The House of the Dead 3
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Non avete capito molto della storia? Non posso biasimarvi, d'altronde come già anticipato prima la trama non è l'aspetto più curato del gioco e si rivelerà del tutto secondaria.
Dal punto di vista grafico bisogna ammettere che è stato fatto un grande salto di qualità rispetto al secondo episodio, che pur uscito qualche annetto or sono e su una macchina meno potente, era veramente impressionante. Console che vai, grafica che trovi, così con l'Xbox il terzo episodio di questa saga si mostra in tutto il suo splendore, grazie ad un comparto grafico che non lascia spazio a incertezze o difetti di sorta. Ottimo il primo impatto, che ci mostra personaggi e mostri costruiti ad arte e formati da una quantità spropositata di poligoni, nonchè da texture di ottima qualità. Il motore grafico è fluido, veloce e potente anche con più elementi in movimento su schermo. La cosa che però lascia letteralmente basiti è il morphing anatomico dei mostri: ad ogni colpo corrisponde una ferita ben localizzata che andrà a creare un vero e proprio squarcio nel corpo del mostro. Quasi mai basterà un solo sparo per eliminare gli zombies, ma certo è molto appagante vedere petti squarciati, mostri gambizzati, o arti cha volano via. In ogni caso un bel colpo alla testa risolverà anche i casi più intricati e ci libererà la visuale più celermente. I mostri sono tanti, tantissimi, e svariano dai classici zombies, a scheletri, mostriciattoli, gli ormai celebri pancioni che spesse volte tenteranno di accoglierci con una bella bidonata, lanciatori di coltelli, di asce, pipistrelli, feroci zecche, sanguisughe e gli immancabili boss di fine livello.
Anche i fondali non sono da meno: con strutture architettoniche di qualsiasi genere, tutte estremamente rifinite e particolareggiate, nonchè fondali pieni zeppi di elementi da distruggere, la loro realizzazione risulta davvero pregevole. Aggiungiamo a tutto questo un sonoro di ottima qualità, eccezion fatta per i dialoghi e per la ripetitività causata dai monotoni spari di fucile, la compatibilità con impianti dolby surround, per vere e proprie esperienze audiovisive, ed eccovi un quadro complessivo della realizzazione tecnica del gioco: semi-grandioso. Sembra tutto troppo perfetto, ed in effetti si tratterebbe di un vero e proprio capolavoro se ci fermassimo alle mere caratteristiche tecniche.
E' purtroppo con il gameplay che troviamo le prime magagne; si, perché il gioco si dimostra se non la metà, addirittura un quarto del suo predecessore. Sempre di sparatorie si tratta, questo è vero, ma per struttura, accuratezza, difficoltà e sfida The House of the dead 2 batte il successore con grande distacco. È bene innanzitutto dire che l'avventura, sia nella modalità attacco a tempo, che nella modalità sopravvivenza (che poi non si differenziano molto) dura mezz'ora! Niente di così bizzarro e scandalizzante se pensiamo che è la durata media degli sparatutto con pistola, ma ci saremmo aspettati una tendenza inversa almeno in questa produzione. L'avventura è suddivisa in 5 livelli, o capitoli come si usa dire in questo titolo; è possibile settare inoltre il numero delle vite e dei crediti (sino a 9), e il livello di difficoltà; ebbene l'avventura non presenterà grandi difficoltà sino al mostro finale. Se tutti i precedenti livelli e mostri saranno superati agevolmente, il solo mostro finale darà delle grane al giocatore, specie a quello che ha deciso di intraprendere l'avventura con il solo ausilio del pad microsoft. Essendo infatti il gioco uno sparatutto per pistola, è stata rilasciata anche una periferica adatta, ovvero la esteticamente accattivante beretta blaster di Thrustmaster. Io personalmente ho testato il gioco col pad Microsoft, e devo proprio riconoscere che fa il suo dovere.