The Legend of Zelda: Oracle of Seasons/Ages

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Parlare di Zelda, vuol dire aprire un vero e proprio capitolo della storia del videogioco. La saga nata nel lontano 1986 ha sempre regalato capitoli imperdibili ed originali, con una serie di meccaniche di gioco riutilizzate da molti altri titoli.

Nella lunga storia del guerriero in calzamaglia verde armato di spada e scudo, c'é però un particolare molto curioso. Dopo un lungo periodo di sviluppo interno, il brand venne affidato ad uno studio proprietario di Capcom, chiamato Flagship. Il compito affidato a questo studio esterno, era quello di sviluppatore due capitoli da lanciare sul mercato contemporaneamente che interagissero tra di loro. Una sorta di meccanica già ampiamente sfruttata dai Pokemon.



Questo esperimento ha portato a due tra i migliori Zelda portatili di sempre, lanciati nel 2001 con il titolo di The Legend of Zelda: Oracle of Ages e Oracle of Seasons. A distanza di dodici anni, Nintendo ci ripropone questa piccola perla videoludica per Virtua Console. Ovviamente non ci siamo fatto scappare l'occasione di giocarla e recensirla per voi.

Un buon vino invecchia bene

Se dobbiamo dirla tutta questo(i) é stato il capitolo che più di tanti altri ha cercato di sparigliare le carte sul tavolo, mischiando elementi ormai noti e consolidati ad altri decisamente più innovativi.

La struttura di gioco é quella classica della serie, con elementi Action Rpg. Nei panni del solito Link questa volta al posto di salvare la Principessa Zelda, dovremo andare alla ricerca di due oracoli, quello delle stagioni chiamato Onox e quello delle ere chiamato Nayru, facilmente intuibile é il fatto che questi oracoli sono stati rapiti dai rispetti villain del gioco, che saranno Onox e Veran.

Se la struttura, come già anticipato, ricalca in maniera abbastanza elementare i capisaldi della saga: dungeon da esplorare, oggetti leggendari da ritrovare al loro interno che sbloccano nuovi passaggi ecc., ben diversa é l'interattività tra i vari titoli. La vera particolarità dei prodotti sta però nella loro versatilità. Ognuno dei due titolo può essere il sequel dell'altro. Spieghiamo meglio.

Finendo Oracle of Seasons, ci verrà dato un codice da inserire in Oracle of Ages che modifichera alcuni elementi di gioco che ovviamente non spoileriamo. Non solo, ma continuando nella seconda avventura verremo a conoscenza di ulteriori codici che inseriti nella prima avventura da noi giocata sbloccherà anche li nuove caratteristiche aumentaro il replay value. Confusi? probabilmente si, ma vi assicuriamo che mani sulla console la caratteristica risulta alquanto intrigante e vi spingerà a giocarli entrambi con estrema curiosità. Senza contare il fatto che per rivelare il vero finale di gioco bisognerà aver portato a compimento entrambi i giochi.



Oltre a questi espedienti narrativi ogni capitolo offre anche particolari elementi di gameplay inediti. In Oracle of Seasons of esempio Link potrà fare affidamento sulla bacchetta delle stagioni che gli permetterà, attraverso le stagioni per l'appunto, di modificare il livello di gioco e le ambientazioni aprendo passaggi o risolvendo puzzle altrimenti insuperabili. Discorso diverso per quanto riguarda Oracle of Ages in cui Link può fare affidamento su l'arpa delle ere, uno strumento che utilizzato su appositi portali permette al nostro elfo di viaggiare nel tempo alla ricerca delle “essenza del tempo” elementi molti importanti ai fini della storia.

A questi elementi bisogna poi aggiunge un sistema di gioco che come sempre riesce a centellinare sapientemente elementi di azione ad altri squisitamente puzzle. Il tutto all'interno di dungeon che mostrano una perfetta curva di difficoltà crescente che raramente metterà in difficoltà il giocatore. Una sfida sicuramente non impegnativa, ma che grazie al carisma del contesto riesce a sopperire - come da tradizione della serie - alla sua estrema linearità.

Sotto l'aspetto visivo ci troviamo ovviamente di fronte ad un porting 1: 1 del titolo uscito su Game Boy Color. Questo vuol dire una qualità visiva sicuramente non eccellente per i tempi che corrono anche se, nonostante l'età, il level design e i diversi sprite di gioco si difendono ancora egregiamente. Le uniche due rimostranze che dobbiamo muovere agli sviluppatori é quella di non aver migliorato la palette cromatica dei colori, lasciandola invariata rispetto all'originale (in questo senso un piccolo sforzo lo si poteva fare!) ma sopratutto non aver aggiunto le feature che alcuni giocatori poteva sfruttare giocando il titolo su Game Boy Advance.



In linea di massima possiamo comunque ritenerci soddisfatti dell'operato di Nintendo. Con una cifra inferiore ai dieci euro, i giocatori si possono portare a casa due tra i migliori titoli della portatile di Nintendo di allora e probabilmente della saga di Zelda in generale. Caldamente consigliati.

The Legend of Zelda: Oracle of Seasons/Ages
8.5

Voto

Redazione

The Legend of Zelda: Oracle of Seasons/Ages

Due classici che ancora oggi dimostrato di poter dire la loro in fatto di giocabilità e divertimento. Nonostante la macanza di caratteristiche importanti come quelle del GBA, con meno di dieci euro potrete rispolvere la magia di questi importanti capitoli della saga oppure giocarli per la prima volta.