The Expendables 2 Videogame

di Massimiliano Pacchiano
C'era un tempo in cui i tie-in invadevano gli scaffali dei negozi di videogiochi. All'epoca la maggior parte di essi se ne stavano paciosamente all'interno di scatoline di cartone o plastica, e risiedevano su supporti ormai dimenticati come audiocassette o strani dischi magnetici. Tutti i maggiori film di richiamo usciti negli anni '80 e '90 avevano il loro bel videogioco correlato, da Rambo a Danko (Red Heat) passando per Gli Intoccabili e Il Giustiziere della Notte (Deathwish 3). E se nel tempo si é un po' perso quel gusto per i film americani tutta azione e muscoli, figli della guerra fredda e dell'edonismo di quell'epoca, anche la moda dei tie-in é andata scemando. Licenze cinematografiche sempre più costose e diffidenza degli utenti verso questo tipo di produzioni hanno decretato un rapido declino del genere, che oggi é appannaggio quasi totale dei film di animazione (il cui pubblico meno smaliziato é senz'altro più facile da approcciare).

Ma ecco che in un sol colpo ritroviamo lo spirito anni '80 di entrambi questi mondi: un film d'azione di stampo classico (con tanto di protagonisti e citazioni dalla vecchia scuola degli action-movies) dà vita ad un gioco arcade tutta azione a base di proiettili ed esplosioni come non si vedevano dai tempi di Ikari Warriors e Rambo 2. A dirla tutta il revival é così fedele che come all'epoca anche la qualità del gioco é ben lontana dai primi della classe, ma di questo ne parleremo tra poco. I due The Expendables cinematografici vedono come protagonisti tutta una serie di famose star del cinema “esplosivo” degli ultimi trent'anni: da Stallone a Statham passando per Lundgren, Jet Li e Van Damme. Non mancano notevoli cameo di altre leggende del genere (che non spoileriamo per chi non avesse visto i film) e citazioni assortite con meta-battute che giocano molto sul ruolo e sulle rivalità di questi personaggi all'interno dello stardom.



Ebbene, il videogioco di Expendables 2 punta molto sulla presenza scenica di queste figure, tanto che le fattezze degli attori sono riprodotte più o meno fedelmente nei relativi modelli poligonali e nei ritratti a bordo schermo. Ognuno dei quattro protagonisti disponibili ha una diversa coppia di armi base che determina anche il loro approccio alle meccaniche sparacchine. Ovviamente nel corso del gioco si possono raccogliere nuove armi trovate a terra ed usarle finché sono cariche, ma l'equipaggiamento di default dei quattro eroi ricalca in qualche modo ciò che si era visto nei due film: Stallone/Barney é un abile pistolero in grado di impugnare due Kimber e centrare bersagli in corsa, oppure di usare una sola colt sventagliando il “cane” per avere un fuoco rapido e concentrato, ma solo da fermo. Lungdren/Gunner utilizza normalmente un potente fucile da cecchino con mirino laser, fuoco molto cadenzato ma precisissimo e passo rallentato durante la mira; ma può anche decidere di affidarsi al suo fucile a pompa dal fuoco più rapido e dal raggio decisamente ampio. Crews/Caesar (il gigante di colore) utilizza fucile e lanciagranate; infine Jet Li/Yang preferisce un mitragliatore MP9 e coltelli da lancio. Riguardo quest'ultimo personaggio, é necessaria una spiegazione: nonostante Jet Li non sia presente nel secondo film (se non in un piccolo cameo all'inizio) il gioco si svolge presumibilmente tra la prima e la seconda avventura cinematografica, quando Yang faceva ancora parte della squadra (e magari continuava a chiedere un aumento per la sua inesistente famiglia). Purtroppo Jason Statham non appare nel gioco, forse relegato al ruolo di semplice pilota; tuttavia le sue abilità di lanciatore di coltelli vengono comunque “ereditate” da Yang.

Il gioco é un classico sparatutto con visuale dall'alto: come già accennato ricorda i vecchi classici del genere in stile Commando o Guerrilla War/Guevara. Ovviamente i controlli fanno uso del sistema “twin stick”, col sinistro per muoversi ed il destro per mirare; si fa fuoco col classico grilletto ed é possibile rotolare per schivare i colpi, ripararsi (ma solo dietro alcuni elementi specifici) e usare granate (rispettivamente esplosive, flashbang, mine e fumogene). Queste ultime si guadagnano effettuando uccisioni: c'é una barra che si riempie regalandoci fino a 3 granate ed infine una “fatality” diversa per ogni personaggio, la quale si effettua tenendo premuto X vicino a un nemico qualsiasi. E' anche presente un semplice attacco corpo a corpo da effettuare con il tasto B, e che risulta utile negli incontri ravvicinati.



Il gioco é diviso in 4 missioni da 5 livelli l'una, per un totale di 20 stage. Verranno alternati livelli normali (piuttosto lunghi), a quattro brevi sezioni in stile Operation Wolf dove muoveremo solo dei mirini per falcidiare gli avversari e distruggere i loro mezzi. Alla fine di ogni stage guadagneremo dei punti esperienza, che potremo usare per potenziare le armi di base, aumentare la resistenza o la velocità del personaggio e cose del genere. E' possibile giocare in quattro, sia in locale che online; se però i giocatori saranno di meno, la CPU si occuperà di gestire i rimanenti. I giocatori umani potranno comunque cambiare personaggio in qualsiasi momento tra quelli non controllati: ciò tornerà utile nei rari casi in cui bisognerà usare le abilità speciali dei personaggi (far saltare barricate, bucare reti, tranciare cavi) o quando moriremo. Come ogni gioco co-op che si rispetti é possibile infatti resuscitare i compagni caduti, ma se tutti sono a terra scatterà il game over e si sarà costretti a ricominciare dall'ultimo checkpoint. Ci sono solo due livelli di difficoltà: facile e difficile. Con il primo (easy), il gioco é una passeggiata e morirete di rado, mentre il secondo (hard) costringe il giocatore ad alternare lunghe e noiose fasi “sparamuretto” dietro le trincee ad altre mal calibrate dove non ci sono coperture o si viene circondati, col risultato che la morte arbitraria é dietro l'angolo. Sitting duck simulator, insomma.

Ma veniamo appunto al gameplay vero e proprio, che é un discreto disastro. Nonostante il gioco non sia affatto realistico nelle meccaniche (i quattro eroi si prendono quantità smodate di piombo e guariscono alla velocità della luce), non riesce ad essere nemmeno giocabile come un vero arcade vecchio stile. Nei giochi del passato spesso si moriva con un singolo colpo, ma i proiettili nemici erano ben visibili ed evitabili, mentre il proprio volume di fuoco era sempre costante e decisamente letale. Al contrario di quel che si possa pensare, cambiare questi parametri verso il realismo non migliora il gioco, ma lo peggiora: abbiamo nemici piuttosto idioti ma coriacei che sparano proiettili semi-invisibili e impossibili da evitare se non rotolando in giro o nascondendosi; un volume di fuoco spesso ridicolo per potenza, gittata o cadenza,con notevoli pause per ricaricare l'arma. Il risultato é un gioco dove il divertimento é davvero molto scarso, e dove l'unico modo per non essere sforacchiati a livello hard é quello di nascondersi dove si può, esporsi poco, sfruttare i pochi muretti e pregare tutti i santi in paradiso quando si viene circondati. Certamente avanzando si può migliorare la performance delle armi e dei personaggi, ma se Dead Nation era riuscito egregiamente a portare le vecchie meccaniche degli sparatutto “appiedati” nell'era moderna, con un'azione piuttosto realistica ma molto chiara, divertente e rigorosa nelle sue meccaniche.. perché The Expendables 2 non ci riesce? Sarà che i game designer hanno sbagliato un po' tutto.

Passiamo infine all'aspetto tecnico, non meno disastroso. La grafica é piuttosto scialba, con ambienti generalmente poveri, texture mediocri e protagonisti che ricalcano scarsamente le fattezze degli attori. Jet Li irriconoscibile (col pizzetto?!), Doph Lundgren deforme, Stallone imbruttito e un Crews meno imponente del solito ci guidano lungo paesaggi smorti e scadenti, tra un tripudio di esplosioni pixellose, tearing selvaggio e morti ammazzati che hanno l'incredibile potere paranormale di far rallentare il tempo (in realtà é il frame-rate che cala quando c'é tanta gente a video). La fasi shooter-on-rails sono leggermente migliori per fluidità e resa grafica, ma al costo di una quantità di poligoni palesemente inferiore. Il sonoro ci delizia con musiche del film suonate a volume bassissimo, coperte totalmente da roboanti effettacci sonori tra botti, urla e le irritanti voci dei protagonisti che ripetono sempre le stesse cose. Spicca un pessimo imitatore di Stallone che sbiascica le solite 2-3 frasacce e vi farà venir voglia di prenderlo a pugni come Rocky Balboa. Localizzazione italiana sufficiente, sia nei sottotitoli delle cutscenes che nei testi di contorno.