The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom: la Recensione

La recensione di Zelda: Echoes of Wisdom, l'ultima avventura dell'inseparabile duo Zelda e Link nella loro Hyrule, ma dovranno affrontare nuove minacce.

di Simone Marcocchi

Zelda porta (quasi) sempre con sé qualche piccola rivoluzione nel mondo videoludico. Per quanto non sia facile riuscire a farlo e nonostante non tutte le produzioni abbiano budget stellare, anche in questa occasione il viaggio ha un'impronta fortemente caratterizzata da alcuni elementi nuovi ed unici e non sono nemmeno pochi e ora vi dirò per quale motivo Zelda Echoes of Wisdom sia in realtà un capolavoro.

Hyrule diventa Fantàsia in The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom

Questa storia inizia con Link - non lo avreste mai detto vero? Ma continuate a leggere perché non è scontato il finale - che devo affrontare la minaccia di quello che tutti chiamano "mostro blu", ma che agli occhi di tutti i giocatori è chiaro chi sia ad indossare i panni del villain di turno. Quest'ultimo sta inghiottendo il mondo di Hyrule nel "nulla", come accadeva ne La storia Infinita, ma non esattamente così, se nel libro-film luoghi e persone semplicemente scomparivano, qui appaiono degli squarci nel mondo reale, per poi gettare letteralmente tutto ciò che è vivo e inanimato in un mondo oscuro parallelo.
 
Non è solo quello il problema però, dato che le persone che si trovano "dall'altra parte" sono imprigionate, ma di queste si creano delle copie malvagie che possono creare problemi di vario tipo, ma qui scadrei nello spoiler e quindi non mi avventuro oltre. Ciò che vi è utile sapere però è che Link di cui vi parlavo è stato a sua volta risucchiato in quel vortice negativo, ma è riuscito a liberare Zelda da una sua prigione di cristallo e... tadaa, per la prima volta Zelda non è lo scopo, il destino dell'eroe vestito di verde, ma l'eroina di questa storia. Lei però non è una vera e propria guerriera, grandissima attenzione è stata data da Nintendo alla sua eroina, ma si distingue per un ruolo determinato e da azioni che può compiere per risolvere le varie quest, ma di ciò vi parlerò in modo approfondito nel prossimo capitolo.

Da Pokémon a Tears of the Kingdom il passo è breve

Non vi ho ancora parlato dell'ovvio, cioè la grafica, ovvero dove Echoes of Wisdom richiama in pieno l'estetica di Link's Awakening, con quello stile da diorama molto colorato, "plasticoso" e particolarmente dettagliato, soprattutto quando entrate negli ambienti domestici e osservate il lavoro certosino che i grafici hanno fatto per ogni interno. Il gioco però è molto diverso da quello uscito nel 2019 e il motore è solo lo stesso probabilmente per il know-how e la rapidità nell'uso di un engine già pronto, ma il gameplay è profondamente diverso. 
 
Zelda infatti non è una guerriera e il suo lavoro principale è sfruttare e copiare oggetti e mostri in giro per gli ambienti per ri-sfruttarli nella soluzione degli enigmi. Non essendo lei una combattente - anche se ad un certo punto anche lei sfrutterà qualcosa che la renderà tale, sfruttando temporaneamente i poteri di Link -, dovrà immaginare come usare la fisica elementale e tanta creatività - parzialmente come in Tears of the Kingdom per raggiungere il suo scopo. Ecco quindi che usare un letto può essere utile per recuperare "cuori perduti", ma anche impilarli per fare da ponte e superare un ostacolo, un'anfora potrà farvi nascondere o farvi saltare in un punto più alto, ecc.
 
La parte Pokémon è invece quella che prevede di catturare un nemico - la prima volta che se ne incontro uno e lo si sconfigge - e si potrà poi a sua volta evocare e lanciarlo in combattimento contro i suoi simili. Di questi poi ne esistono diverse varianti evolute degli stessi e sicuramente dovrete fare per bene i conti per fare la vostra scelta, ma insomma, ci siamo capiti.

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, Hyrule e la forza di Tri

C'è davvero tanto da dire in questo gioco, vi ho infatti parlato dell'incipit del gioco, ma non vi ho ancora detto che il padre di Zelda, oltre allo stesso Link sono stati catturati dal "nulla", ma non sono gli unici, dato che tutta Hyrule è nella morsa di questi squarci e la dovremo visitare tutta al solo scopo di liberare i personaggi dalle grinfie del "mostro blu". In questo caso girare per l'open world funziona particolarmente bene, dato che conosceremo popoli, piccole tradizioni, stravaganze e personaggi buffi, ma tutti ci resteranno nel cuore. Non saremo da soli però, fin dall'inizio saremo accompagnati da un strana sfera luminosa chiamati Tri - chissà perché, questo nome… - che avrà il compito di chiudere le falle del nulla, farci passare nella dimensione oscura, ma anche donarci il "mana" utile per le evocazioni di oggetti e mostri, quindi direi che sia un utile Virgilio nel nostro peregrinare.
 

Ma quindi The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom non sgarra in nulla?

Le minuscole defaillance tecniche di Link's Awakening le ritrovate in questo gioco, quindi una risoluzione non eccellente in dock, meglio sicuramente giocarlo in portabilità e qualche microscopico calo di frame rate in ambienti molto vasti. La quantità di oggetti e mostri che si incontrano sono tanti, forse troppi e gestirli è semplice, ma a volte caotico scorrere il menu di selezione, inoltre molti sono realmente inutili, ma sono davvero piccolezze. Le quest sono molto stimolanti, con un 2% di frustrazione, quindi un 98% di bellezza pura, ma in alcuni casi dovrete macinare un po' per arrivare alla soluzione. 

Il risultato finale è comunque una perla meravigliosa che segna, forse, l'ultimo passaggio di Zelda su Nintendo Switch con un capitolo solido e godibilissimo per tutta la sua durata, quindi acquistate come se non ci fosse un domani, anche se probabilmente avrete già fatto il pre-order di questo gioco.