The Order 1886
di
Sparatorie contenute ma estremamente solide
Oltre a tutta questa cornice narrativa c'é però un TPS (Third Person Shooter) che, pur non innovando in alcun modo il genere, ci é sembrato solido e sicuramente divertente da giocare. Nonostante gli ambienti siano sempre molto chiusi, un paio di strade alternative sono sempre presenti, in modo da variare - leggermente - l'approccio alla sparatoria.
I tempi di shooting sono quelli classici: spari, ti ripari, spari, ti muovi verso un'altra copertura. Nonostante la banalità della meccanica, gli sviluppatori sono stati bravi nel rendere il tutto accattivante grazie soprattutto ad un arsenale di tutto rispetto, che può vantare diverse tipologie di armi che spazio da fucili a tripla canna, a fucili elettrici progettati da Tesla, balestre modificate e molto altro ancora. Grazie alla “fisicit” e alla peculiarità donata ad ogni arma, le sensazioni nel momento in cui vengono rilasciati i proiettili e vanno a segno é davvero ottima.
A questo si aggiunge poi un'intelligenza artificiale che pur non facendo gridare al miracolo risulta comunque determinante nel regalare dinamismo al contesto. Oltre ai “cattivi” standard avremo altre tipologie di nemici che utilizzeranno pattern di attacco diversi. A spiccare su tutti gli altri sono ovviamente i Lycan che ci daranno filo da torcere, per colpa della loro agilità.
A queste meccaniche standard ne sono state aggiunte delle altre che vanno a variare, in maniera positiva, il contesto di gioco. I tanto odiati QTE, qui prendono una forma e una sostanza diversa grazie ad un uso bilanciato, contestualizzato e sicuramente cinematografico. A questo si aggiungono fasi stealth discretamente realizzate, e una serie di mini giochi che, attraverso la strumentazione fornitaci da Testla, ci permetteranno di scassinare porte o togliere elettricità. Molto meno riuscite ci sono sembrate le “boss fight”, ripetitive nella meccaniche e forse troppo fuori contesto rispetto al resto dei QTE. Inoltre, ad aggravare questo difetto, vi é l'assurda scelta di riproporre a distanza di pochissimi capitoli, due boss fight identiche nelle dinamiche di scontro. Si poteva fare decisamente di più.
I collezionabili sono presenti in quasi tutti i livelli, con anche diverse trovate simpatiche come easter eggs dedicate ad altri giochi Sony oppure a personaggi famosi della letteratura, ma non rappresentano assolutamente un valore aggiunto al contesto. Non raccontano nessun tipo di dettaglio e non danno informazioni aggiuntevi, venendo quindi trasformati in semplici strumenti utili a platinare il gioco per gli amanti dei trofei.
Chiudiamo parlando della difficoltà. I livelli presenti sono 3: facile, normale e difficile. Quello standard ci é sembrato piuttosto valido ed in grado di offrire sin dall'inizio una percentuale di sfida più che soddisfacente. Si potrà comunque comunque passare in qualsiasi momento del gioco ad una difficoltà più alta o più bassa rispetto a quella impostata, senza che questa scelta vada ad influire sui trofei.
La mancanza di un comparto multigiocatore, non é necessariamente una vera e propria lacuna. Ma lo diventa nel momento in cui, una volta completato il gioco, il titolo non ti stimoli a fare altro all'interno dei livelli già giocati, tornando a quella sensazione di vuoto accennata poco fa.
Nuovi standard tecnici
Chiudiamo parlandovi dell'aspetto sicuramente più imponente di The Order 1886: la grafica. Il lavoro svolto dai ragazzi di Ready at Dawn, senza mezzi termini, setta nuovi e altissimi standard per quanto riguarda la componente tecnica su console. Tutto dall'inizio alla fine fa mozzare letteralmente il fiato.
Le ambientazioni sono iper dettagliate, ricche di particolari che vengono esaltati da un sistema di illuminazione dinamico da mozzare il fiato e da effetti particellari estremamente convincenti. A questo si aggiunge poi una profondità di campo davvero ottima, che regala paesaggi e sfondi da incorniciare e in grado di rendere tutto, dannatamente credibile.
Gli stessi modelli poligonali, indipendente che questi siano primari o secondari, sono dettagliati ed estremamente complessi sia in termini di modellazione che di design. La trasformazione dei Lycan, in particolare, ci ha davvero esaltato.
Tutti questi elementi vengono ulteriormente esaltati da una regia che passa costantemente da cut scene a gioco, usando lo stesso motore, trasformando così il tutto in un costante “flow” esente da qualsiasi tipo di rallentamento o tempo di caricamento.
Sicuramente qualche difetto, saltuario, lo abbiamo trovato: eventi che non si attivano immediatamente perché il personaggio non si trova nel punto corretto, qualche texture sbavata o caricata in ritardo e quelle fastidiose bande nere che Ready at Dawn ha usato come abile trucco per mantenere tutto fluido e compatto. Tuttavia nel complesso ci troviamo davanti a qualcosa di massiccio, importante e soprattutto decisamente bello.
Non possiamo esimerci dallo scrivere qualche riga sulla colonna sonora, che registrata nei leggendari studi di Abbey Road, valorizza ulterirmente tutto quello che avviene su schermo. Abbiamo gradito molto meno la localizzazione in lingua italiana che, pur avvalendosi di una qualità più che accettabile, mostra il fianco ad una serie di scelte in termini di accenti e tonalità troppo differenti dalle voci originali, facendo così perdere un po di carisma ai singoli personaggi.
Insomma, The Order 1886 é un titolo che amerete e odierete allo stesso tempo. Lo amerete perché si tratta, probabilmente, del primo vero gioco next gen: tecnicamente solido, componente narrativa di altissimo livello e gameplay già visto ma assolutamente efficace. Allo stesso tempo lo odierete perché la sensazione che vi lascia una volta raggiunti i titoli di coda é quasi disarmante. Volendo fare un paragone The Order 1886 é una bellissima donna che vi seduce, vi ammalia e sul più bello…vi abbandona.
Lo stesso Pessino l'ha definito un esperimento. Beh caro Andrea, il tuo esperimento é in larga parte riuscito, ma speriamo tu faccia tesoro di queste critiche per trasformare il seguito in qualcosa di assolutamente epico. Come hai visto, il materiale di partenza c'é, ci é anche piaciuto, ma soprattutto é solidissimo.