The Legend of Zelda: A link between Worlds
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Parlare di Zelda, significa aprire un vero e proprio capitolo della storia del videogame. Il simpatico personaggio di Link nato dalla fervida immaginazione di Shigeru Miyamoto nel lontano 1986, nel corso della sua lunga ed onorevole carriera é stato in grado di ammaliare milioni di giocatori che, ancora oggi, si esaltano all'arrivo di un nuovo capitolo della saga.
Se The Legend of Zelda: Ocarina of Time é stato riconosciuto, quasi all'unanimità, come il titolo più amato della serie, pochi sanno che quel The Legend of Zelda: A Link To The Past, uscito ormai nel lontano 1991, é stato non solo un titolo rivoluzionario per l'epoca, ma una vera e propria pietra miliare in grado di introdurre dinamiche di gioco che ancora oggi vengono utilizzate a più riprese sia da Nintendo che da altre software house.
L'arrivo, quindi, di un capitolo che si pone come successore spirituale di quel famoso Zelda e che propone allo stesso tempo elementi in grado di modificare, in parte, le dinamiche della serie, ha spaventato e affascinato allo stesso tempo i milioni di fan sparsi per il mondo. Dopo una lunga attesa, é arrivato finalmente il momento di giudicare questo annunciato cambiamento.
Anche Hyrule può cambiare
La parola “cambiamento” é da sempre un termine carico di aspettative ma allo stesso tempo potenziali delusioni. Soprattutto in ambito videoludico, la voglia da parte dell'utenza di “qualcosa di nuovo” all'interno di meccaniche di gioco collaudate, non sempre ha coinciso con parole di apprezzamento o votazioni più alte in termini di critica.
A questo avrà sicuramente pensato Eiji Aonuma durante lo sviluppo di The Legend of Zelda: A Link Between Worlds. Il nuovo capitolo della serie si pone infatti a metà tra l'operazione nostalgia, per via dei numerosi rimandi al capitolo originale, e un prodotto che grazie a semplici cambiamenti nella formula di gioco riesce a dare nuova linfa vitale alla serie, modificando semplicemente delle dinamiche sino ad ora rimaste ben salde all'interno del gameplay classico.
Partiamo però con le note dolenti: il comparto narrativo. Nonostante Nintendo in più di un'occasione sia stata in grado di regalarci storie avvincenti ed appassionati, in questa occasione ci troviamo davanti ad un contesto fin troppo stereotipato. Ancora una volta avremo un Link inconsapevole della sua forza, e che si forgerà durante il lungo percorso per salvare la principessa Zelda.
Si, perché tolta l'estrema fragilità del contesto narrativo, questo A Link Between Worlds é un gioco che, escluse le prime ore di gioco, mette in mostra un potenziale mai visto prima dalla serie, rivoluzionando un po il concetto di gioco che veda il binomio Dungeon/ oggetto spezzarsi in maniera quasi definitiva.
Una grande novità é infatti legata al personaggio di Lavio, un mercante che si stanzierà in maniera definitiva nella casa di Link. Questo personaggio, pagando, ci darà libero accesso a tutta quella serie di gadget su cui si é da sempre costruito il gameplay di Zelda: rampino, bombe, martello e così via. Unico limite: gli oggetti sono a noleggio, ed in caso di morte li perderemo e saremo costretti a noleggiarli nuovamente (in un secondo momento sarà possibile acquistarli, spendendo un cospicuo numero di rupie).
Questa scelta di game design, all'apparenza banale, spalanca davanti agli occhi del giocatore delle dinamiche del tutto inedite. L'approccio ferreo della serie viene scardinato, a favore di una variante decisamente più aperta che ci permetterà di scegliere modi e tempi di approccio ai comunque sempre presenti dungeon. Inoltre, la stessa raccolta delle rupie (le monete di gioco) acquista un valore incredibile, posizionandosi su un piano di importanza finora mai raggiunto nella serie.
Tutto questo gioca a favore di un level design che sia nella mappa di gioco principale quanto nei già menzionati dungeon, offre picchi di divertimento assolutamente apprezzabili, con la giusta commistione tra elementi puzzle, che fanno largo uso degli oggetti sopracitati, e sezioni più action in cui dovremo brandire la nostra spada ed il nostro scudo contro diverse tipologie di nemici. Ad aggiungere un ulteriore variante al divertimento ci pensa il nuovo potere di Link: appiattarsi contro una superficie trasformandosi in una sorta di geroglifico. Inutile spiegarvi quanto i designer di Nintendo si siano sbizzarriti nell'offrire a chi sta giocando un gameplay estremamente complesso ma allo stesso appagante, con situazioni puzzle platform che mai ci hanno portato alla frustrazione o al non capire cosa fare. Gli sviluppatori hanno pensato però anche a quei giocatori meno abili, inserendo all'interno del gioco degli speciali occhiali magici che una volta indossati ci renderanno visibili degli spettri che al prezzo di una moneta StreetPass ci diranno come proseguire nella nostra avventura.
Dopo averlo testato a lungo e nelle situazioni più disparate, non possiamo che rimanere soddisfatti dell'intuizione avuto da Nintendo. Grazie a questo potere la dimensione di gioco acquista un valore del tutto nuovo, rendondo "giocabili" anche elementi come muri o altri tipi di superfici fino ad ora mai presi in considerazioe. Come dicevamo, inoltre, gran parte del merito va dato agli sviluppatori che, in pieno stile Nintendo, hanno saputo realizzate dei mondi di gioco estremamente convincenti e divertenti da giocatore, costringendo il giocatore ad usare l'arguzia e l'intelligenza oltre al semplice button smashing tipico delle sezioni più action.
Continuando nella lunga sequela di citazioni - che di sicuro non mancano - Nintendo ha creato una mappa di gioco che ancora una volta rimanda al collegamento di due mondi paralleli, quello buono chiamato Hyrule e quello cattivo chiamato Lorule. Sebbene la mappa condivida le stesse dimensioni, la disposizione di alcuni elementi e soprattutto la loro conformazione obbligherà il giocatore a viaggiare costantemente tra questi due mondi attraverso speciali fessure che potremo attraversare unicamente trasformandoci in sagoma. Il continuo passaggio da un mondo all'altro sarà giustificato non solo dal comparto narrativo, ma anche e soprattutto da quel già citato level design che utilizzando anche quest'ultimo elemento, spinge ancora di più l'acceleratore sulla varietà che potremo trovare all'interno dei diversi dungeon tanto in termini estetici quanto di gameplay. Inoltre, le fasi di esplorazione libera offro diversi contenuti alternativi come mini giochi e missioni secondarie che, oltre ad essere divertenti, allungano in maniera significativa il nostro viaggio all'interno del mondo di Hyrule.
Unica nota negativa, in un gameplay altrimenti bilanciato perfettamente, é da segnalare nell'estrema facilità delle boss fight, decisamente non all'altezza delle nostre aspettative.
Sotto l'aspetto puramente estetico il gioco sfrutta ancora una volta la visuale a volo d'uccello - ennesimo rimando al capitolo per SNES - sfruttando comunque un motore di gioco totalmente poligonale che, pur non spingendo il 3DS verso vette strabilianti, riesce a fare egregiamente il suo lavoro, offrendo un mondo di gioco dettagliato e appagante. Lo stesso uso del 3D acquista un senso non solo a livello puramente estetico, ma anche in termini di giocabilità, con la presenza di diverse sezioni platform che richiederanno l'effetto stereoscopico avendo piattaforme su diversi livelli ed altri espedienti di questa natura che necessitano l'utilizzo del 3D, per effettuare movimenti precisi.
Nulla da segnalare sotto l'aspetto audio con le solite musiche di sottofondo che richiamano i temi portanti della serie, dando quel tono epico e allo stesso tempo scanzonato tipico degli Zelda.
In definitiva The Legend of Zelda: A link between Worlds é un titolo che nel suo essere estremamente citazionista e legato alla trazione della serie, inizia quell'opera di cambiamento tanto annunciata da Aonuma e che dovrebbe trovate compimento nel titolo che uscirà per WiiU. Quello che ci troviamo davanti é un gioco divertente, appagante ed in grado di regalare ore di sano divertimento a chiunque. Uno dei migliori titoli per 3DS nonché uno dei migliori Zelda portatili di sempre. Da avere.
Se The Legend of Zelda: Ocarina of Time é stato riconosciuto, quasi all'unanimità, come il titolo più amato della serie, pochi sanno che quel The Legend of Zelda: A Link To The Past, uscito ormai nel lontano 1991, é stato non solo un titolo rivoluzionario per l'epoca, ma una vera e propria pietra miliare in grado di introdurre dinamiche di gioco che ancora oggi vengono utilizzate a più riprese sia da Nintendo che da altre software house.
L'arrivo, quindi, di un capitolo che si pone come successore spirituale di quel famoso Zelda e che propone allo stesso tempo elementi in grado di modificare, in parte, le dinamiche della serie, ha spaventato e affascinato allo stesso tempo i milioni di fan sparsi per il mondo. Dopo una lunga attesa, é arrivato finalmente il momento di giudicare questo annunciato cambiamento.
Anche Hyrule può cambiare
La parola “cambiamento” é da sempre un termine carico di aspettative ma allo stesso tempo potenziali delusioni. Soprattutto in ambito videoludico, la voglia da parte dell'utenza di “qualcosa di nuovo” all'interno di meccaniche di gioco collaudate, non sempre ha coinciso con parole di apprezzamento o votazioni più alte in termini di critica.
A questo avrà sicuramente pensato Eiji Aonuma durante lo sviluppo di The Legend of Zelda: A Link Between Worlds. Il nuovo capitolo della serie si pone infatti a metà tra l'operazione nostalgia, per via dei numerosi rimandi al capitolo originale, e un prodotto che grazie a semplici cambiamenti nella formula di gioco riesce a dare nuova linfa vitale alla serie, modificando semplicemente delle dinamiche sino ad ora rimaste ben salde all'interno del gameplay classico.
Partiamo però con le note dolenti: il comparto narrativo. Nonostante Nintendo in più di un'occasione sia stata in grado di regalarci storie avvincenti ed appassionati, in questa occasione ci troviamo davanti ad un contesto fin troppo stereotipato. Ancora una volta avremo un Link inconsapevole della sua forza, e che si forgerà durante il lungo percorso per salvare la principessa Zelda.
Si, perché tolta l'estrema fragilità del contesto narrativo, questo A Link Between Worlds é un gioco che, escluse le prime ore di gioco, mette in mostra un potenziale mai visto prima dalla serie, rivoluzionando un po il concetto di gioco che veda il binomio Dungeon/ oggetto spezzarsi in maniera quasi definitiva.
Una grande novità é infatti legata al personaggio di Lavio, un mercante che si stanzierà in maniera definitiva nella casa di Link. Questo personaggio, pagando, ci darà libero accesso a tutta quella serie di gadget su cui si é da sempre costruito il gameplay di Zelda: rampino, bombe, martello e così via. Unico limite: gli oggetti sono a noleggio, ed in caso di morte li perderemo e saremo costretti a noleggiarli nuovamente (in un secondo momento sarà possibile acquistarli, spendendo un cospicuo numero di rupie).
Questa scelta di game design, all'apparenza banale, spalanca davanti agli occhi del giocatore delle dinamiche del tutto inedite. L'approccio ferreo della serie viene scardinato, a favore di una variante decisamente più aperta che ci permetterà di scegliere modi e tempi di approccio ai comunque sempre presenti dungeon. Inoltre, la stessa raccolta delle rupie (le monete di gioco) acquista un valore incredibile, posizionandosi su un piano di importanza finora mai raggiunto nella serie.
Tutto questo gioca a favore di un level design che sia nella mappa di gioco principale quanto nei già menzionati dungeon, offre picchi di divertimento assolutamente apprezzabili, con la giusta commistione tra elementi puzzle, che fanno largo uso degli oggetti sopracitati, e sezioni più action in cui dovremo brandire la nostra spada ed il nostro scudo contro diverse tipologie di nemici. Ad aggiungere un ulteriore variante al divertimento ci pensa il nuovo potere di Link: appiattarsi contro una superficie trasformandosi in una sorta di geroglifico. Inutile spiegarvi quanto i designer di Nintendo si siano sbizzarriti nell'offrire a chi sta giocando un gameplay estremamente complesso ma allo stesso appagante, con situazioni puzzle platform che mai ci hanno portato alla frustrazione o al non capire cosa fare. Gli sviluppatori hanno pensato però anche a quei giocatori meno abili, inserendo all'interno del gioco degli speciali occhiali magici che una volta indossati ci renderanno visibili degli spettri che al prezzo di una moneta StreetPass ci diranno come proseguire nella nostra avventura.
Dopo averlo testato a lungo e nelle situazioni più disparate, non possiamo che rimanere soddisfatti dell'intuizione avuto da Nintendo. Grazie a questo potere la dimensione di gioco acquista un valore del tutto nuovo, rendondo "giocabili" anche elementi come muri o altri tipi di superfici fino ad ora mai presi in considerazioe. Come dicevamo, inoltre, gran parte del merito va dato agli sviluppatori che, in pieno stile Nintendo, hanno saputo realizzate dei mondi di gioco estremamente convincenti e divertenti da giocatore, costringendo il giocatore ad usare l'arguzia e l'intelligenza oltre al semplice button smashing tipico delle sezioni più action.
Continuando nella lunga sequela di citazioni - che di sicuro non mancano - Nintendo ha creato una mappa di gioco che ancora una volta rimanda al collegamento di due mondi paralleli, quello buono chiamato Hyrule e quello cattivo chiamato Lorule. Sebbene la mappa condivida le stesse dimensioni, la disposizione di alcuni elementi e soprattutto la loro conformazione obbligherà il giocatore a viaggiare costantemente tra questi due mondi attraverso speciali fessure che potremo attraversare unicamente trasformandoci in sagoma. Il continuo passaggio da un mondo all'altro sarà giustificato non solo dal comparto narrativo, ma anche e soprattutto da quel già citato level design che utilizzando anche quest'ultimo elemento, spinge ancora di più l'acceleratore sulla varietà che potremo trovare all'interno dei diversi dungeon tanto in termini estetici quanto di gameplay. Inoltre, le fasi di esplorazione libera offro diversi contenuti alternativi come mini giochi e missioni secondarie che, oltre ad essere divertenti, allungano in maniera significativa il nostro viaggio all'interno del mondo di Hyrule.
Unica nota negativa, in un gameplay altrimenti bilanciato perfettamente, é da segnalare nell'estrema facilità delle boss fight, decisamente non all'altezza delle nostre aspettative.
Sotto l'aspetto puramente estetico il gioco sfrutta ancora una volta la visuale a volo d'uccello - ennesimo rimando al capitolo per SNES - sfruttando comunque un motore di gioco totalmente poligonale che, pur non spingendo il 3DS verso vette strabilianti, riesce a fare egregiamente il suo lavoro, offrendo un mondo di gioco dettagliato e appagante. Lo stesso uso del 3D acquista un senso non solo a livello puramente estetico, ma anche in termini di giocabilità, con la presenza di diverse sezioni platform che richiederanno l'effetto stereoscopico avendo piattaforme su diversi livelli ed altri espedienti di questa natura che necessitano l'utilizzo del 3D, per effettuare movimenti precisi.
Nulla da segnalare sotto l'aspetto audio con le solite musiche di sottofondo che richiamano i temi portanti della serie, dando quel tono epico e allo stesso tempo scanzonato tipico degli Zelda.
In definitiva The Legend of Zelda: A link between Worlds é un titolo che nel suo essere estremamente citazionista e legato alla trazione della serie, inizia quell'opera di cambiamento tanto annunciata da Aonuma e che dovrebbe trovate compimento nel titolo che uscirà per WiiU. Quello che ci troviamo davanti é un gioco divertente, appagante ed in grado di regalare ore di sano divertimento a chiunque. Uno dei migliori titoli per 3DS nonché uno dei migliori Zelda portatili di sempre. Da avere.