The Fish Files

di Redazione Gamesurf
Abbiamo parlato sino a questo momento di avventure grafiche e delle reminiscenze col passato. Obbiettivamente il genere non é forse più molto gettonato fra le schiere di giocatori dell'ultima generazione, e un breve ripasso non sembrerebbe dannoso: in ogni avventura bidimensionale "punta e clicca", il giocatore si trova solitamente a controllare un protagonista - tre a rotazione in questo caso - che per raggiungere l'epilogo dell'intera vicenda dovrà piuttosto frequentemente rapportarsi con situazioni e personaggi decisivi per il prosieguo del suo cammino. In ogni quadro sono infatti disseminati utensili e oggetti di varia natura la cui funzione più comune, prima regola fondamentale, non verrà quasi mai utilizzata per raggiungere un determinato scopo: raziocinio e buon senso sono fattori da escludere in questo tipo di avventure, cosa che oltre a essere fonte per più di una genuina risata può costituire anche una delle sfide decisive dell'intero titolo

Oltre all'utilizzo dei vari oggetti, momento topico é anche costituito dall'incontro con ognuno dei personaggi di contorno inclusi nella storia: lo scambio di battute può essere a volte lungo, ma la giusta scelta delle frasi e delle domande da proferire può portare ad acquisire preziose informazioni dove addirittura a risolvere interi enigmi. Come ovvio nessuno sbaglio si paga a caro prezzo, in quanto il gioco sa attendere l'intuizione del videogiocatore: la scritta "Game Over" mai apparirà spietata sul vostro piccolo schermo
In mezzo a tanta ilarità, questo tipo di videogiochi sa però includere piccole perle si satira che in passato hanno fatto la storia dei titoli più acclamati: così come in Zak McKraken si può ricordare la caricatura di uno sciamano professante la spiritualità, salvo poi accettare con non curanza anche carte di credito per il pagamento, i 7th Sense, talentuoso gruppo di sviluppatori italiano, ha saputo forse caratterizzare con sorprendente efficacia una riuscitissima parodia dei due protagonisti di X-Files, Mulder e Scully, abbattendoli dai cliché di perbenismo e formalità che la serie televisiva ha creato per loro