The Lord of the Rings: The Return of the King
di
Luca "Grail_" Zanda
Al primo posto tra le priorità di pubblicitari e produttori troviamo sempre di più la parola "multimedia", ed ormai ogni film esce correlato delle sue colonne sonore, fumetti, siti, e (qui entra in campo la nostra passione) videogiochi. Ultimamente queste collaborazioni sono visibili ovunque, a volte sono più fedeli al tenore della storia (vedete l'action game di Hulk) a volte sono semplici riadattamenti di giochi, magari in avanzata fase di realizzazione, che comunque col titolo hanno relativamente poco da spartire (un esempio potrebbe essere "La maledizione della prima Luna"). In questo caso Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re (ISDA, per evitare di rendere troppo lunga la "rece") è indubbiamente un titolo creato ad hoc che richiama in ogni sua parte l'opera di Peter Jackson ma che tuttavia non sembra cogliere appieno la possibilità di distinguersi dagli altri titoli del genere per crearsi uno spazio proprio: il semplicemente usare filmati e personaggi di un film di successo potrà anche servire per fare un titolo che mira a vendere e divertire nell'immediato ma non certo per un videogame che rimanga nel cuore dei giocatori come pietra miliare del genere videoludico. Ma se mi seguirete in questa recensione potrete comunque farvi un'idea migliore sul "se" questo titolo sia o meno adatto a voi,
Un sunto del sunto.
Do per scontato che abbiate letto il libro o almeno abbiate visto il film. Questo non per pigrizia o ignoranza, ma perché queste sono le stesse premesse del titolo della EAGames: per questo motivo senza avere una conoscenza di tutto ciò che accadde nella storia anche al di fuori del "campo visivo" del titolo, il gioco si potrebbe rivelare una semplice accozzaglia di livelli infestati di mostri, con alle spalle una storia confusa e lacunosa. Ciò accade da un lato perché i filmati alcuni presi dal film, altri in grafica di gioco- sono "naturalmente"(il film dura uno sproposito) troppo stringati e non danno un'idea precisa della trama generale, dall'altro perché il fatto di poter giocare attraverso tre differenti "percorsi" in modo totalmente indipendente, crea un sovrapporsi di eventi che mandano a ramEngo la concatenazione di eventi. Questa situazione si crea anche perché chi ha progettato le uscite, con un tempismo assolutamente infelice, ha deciso di lanciare il prodotto sugli scaffali addirittura due mesi prima dell'uscita del film, fornendo virtualmente ai giocatori un enorme sconclusionato spoiler delle vicende più eclatanti. Mi permetto di riassumere dicendo solamente che il titolo si ambienta dopo la vittoria del Fosso di Helm. Vedremo quindi Aragorn, Legolas e Gimli che procedono verso Minas Tirith, Gandalf e Pipino che si muovono per altre vie e Frodo e Sam che si dirigono verso il cuore del reame dell'Oscuro Sire. Seguiremo per così dire le loro vicende sino a scoprire l'epilogo di quel capolavoro (quello si) che fu il grande libro di John Ronald Reuel Tolkien (per amor di brevità, d'ora in poi JRRT).
Durante il gioco ci troveremo nei panni di uno degli "eroi" della saga dell'Anello, impegnati in innumerevoli scontri con orde di spettri, orchi, orchetti, goblin, e chi più ne ha più ne metta.
La struttura è in tutto e per tutto quella di un beat'em-up a scorrimento, con una spruzzata di RPG (che analizzerò un po' più in là): seguendo un percorso assolutamente prestabilito, affronteremo orde di nemici che dovremo abbattere via via che avanzeremo. I personaggi ai nostri ordini saranno in tutto 9 e potranno avanzare attraverso percorsi diversi, quindi diversi livelli: la via dei morti sarà giocabile solo con Aragorn, Legolas o Gimli, il livello della foresta di Fangorn solo con Gandalf, ecc. I livelli non saranno giocabili con tutti i personaggi indifferentemente, ma vi saranno delle "strade" principali che sarà loro destino seguire. I primi tre seguiranno "la via del Re" (Sentiero dei Morti, Minas Tirith), mentre Gandalf (con personaggi da sbloccare Pipino e Merry) percorrerà "la via dello Stregone" (lo troveremo nel tutorial, ed in un altro paio di livelli). Infine Sam (e Frodo che all'inizio sarà bloccato) percorreranno "la via dello Hobbit" (lo scontro con Shelob). A questi 8 personaggi si aggiunge Faramir, fratello del defunto Boromir. Tutti i modelli degli eroi si rifanno (naturalmente) agli attori del film con un livello di somiglianza decisamente elevato, sia nell'aspetto sia nelle movenze. Stesso discorso è valido anche per i nemici, tratti dalle controparti che compaiono nella pellicola di Peter Jackson.
The Lord of the Rings: The Return of the King
6
Voto
Redazione
The Lord of the Rings: The Return of the King
Unico vero e proprio punto forte del gioco è la licenza per lo sfruttamento dei diritti del film in uscita nei prossimi mesi. Il gioco in se non spicca particolarmente sulla moltitudine degli action game in circolazione. Dall'altro canto la trama è decisamente frammentaria e confusionaria e la realizzazione non si distingue per originalità. E', sotto ogni punto di vista, un "terzo capitolo" e per questo appetibile per coloro che abbiano giocato i primi due E abbiano visto i film. Piccola nota di demerito va a chi, forse per paura che le copie pirata del gioco invadessero il mercato, ha deciso una distribuzione quasi in contemporanea con l'America MA ben 2 mesi in anticipo rispetto all'uscita nelle sale del film; con queste premesse il titolo si rivela una specie di spoiler delle vicende che vedremo su pellicola nel mese di gennaio.