The Fight: Lights Out
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Un vicolo, un vecchio magazzino, luci basse, una gabbia di ferro, due energumeni tatuati che si guatano ed ecco che volano i primi cazzotti. The Fight: Lights Out (in Italia “Senza Regole”) mira a ricreare con l'ausilio della periferica Playstation Move l'ambientazione degli incontri di pugilato clandestini, quelli senza regole, limiti di peso, guantoni, round o squalifiche, ma solo il pavimento a stabilire il perdente quando chi lo raggiunge non si rialza. Vediamo pertanto come si comporta su strada questa specie di trasposizione di Fight Club.
Cominciamo subito col dire che ogni lottatore dovrà armarsi di almeno un controller Playstation Move da tenere nella mano destra (e ripetiamo destra, con buona pace dei mancini), possibilmente due (uno per mano) ma é possibile sostituire il sinistro con il Navigation Controller o con un classico Sixaxis/Dualshock3. Lo scopo del gioco é quello di sferrare diretti, ganci e montanti coi controller in mano in modo che questi vengano replicati dal nostro alter-ego su schermo e vadano a danneggiare il lottatore avversario, stando ovviamente attenti a “sollevare la guardia” quando saremo a nostra volta bersagliati da attacchi.
In SinglePlayer The Fight non offre una modalità “storia” quanto piuttosto una nutrita serie di sfide contro avversari via via più forti: ciascuna, una volta sbloccata, potrà essere ripetuta a volontà e fornirà in caso di vittoria una ricompensa sottoforma di premi in denaro e in esperienza: i primi andranno spesi per le cure mediche e per l'acquisto di eventuali capi di vestiario, mentre i secondi per migliorare le caratteristiche di attacco e difesa del nostro lottatore. Man mano che si procede nel gioco si sbloccheranno anche i vari “colpi sporchi” che potremo imparare, come i pugni a martello o le prese sull'avversario. Volendo é anche disponibile una palestra dove affinare le proprie tecniche, oltre ad un tutorial abbastanza lungo ed esaustivo.
Dal punto di vista grafico The Fight si comporta dignitosamente: la scelta di ambientare il tutto nel “mondo sotterraneo” dei combattimenti clandestini ha portato a una realizzazione a tinte estremamente smorte, dove il rosso dell'occasionale sangue può brillare più che mai. Il risultato é un po' monotono, ovviamente, ma indubbiamente stiloso e ci si fa presto l'occhio. I lottatori sono ben realizzati, anche se non c'é moltissima scelta in sede di personalizzazione, e le animazioni sono abbastanza fluide. Gli ambienti sono spogli, ma per picchiarsi é bene avere pochi ostacoli.
Le inquadrature disponibili sono numerose, ed anche se non c'é modo di prescindere dall'avere il proprio lottatore come “ostacolo” alla vista dell'avversario, alla fine se ne trova almeno una discreta tramite cui lottare. Discreto anche il sonoro, con una selezione di brani molto adatti all'ambientazione underground che spaziano dal RAP, all'Hip-Hop ad accenni di Jazz e Blues. I doppiaggi sono limitati ai versi dei lottatori e ai consigli dell'allenatore Duke, questi ultimi totalmente in Italiano e di discreta qualità. Un po' sottotono, ma buoni, gli effetti sonori.
Per quanto concerne il sistema di gioco, sembrerebbe il più semplice del mondo: si impugnano i controller, si imparano quei pochi comandi di base relativi allo spostamento ed il resto é un sano picchia-picchia. La verità, purtroppo, é ben lungi, e la colpa é di un sistema di riconoscimento, di calibrazione e di gestione del Move assolutamente fallato. Nonostante la calibrazione avvenga in varie mosse, comprensiva addirittura di “foto dell'ambiente senza il giocatore” necessaria per il riconoscimento del corpo e del capo (opzionale), i risultati sono tra il mediocre e il pessimo.
Da questo derivano prestazioni parimenti mediocri e pessime con in più una risposta affetta da un certo Lag, che peggiorano ulteriormente a causa del fatto che il sistema tende a perdere frequentemente la calibrazione: se ad un tratto vi accorgete che il vostro lottatore ha un braccio in posizione assurda, non chiamate con urgenza l'ortopedico ma premete Cerchio per ripetere “rapidamente” la calibrazione (e preparatevi a ricevere nel frattempo una buona dose di sberle dall'avversario). Va da sé che questi problemi inficiano il gameplaying, rendendo sudato ogni singolo cazzotto e praticamente inattuabili le mosse più complesse.
Gli unici elementi di forza di The Fight, che comunque ha il merito/scusante di essere il precursore di un genere su PS3, sono la presenza di un buon MultiPlayer online e la possibilità di costituire una palestra alternativa virtuale per chi vuole tenersi in forma facendo un po' di allenamento al sacco: perlomeno si riesce a sudare un po', ma per gli altri il consiglio é di passare oltre.
Cominciamo subito col dire che ogni lottatore dovrà armarsi di almeno un controller Playstation Move da tenere nella mano destra (e ripetiamo destra, con buona pace dei mancini), possibilmente due (uno per mano) ma é possibile sostituire il sinistro con il Navigation Controller o con un classico Sixaxis/Dualshock3. Lo scopo del gioco é quello di sferrare diretti, ganci e montanti coi controller in mano in modo che questi vengano replicati dal nostro alter-ego su schermo e vadano a danneggiare il lottatore avversario, stando ovviamente attenti a “sollevare la guardia” quando saremo a nostra volta bersagliati da attacchi.
In SinglePlayer The Fight non offre una modalità “storia” quanto piuttosto una nutrita serie di sfide contro avversari via via più forti: ciascuna, una volta sbloccata, potrà essere ripetuta a volontà e fornirà in caso di vittoria una ricompensa sottoforma di premi in denaro e in esperienza: i primi andranno spesi per le cure mediche e per l'acquisto di eventuali capi di vestiario, mentre i secondi per migliorare le caratteristiche di attacco e difesa del nostro lottatore. Man mano che si procede nel gioco si sbloccheranno anche i vari “colpi sporchi” che potremo imparare, come i pugni a martello o le prese sull'avversario. Volendo é anche disponibile una palestra dove affinare le proprie tecniche, oltre ad un tutorial abbastanza lungo ed esaustivo.
Dal punto di vista grafico The Fight si comporta dignitosamente: la scelta di ambientare il tutto nel “mondo sotterraneo” dei combattimenti clandestini ha portato a una realizzazione a tinte estremamente smorte, dove il rosso dell'occasionale sangue può brillare più che mai. Il risultato é un po' monotono, ovviamente, ma indubbiamente stiloso e ci si fa presto l'occhio. I lottatori sono ben realizzati, anche se non c'é moltissima scelta in sede di personalizzazione, e le animazioni sono abbastanza fluide. Gli ambienti sono spogli, ma per picchiarsi é bene avere pochi ostacoli.
Le inquadrature disponibili sono numerose, ed anche se non c'é modo di prescindere dall'avere il proprio lottatore come “ostacolo” alla vista dell'avversario, alla fine se ne trova almeno una discreta tramite cui lottare. Discreto anche il sonoro, con una selezione di brani molto adatti all'ambientazione underground che spaziano dal RAP, all'Hip-Hop ad accenni di Jazz e Blues. I doppiaggi sono limitati ai versi dei lottatori e ai consigli dell'allenatore Duke, questi ultimi totalmente in Italiano e di discreta qualità. Un po' sottotono, ma buoni, gli effetti sonori.
Per quanto concerne il sistema di gioco, sembrerebbe il più semplice del mondo: si impugnano i controller, si imparano quei pochi comandi di base relativi allo spostamento ed il resto é un sano picchia-picchia. La verità, purtroppo, é ben lungi, e la colpa é di un sistema di riconoscimento, di calibrazione e di gestione del Move assolutamente fallato. Nonostante la calibrazione avvenga in varie mosse, comprensiva addirittura di “foto dell'ambiente senza il giocatore” necessaria per il riconoscimento del corpo e del capo (opzionale), i risultati sono tra il mediocre e il pessimo.
Da questo derivano prestazioni parimenti mediocri e pessime con in più una risposta affetta da un certo Lag, che peggiorano ulteriormente a causa del fatto che il sistema tende a perdere frequentemente la calibrazione: se ad un tratto vi accorgete che il vostro lottatore ha un braccio in posizione assurda, non chiamate con urgenza l'ortopedico ma premete Cerchio per ripetere “rapidamente” la calibrazione (e preparatevi a ricevere nel frattempo una buona dose di sberle dall'avversario). Va da sé che questi problemi inficiano il gameplaying, rendendo sudato ogni singolo cazzotto e praticamente inattuabili le mosse più complesse.
Gli unici elementi di forza di The Fight, che comunque ha il merito/scusante di essere il precursore di un genere su PS3, sono la presenza di un buon MultiPlayer online e la possibilità di costituire una palestra alternativa virtuale per chi vuole tenersi in forma facendo un po' di allenamento al sacco: perlomeno si riesce a sudare un po', ma per gli altri il consiglio é di passare oltre.