The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, la recensione del JRPG sia action che a turni!
The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è il nuovo episodio della longevissima saga di The Legend of Heroes cerca di rinnovarsi. Ci sarà riuscito?
Un nuovo capitolo di una incredibile avventura!
Prolifica come poche, la saga di The Legend of Heroes non smette di ampliarsi, nonostante i vari episodi continuino a fare una enorme fatica ad arrivare in occidente, nonostante il brand stia iniziando a guadagnarsi la giusta fama nel pubblcio di appassionati di JRPG. Dopo aver atteso quasi tre anni, anche l'ultimo capitolo della serie è arrivato sui nostri lidi, e l'occasione è perfetta per andare a leggere insieme la recensione di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak. Il nuovo episodio della serie promette tante novità, ma allo stesso momento mantiene un forte legame con il passato, motivo per cui è stato presentato come imperdibile per gli appassionati, ma anche perfetto per chi vuole solo oggi avvicinarsi al marchio targato Nihon Falcom.
Se non avete mai sentito parlare di questo brand, vi basti pensare che trae le sue origini dal primo Dragon Slayer del 1989, ma questo non significa che per godersi a pieno uno di questi titoli si debba per forza tornare al periodo un cui cadde il muro di Berlino. Tutto segue un unico universo narrativo a cui appartengono le saghe più recenti che ci hanno portato a combattere e vivere incredibili avventure a Crossebell e Erebonia. Come molti di voi già sanno, il numero di titoli in ballo è davvero ampio e sebbene quelli più recenti siano tutti disponibili sulle piattaforme attualmente sul mercato, avere una visione completa del tutto significherebbe giocarsi più di dieci JRPG particolarmente corposi e elaborati. Ecco quindi arrivare The Legend of Heroes: Trails through Daybreak che dopo la chiusura dei precedenti archi narrativi inaugura un nuovo filone e ci porta a Calvard, nazione in fortissima espansione, separata dall'impero Ereboniano dalla piccola regione di Crossbell. Gli ultimi avvenimenti che abbiamo vissuto e giocato sono passati da un paio d'anni, motivo per cui proprio Trails through Daybreak potrebbe essere un buon punto da dove iniziare la propria avventura in questo universo, soprattutto se non si avesse intenzione di iniziare un processo di recupero che indubbiamente non è dei più snelli.
Chiariamo subito un punto: i rimandi alla geopolitica e a quanto avvenuto in passato sono tanti e i veterani della saga possono ovviamente godere di tutto il background che, non dimentichiamolo, è storicamente ben scritto e elaborato. Certo, c'è una sezione dedicata ai riassunti dei principali eventi del passato, ma si limita ad alcune spiegazioni testuali che poco possono trasmettere dell'epicità che abbiamo vissuto nei precedenti episodi. Insomma, The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è il miglior momento per un neofita per approcciarsi alla serie? Probabilmente si, ma questo non toglie che rimarranno alcune lacune che, però, risultano comunque insanabili a patto di non prendersi centinaia di ore per recuperare i precedenti archi narrativi.
La storia ci porta a Calvard, come già detto, e ci presenta un nuovo protagonista che si discosta non poco da quelli ce avevamo conosciuto sino a oggi. Van Arkride è uno spriggan, una specie di investigatore privato che per soldi si occupa di risolvere situazioni di diverso tipo, anche al limite della legalità. La nostra storia inizia con l'arrivo di Agnès Claudel alla sua porta, una giovane studente che gli chiede di aiutarla a ritrovare degli oggetti avvolti nel mistero e legati alla figura del bisnonno di lei e che, come ogni trama che si rispetti, si riveleranno avere implicazioni ben più profonde di quelle inizialmente preventivate. Per quanto la saga non ci aveva abituato a personaggi "grigi" come Van, che tutto sembra tranne che un eroe senza macchia, si nota una caratterizzazione abbastanza stereotipata dei personaggi che, anche con il passare delle ore di gioco, non porterà particolari scossoni nelle linee della storia.
Come da copione iniziamo un intricato percorso in compagnia di Van e Agnès, dove incontreremo svariati personaggi secondari e diversi coprotagonisti che diventeranno parte integrante del nostro team, andando a creare un cast interessante anche se con pochi acuti. Va detto che The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è il primo episodio di una trilogia e che il team di sviluppo ha dovuto usare svariate linee di dialogo per dare una caratterizzazione profonda sia all'ambientazione che ai protagonisti, fattore che rende alcuni passaggi davvero troppo slegati dall'azione e dalle tematiche principali, ma sono stati chiaramente inseriti dagli sviluppatori per rendere viva e credibile la nuova ambientazione. Lo stesso cast di personaggi non ha una evoluzione uniforme, con alcuni protagonisti che sembrano essere stati inseriti nelle battute finali della trama più che altro per prepararsi a diventare colonne portanti dei prossimi episodi.
Soprattutto i giocatori appena avvicinatisi ai "Trails" potrebbero patire la grande mole di dialoghi, alcuni anche lontani dal focus della trama principale, ma conoscendo il modus operando dei Nihon Falcom, tutto questo è solo una preparazione necessaria a rendere ancora più vivi e particolareggiati gli episodi futuri. Bisogna sottolineare che come tutti gli altri episodi della serie, manca totalmente la localizzazione in italiano e dovrete accontentarvi dei testi in inglese e delle voci in inglese o giapponese. Se da un lato dobbiamo già essere felici che un titolo di nicchia sia arrivato in occidente, nonostante quasi tre anni di ritardo, dall'altro non possiamo sottolineare che le tante righe di testo e un canone linguistico non proprio semplicissimo finiscono per tagliare fuori dai possibili acquirenti coloro che proprio non masticano l'inglese. Per quanto sia sempre auspicabile provare a fare qualche sforzo per godere di un titolo interessante, questa volta non possiamo negare che c'è davvero tanto da leggere e per darvi un'idea della mole di testo, provate a pensare che difficilmente riuscirete a finire il gioco in meno di 60/70 ore.
Combattimenti a turni o in tempo reale? Perché non tutti e due?!?
Tendenzialmente le meccaniche di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak ricalcano quelle già viste nel passato del brand, tra fasi di esplorazione e combattimento, ma la grande novità è rappresentata dal fatto che potrete lottare sia nella classica modalità a turni, sia in tempo reale. Durante le vostre esplorazioni potrete attaccare gli avversari che incontrerete come in un classico action game, ma avrete sempre a disposizione un comando che vi permetterà di passare al combat system a turni o ritornare a quello in tempo reale. La scelta è estremamente innovativa e permette un approccio molto più personalizzabile durante tutta la durate delle nostre avventure.
Certo, bisogna tenere da conto che questo rappresenta il primo esperimento a riguardo e che è ben lontano dall'essere perfettamente equilibrato, ma l'idea è estremamente interessante e promettente per il futuro. Quando si combatte a turni ci si bea del sistema storico dei Trails, rodato alla perfezione e capace di offrire una marea di opzioni e mosse speciali, legate al classico sistema di bonus e malus elementali che possono rendere una battaglia più o meno facile. Invece il combattimenti in tempo reale è ancora acerbo e si limita a sferrare colpi, schivare e usare attacchi potenti (obbligatoriamente da caricare), in un sistema che mostra di poter essere ampiamente migliorato nel feeling e nel tempismo dei comandi. Rimane il fatto che per le battaglie più semplici si può perfettamente giocare in tempo reale e liberarsi dei nemici meno pericolosi, mentre quando il gioco si fa duro si può passare al più ragionato sistema a turni, senza contare che quando in modalità action si ricevono troppi colpi si viene traportati automaticamente ai turni.
Il gameplay non è perfetto, ma è soddisfacente e ha l'enorme pregio di cercare di battere strade innovative, fattore da elogiare a prescindere dal fatto che il risultato sia ben lontano dalla perfezione. Ad esempio ho trovato molto fastidioso nei combattimenti action il fatto che quando sceglievo di switchare da uno personaggio all'altro, non andavo a prendere la posizione del protagonista scelto, ma questo si "teletrasportasse" al posto di chi stavo usando in precedenza, andando a levare al gioco una possibile fonte di strategia legata al fatto che andando a colpire i nemici da dietro si guadagnano diversi vantaggi.
Il gioco a turni è esattamente quello già visto nei precedenti episodi ed è veramente difficile criticarlo, per quanto il livello di difficoltà risulti un po' troppo basso appena si prende confidenza con i comandi. Iniziare a livello "difficile" potrebbe essere la scelta migliore per chi cerca una sfida realmente equilibrata e impegnativa. Tra mosse speciali e possibilità di mandare gli avversari in "stunt" (situazione in cui risultano alla nostra mercè) basta fare un po' di esperienza per iniziare a capire le reali potenzialità dei propri protagonisti, senza dimenticare che già dalle prime battute scopriremo che Van possiede un misterioso potere in grado di trasformarlo un un pericolosissimo guerriero corazzato, altra freccia che si aggiunge al nostro arco. Per chi non avesse mai giocato un titolo della saga segnaliamo che il combat system a turni offre un numero di opzioni maggiori rispetto alla maggior parte degli altri JRPG e che in un primo momento potrebbe sembrare astruso o eccessivamente complicato, ma con un po' di pratica si riuscirà a dominarlo senza particolari problemi.
Quello che invece rimane il grande tallone di achille delle produzioni Nihon Falcom è il comparto grafico che ancora una volta risulta essere a dir poco superato. Anche volendo tenere da conto che stiamo parlando di un titolo uscito in Giappone nel 2021, l'impatto visivo di The Legend of Heroes: Trails through Daybreak sembra essersi fermato all'epoca PlayStation 3 denotando lo storico problema legato a questo team di sviluppo: se da un lato le idee interessanti non mancano, così come la capacità di creare il gameplay di un JRPG di grande interesse, il budget dedicato alla resa visiva sembra essere quasi nullo. Certo, non è la grafica a fare un gioco, ma anche l'occhio vuole la sua parte e più le tecnologie vanno a vanti, più si fa fatica a scendere a patti con una grafica in tre dimensioni così povera, tanto che una buona pixel art un due dimensioni avrebbe creato meno disappunto.
Per fortuna il comparto audio è di tutt'altro livello e quasi tutti i temi musicali sono di buon livello, così come i doppiaggi in inglese e giapponese di cui abbiamo già accennato. The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è un titolo che vive di contrasti fatti di palesi difetti e mancanze abbinate a elementi di assoluta qualità: una grafica troppo datata e un ottimo sonoro sonoro, una scrittura profonda e alcuni momenti di stanca, un ottimo combat system a turni e fasi di lotta action approssimate, ma l'encomiabile ricerca di nuove soluzioni capaci di dare freschezza a un ambito che inizia a sapere di stantio. The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è un buon JRPG e ha il pregio di cercare nuove strade per svecchiarsi, ma necessita di maggiori attenzioni per raffinare un prodotto comunque più che sufficiente. La saga di Calvard è iniziata e siamo sicuri che potrà regalarci molte soddisfazioni, ma il nostro grido si eleva ancora una volta: qualcuno dia un budget adeguato a quelle menti geniali dei Nihon Falcom!