The Last of Us

di Luca Gambino
Un peccato, forse, non poter impartire comandi specifici ai vostri compagni di viaggio che affiancheranno il nostro cammino durante il viaggio, ma questi saranno comunque dotati di una intelligenza artificiale che li renderà autonomi nelle scelte e, soprattutto, efficaci (oltre che immortali) nell'aiutarci a sfoltire le fila avversarie. Addirittura, nei momenti di maggiore carenza di armamentario potremo anche scegliere una decorosa ritirata per lasciare a loro (quando presenti, ovviamente), il compito di liberare il campo dagli avversari di turno.

Una scelta che a volte si rende obbligatoria quando dovremo ricorrere al rattoppo delle ferite riportate in battaglia, dal momento che il menu di selezione non é sicuramente veloce e intuitivo. La volontà dei Naughty era quella di trasmettere al giocatore la difficoltà di dover recuperare le attrezzature all'interno dello zaino da viaggio, con tutte le problematiche del caso. Proprio per questo, anche per curarvi dovrete necessariamente fermarvi in una zona sicura, accedere al menu e procedere tramite la pressione contemporanea di due tasti. Insomma, niente painkiller “al volo” alla Max Payne. Una scelta assolutamente condivisibile, che ben si sposa con il contesto “di fortuna” dell'intero titolo.


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Ma oltre a tutto questo, The Last of Us ha il merito di portare sul nostro schermo un gioco fatto di rapporti umani che si evolvono nel corso dell'avventura. Tranquilli, non spoileremo niente (Sony ci ha mandato una lista di argomenti da non trattare lunga come un elenco telefonico), ma vi possiamo tranquillamente dire che il rapporto tra Joel e Ellie passerà dall'iniziale diffidenza (da leggersi come “sei solo un lavoro ben pagato”) ad una relazione “padre/figlia” che andrà anche a riflettersi sul gameplay stesso. Se infatti all'inizio del gioco Ellie sarà poco più di una palla al piede, con il procedere dell'avventura Joel concederà maggiore fiducia alla ragazza, che lo aiuterà nella soluzione dei puzzle fino ad arrivare a interventi più radicali che aiuteranno Joel a salvarsi la pelle in più di un'occasione e ad avere comunque un ruolo decisamente più attivo.

Sentimenti e rapporti che “bucano” lo schermo grazie ad una rappresentazione visiva da applausi. Oltre al già citato motion capture (che ridefinisce il concetto di eccellenza), c'é anche una rappresentazione poligonale di un mondo in decadenza, specchio tangibile della decadenza morale che si affaccia sul cammino dei nostri personaggi. Se si eccettua qualche compenetrazione poligonale, il lavoro svolto dai Naughty Dog sul versante tecnico é da applausi, a partire dalle animazioni sempre fluide e credibili, fino alle texture, illuminazione degli ambienti e modellazione poligonali di personaggi e ambienti.

Un comparto tecnico capace di trasmettere sensazioni reali e tangibili al giocatore che, pad alla mano, non può non provare un moto di terrore quando un pugno di infetti gli corre incontro e lo affronta con una fisicità talmente violenta e quasi tangibile da lasciare senza parole. Anzi, a proposito di parole, un inchino anche al cast del doppiaggio italiano, che ha saputo dare voce, coerenza e sostanza a quanto rappresentato su video. Anche in questo caso, un'interpretazione da Oscar. Bravi tutti.

Note finali: il titolo finale presenta una modalità multiplayer che, al momento in cui scriviamo, non é stato possibile testare per motivi non dipendenti dalla nostra volontà. Ritorneremo sull'argomento con uno speciale dedicato.