The Last Story
di
Hironobi Sakaguchi é senza alcun dubbio uno dei miti assoluti per gli amanti dei giochi di ruolo giapponesi. Può essere difatti considerato il padre di una delle serie jrpg per eccellenza, Final Fantasy, per cui ha lavorato fino al decimo capitolo. Con un curriculum del genere ovviamente l'attenzione verso questa importantissima figura ed i suoi progetti non é certo scemata nemmeno quando ha deciso di lasciare la casa madre Square-Enix per fondare un team indipendente, i MistWalker. The Last Story é sicuramente il titolo più ambizioso di questa ancora giovane software house, e sancisce anche il ritorno di Sakaguchi nelle vesti di direttore dello sviluppo, ruolo che non assumeva dai tempi di Final Fantasy V per Super Nintendo. Curiosamente in maniera simile al detto nomen/omen The Last Story é, a meno di sorprese, uno degli ultimi grandi titoli per Wii, in attesa di Pandora's Tower e di un altro importantissimo gioco di ruolo come Dragon Quest X. Se dovessimo basarci esclusivamente sull'aspetto narrativo, The Last Story potrebbe apparire come uno dei tanti classici jrpg. Abbiamo un timido eroe dal passato travagliato, una ragazza misteriosa da salvare, ed un mondo cupo sull'orlo del baratro.
Non manca dunque alcuno dei cliché che da sempre caratterizzano questo genere di giochi, ma nonostante ciò, anche per via della sapiente regia e della buona caratterizzazione dei personaggi la storia rimane sempre godibile ed avvincente. Il protagonista é Zael un giovane mercenario che sogna di diventare cavaliere, il quale é appena giunto insieme alla sua compagnia nell'isola di Lazulis, per prendere parte a delle importanti missioni su richiesta del Conte. Nel corso di una di queste Zael verrà investito di un misterioso potere che cambierà per sempre la sua vita, e si rivelerà fondamentale per il prosieguo dell'avventura. Al contrario di molti altri esponenti del genere la narrazione non risulta mai prolissa (addirittura i filmati in tempo reale possono essere accelerati), ma anzi pare essere cucita perfettamente attorno al gameplay. Nel giro di pochi minuti si é infatti chiamati subito all'azione all'interno di un tutorial mascherato, grazie al quale in pochi minuti potremo iniziare a padroneggiare i comandi di base.
Il più importante elemento di rottura tra The Last Story e gli altri jrpg, é legato sicuramente ai combattimenti, che sono senza alcun dubbio l'elemento distintivo dell'intero gioco. La principale particolarità risiede nel fatto che essi non siano né in tempo reale e nemmeno a turni, ma in qualche maniera potremo definirli “automatici”. Basterà indirizzare col control stick il nostro personaggio verso il nemico per fargli sferrare degli attacchi con l'arma in dotazione. Ovviamente se il tutto fosse ridotto unicamente a questo ci troveremo davanti ad un accorgimento alquanto semplicistico, invece accanto ad esso vi é una importantissima componente strategico/tattica. Innanzitutto prima di molti combattimenti avremo modo di studiare l'ambiente per poter disporre al meglio i membri del nostro party ed elaborare così un piano di battaglia. Inoltre sarà fondamentale riuscire a sfruttare a nostro vantaggio l'area circostante, utilizzando delle coperture per celarci agli occhi dei nemici ed effettuare dunque degli attacchi a sorpresa, o ancora cercando degli elementi dello scenario con cui interagire (come per esempio far crollare un masso posto in posizione pericolante sopra degli avversari). I nostri compagni si muovono in maniera autonoma durante i combattimenti, e soprattutto nelle prime battaglie lasciano l'impressione che potrebbero cavarsela anche da soli, ma saper lavorare di squadra si rivela di importanza fondamentale soprattutto nel corso degli scontri più impegnativi. A parte però i fendenti automatici nei combattimenti ad arma bianca, avremo comunque la possibilità di agganciare i nemici, effettuare schivate e contrattacchi, e soprattutto attaccare a distanza grazie alla balestra.
Non manca dunque alcuno dei cliché che da sempre caratterizzano questo genere di giochi, ma nonostante ciò, anche per via della sapiente regia e della buona caratterizzazione dei personaggi la storia rimane sempre godibile ed avvincente. Il protagonista é Zael un giovane mercenario che sogna di diventare cavaliere, il quale é appena giunto insieme alla sua compagnia nell'isola di Lazulis, per prendere parte a delle importanti missioni su richiesta del Conte. Nel corso di una di queste Zael verrà investito di un misterioso potere che cambierà per sempre la sua vita, e si rivelerà fondamentale per il prosieguo dell'avventura. Al contrario di molti altri esponenti del genere la narrazione non risulta mai prolissa (addirittura i filmati in tempo reale possono essere accelerati), ma anzi pare essere cucita perfettamente attorno al gameplay. Nel giro di pochi minuti si é infatti chiamati subito all'azione all'interno di un tutorial mascherato, grazie al quale in pochi minuti potremo iniziare a padroneggiare i comandi di base.
Il più importante elemento di rottura tra The Last Story e gli altri jrpg, é legato sicuramente ai combattimenti, che sono senza alcun dubbio l'elemento distintivo dell'intero gioco. La principale particolarità risiede nel fatto che essi non siano né in tempo reale e nemmeno a turni, ma in qualche maniera potremo definirli “automatici”. Basterà indirizzare col control stick il nostro personaggio verso il nemico per fargli sferrare degli attacchi con l'arma in dotazione. Ovviamente se il tutto fosse ridotto unicamente a questo ci troveremo davanti ad un accorgimento alquanto semplicistico, invece accanto ad esso vi é una importantissima componente strategico/tattica. Innanzitutto prima di molti combattimenti avremo modo di studiare l'ambiente per poter disporre al meglio i membri del nostro party ed elaborare così un piano di battaglia. Inoltre sarà fondamentale riuscire a sfruttare a nostro vantaggio l'area circostante, utilizzando delle coperture per celarci agli occhi dei nemici ed effettuare dunque degli attacchi a sorpresa, o ancora cercando degli elementi dello scenario con cui interagire (come per esempio far crollare un masso posto in posizione pericolante sopra degli avversari). I nostri compagni si muovono in maniera autonoma durante i combattimenti, e soprattutto nelle prime battaglie lasciano l'impressione che potrebbero cavarsela anche da soli, ma saper lavorare di squadra si rivela di importanza fondamentale soprattutto nel corso degli scontri più impegnativi. A parte però i fendenti automatici nei combattimenti ad arma bianca, avremo comunque la possibilità di agganciare i nemici, effettuare schivate e contrattacchi, e soprattutto attaccare a distanza grazie alla balestra.