la tendenza al borseggio dei suoi compatrioti.
La crescita del nostro avatar segue canoni abbastanza classici, variando però alcuni degli elementi visti in passato. Per prima cosa avremo solo tre qualità basilari: Salute, Vigore e Magicka. La prima sarà la nostra mera forza vitale, la seconda ci permetterà di compiere azioni come scattare o utilizzare abilità particolari, mentre la terza rappresenterà la classica energia magica. Ognuna di queste sarà visualizzata in una barra e verrà recuperata più o meno velocemente passando il tempo senza combattere. Ogni volta che saliremo di livello (compiendo particolari azioni o combattendo) potremo aumentare i parametri di una di queste, per poi passare ad assegnare punti all'albero dei talenti.
Non é andato perso il sistema secondo cui più faremo una cosa più saremo bravi nell'eseguirla e infatti verrà legato all'albero di cui sopra. Ogni livello raggiunto avremo un punto da spendere in una skill e in base a quanto la avremo sviluppata (tramite allenamento o per innata capacità) potremo assegnare il punto ad un Talento (capacità che si ramificheranno dalle skill principali). Le skill sono diciannove, meno rispetto ai precedenti capitoli, ma la lista sembra essere stata semplicemente “scremata” al meglio, lasciando comunque una quantità enorme di possibilità, tutte mediamente utili sul campo in base alla tipologia di giocatore che saremo. Qualche numero a riguardo? Vi basti sapere che i talenti sono ben 280 e che i livelli d'esperienza saranno 75... insomma, meglio studiare a dovere le scelte da fare!
Avvicinarsi a The Elder Scrolls V: Skyrim ha un gusto del tutto particolare. Stiamo ovviamente parlando del quinto capitolo della saga GDR che ha reso famosi gli studi Bethesda, conquistando milioni e milioni di giocatori a partire da Arena, titolo apparso su Personal Computer nel lontano 1994. Basti pensare che il suo predecessore, Oblivion, ancora oggi é saldamente ai primo posti tra i giochi preferiti dagli amanti del fantasy classico, grazie ad indubbie qualità e a una longevità capace di intrattenere l'utente per centinaia di ore. E se Oblivion arrivò con i primi vagiti della attuale generazione di console, Skyrim segna il proprio debutto quando sono ormai chiare le avvisaglie dei futuri annunci delle prossime macchine da gioco. Insomma, volenti o nolenti, é impossibile non porsi davanti a questa nuova opera senza tenere presente il quarto The Elder Scrolls come, d'altro canto, é giusto che sia.
L'azione questa volta si sposta nel continente più a nord del nostro mondo, Skyrim, terra da sempre appartenente (almeno nelle intenzioni) alla razza Nord e sferzata da neve e freddo, ma non per questo incapace di mostrare zone con una vegetazione rigogliosa, una fauna varia e pericolosa e città brulicanti di vita. Non é certo questo il luogo per darvi troppe anticipazioni sulla trama, vi basti sapere che saremo letteralmente catapultati in una situazione d'emergenza dovuta alla comparsa dei draghi, mostri dalla terribile potenza ritenuti, sino a poco tempo fa, semplici parti della fantasia e lasciti di antiche leggende. Noi non saremo semplici spettatori degli accadimenti, ma rappresenteremo un punto importante di tutta questa storia perché, come scopriremo in breve tempo, nelle nostre vene scorrerà il Sangue di Drago, un mistico potere che potrebbe darci la possibilità di diventare parte integrante della storia futura di tutta Skyrim.
Benissimo, abbiamo una trama di base su cui si muove il gioco, ma come sanno già i “gidierristi” di vecchia data, un episodio di The Elder Scrolls non é fatto da un singolo filo narrativo. The Elder Scrolls é un mondo che si muove attorno ad un protagonista, anzi: é un personaggio che si trova a muoversi in un mondo vivo e capace di funzionare anche senza di lui, nel bene e nel male. Skyrim, in questo, non fa differenza alcuna rispetto ai suo predecessori, mettendoci subito nella condizione di capire che avremo a nostra disposizione un intero continente da visitare... a patto di averne la capacità! Tutto si muove con la classica impostazione data dalla visuale in prima persona con l'opzione di “switchare” alla telecamera alle spalle del nostro eroe, scelta presente dai tempi di Morrowind (il terzo episodio), ma finalmente dotata di una propria dignità.
Nascita e crescita di un personaggio
Certo, prima di decidere come inquadrare il nostro eroe... dovremo crearlo, ovviamente inserendo la sua “nascita” in una situazione ben precisa che ci porterà a deciderne le fattezze, ma soprattutto la razza, districandoci tra le dieci classiche possibilità che varieranno da diverse tipologie di umani, elfi e altro ancora. Naturalmente la scelta andrà a influenzare diversi elementi, a partire dalle qualità iniziali del personaggio. Inutile dire che un orco sarà ottimo in combattimento, ma meno dotato nella magia, mentre un elfo avrà nelle vene maggiori capacità magiche mentre potrebbe perdere qualche punto andando a sfidare gli avversari corpo a corpo. Inoltre in base alle vostre origini avrete un rapporto differente con le persone che incontrerete. Essere parte della razza Nord sarà il modo migliore per parlare agevolmente con tutti (o quasi) gli abitanti della fredda Skyrim, mentre un felino Khajiit verrà puntualmente additato come persona poco gradita per la tendenza al borseggio dei suoi compatrioti.
La crescita del nostro avatar segue canoni abbastanza classici, variando però alcuni degli elementi visti in passato. Per prima cosa avremo solo tre qualità basilari: Salute, Vigore e Magicka. La prima sarà la nostra mera forza vitale, la seconda ci permetterà di compiere azioni come scattare o utilizzare abilità particolari, mentre la terza rappresenterà la classica energia magica. Ognuna di queste sarà visualizzata in una barra e verrà recuperata più o meno velocemente passando il tempo senza combattere. Ogni volta che saliremo di livello (compiendo particolari azioni o combattendo) potremo aumentare i parametri di una di queste, per poi passare ad assegnare punti all'albero dei talenti.
Non é andato perso il sistema secondo cui più faremo una cosa più saremo bravi nell'eseguirla e infatti verrà legato all'albero di cui sopra. Ogni livello raggiunto avremo un punto da spendere in una skill e in base a quanto la avremo sviluppata (tramite allenamento o per innata capacità) potremo assegnare il punto ad un Talento (capacità che si ramificheranno dalle skill principali). Le skill sono diciannove, meno rispetto ai precedenti capitoli, ma la lista sembra essere stata semplicemente “scremata” al meglio, lasciando comunque una quantità enorme di possibilità, tutte mediamente utili sul campo in base alla tipologia di giocatore che saremo. Qualche numero a riguardo? Vi basti sapere che i talenti sono ben 280 e che i livelli d'esperienza saranno 75... insomma, meglio studiare a dovere le scelte da fare!
The Elder Scrolls V: Skyrim
9.5
Voto
Redazione
The Elder Scrolls V: Skyrim
The Elder Scrolls V: Skyrim non solo mantiene le promesse e convince, ma riesce persino a stupirci. Si, perché sebbene sapessimo tutti quali qualità vi sono nel team Bethesda, toccare con mano il lavoro svolto sul gioco lascia a dir poco piacevolmente soddisfatti. Rispetto ad Oblivion sembra quasi di aver fatto un salto generazionale e tutto funziona alla perfezione, nonostante qualche piccola sbavatura dei controlli e dei classici bug che non possono mancare in un impianto di simile grandezza. Tecnicamente imponente, gameplay profondo e longevità estrema fanno da contorno d'eccezione ad una trama accattivante e ad un mondo “vivo” che ci gira in torno senza mai fermarsi. Skyrim é un titolo imperdibile, capace di alzare di molto “l'asticella del salto” da compiere per definirsi capolavoro. Una figura pesante per i giochi che verranno da qui in poi, una sicurezza per l'utenza che potrebbe aver trovato il suo messia in salsa fantasy.