The Outer Worlds
BOTTE DA ORBI
Per quanto concerne la struttura legata al gameplay, Outer Worlds non nasconde una certa inclinazione alla semplificazione per questo campo, facendo giusto in modo di fare una sorta di compitino a casa senza infamia e senza lode. La possibilità di menare le mani verso il prossimo con le armi in mischia, o a distanza, si rivela infatti perfettamente in linea con giochi dello stesso genere (chiaramente il primo a venirci in mente è Fallout) solo che non sembra volerne approfondire le situazioni offrendo una serie di hit box abbozzate, accompagnate da un sistema di mira e danni che non brillano per profondità, un po’ come le sessioni stealth proposte sempre all’interno del gioco.
Avremmo preferito qualcosa di più, inutile negarlo, come avremmo preferito che l’intelligenza artificiale sfruttasse meglio coperture e/o situazioni di gruppo per diventare più temibili nei confronti di un giocatore più skillato. In questo senso anche i compagni del protagonista soffrono di questa stessa pigrizia in termini di scelte, tant’è che vi capiterà spesso di vederli andare ko quasi subito a patto che non gli settiate una modalità di ingaggio a distanza, evitandogli di prendere buona parte dei danni subito al posto vostro.
Non serve dirvi che Outer Worlds prevede anche un sistema di danni elementali, o qualcosa del genere, che servirà a semplificare la vostra vita negli scontri più animati (i robot odiano il danno elettrico), ma queste sono cose che un giocatore di ruolo mastica a colazione insieme a pane e persuasione. Buona parte degli scontri può risolversi con un dialogo azzeccato, altra componente che enfatizza maggiormente l’utilizzo delle parole al posto delle maniere forti.
Per accompagnare il giocatore nel suo viaggio, a supportare la classificazione e la gestione delle armi interviene un sistema di crafting basico ma interessante, che tramite le stazioni dedicate permetterà al protagonista di riparare, riciclare e modificare ogni utensile nel proprio inventario tra armature e armi. La manipolazione è forse l’aspetto più interessante, dato che al costo di qualche bit (la moneta virtuale in gioco) ci consente di incrementare il danno delle nostre armi, ma anche la modifica vera e propria con le parti da trovare in giro, o comprare, regala delle piccole soddisfazioni, soprattutto quando imbraccerete un lanciagranate modificato per ogni evenienza.
Continuiamo a sottolineare il peso di una modalità in terza persona, sinceramente piacevole da usare per vedere il nostro personaggio in più occasioni, ma le tante piccole sfaccettature di Outer Worlds, qualora enfatizzate e comprese meglio dagli sviluppatori che ci hanno lavorato, potranno magari dar vita a tante patch pronte a regalarci nuove emozioni nel sistema solare di Alcione.
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Redazione