The Outlast Trials – Morire di Paura (ma in compagnia) – Recensione PC
Unisciti alla lotta per la sopravvivenza nel terrore condiviso di The Outlast Trials, dove la collaborazione è l'unica via per sfuggire alla Murkoff Corporation
Esistono franchising che nel corso del tempo hanno modificato la propria identità. Lo hanno fatto senza troppi proclami, consci probabilmente del fatto che è il mercato videoludico stesso a richiedere un cambio di rotta verso certe direzioni, anche solo per sperimentare.
Un esempio chiaro di questo fenomeno è la saga di Resident Evil. Inizialmente con un'esperienza horror in terza persona, dal settimo capitolo in poi la serie ha optato per una prospettiva in prima persona, un cambiamento finalizzato a migliorare il coinvolgimento dei giocatori al di là dello schermo.
Oggi il nostro focus si sposta su Outlast, un titolo horror noto per la sua atmosfera tetra e la narrazione avvincente, che potremmo quasi definire un walking simulator, considerando le uniche opportunità offerte dal gioco: la fuga o il nascondersi dai propri inseguitori, utilizzando solamente una telecamera con la modalità a infrarossi per vedere al buio.
Quante volte abbiamo maledetto Miles Upshur per la sua decisione di infiltrarsi da solo in un ospedale psichiatrico, soprattutto di notte e disarmato? Beh, oggi avremo l'opportunità di maledire ulteriormente i protagonisti virtuali del nuovo The Outlast Trials, un titolo cooperativo online sempre sviluppato da Red Barrels.
La trama di The Outlast Trials
The Outlast Trials si distingue dal suo predecessore non solo per l'aggiunta di una componente cooperativa, ma anche per la natura delle sfide che i giocatori devono affrontare. Mentre il gioco originale immergeva il giocatore in un incubo solitario e claustrofobico, The Outlast Trials promuove la collaborazione e la strategia di squadra, spingendo i giocatori a lavorare insieme per sopravvivere agli orrori che li circondano.
Questo cambiamento di prospettiva non solo aggiunge un nuovo livello di sfida e complessità al gioco, ma offre anche una nuova dimensione alla storia e alla narrazione, elemento che abbiamo visto emergere in titoli come Dead By Daylight.
In The Outlast Trials, vi troverete nei panni di un senzatetto, attirato dalla promessa di un possibile riscatto, solo per ritrovarvi imprigionati in una trappola orchestrata dalla Murkoff Corporation, una multinazionale oscura nota per i suoi intenti poco chiari e terribili esperimenti su pazienti umani.
Risvegliandovi in una gigantesca struttura, scoprirete di essere prigionieri insieme ad altri sventurati, tutti coinvolti in una serie di test il cui unico imperativo è la sopravvivenza. In un ambiente ostile e pervaso da un'atmosfera di terrore, dovrete affrontare le sfide imposte dalla società e scoprire i segreti oscuri celati dietro i suoi esperimenti, mentre lottate per la vostra libertà e la vostra stessa vita.
Nel farlo, sfortunatamente, sarete costretti a muovervi per il mondo di gioco disarmati e incapaci di combattere i nemici, che, come al solito, sono tutto fuorché normali. Ad aiutarvi c'è sempre il visore notturno, accompagnato da una serie di strumenti di facile utilizzo, come chiavistelli, unguenti curativi, batterie e fiale di adrenalina utili per correre più velocemente.
Come detto precedentemente, lo scopo è sopravvivere alle avversità mentre si affrontano le sfide proposte dalla società. È preferibile affrontare queste sfide in modalità cooperativa con altre persone, poiché il gioco in solitaria risulta quasi eccessivamente difficile, oltre che particolarmente tedioso.
The Outlast Trials – Grande Fratello col morto
Come accade sempre più spesso per giochi di questo genere, anche The Outlast Trials consente di personalizzare il proprio personaggio attraverso un editor piuttosto elementare, che offre una selezione abbastanza standard di volti, capelli e altre opzioni di personalizzazione.
Subito dopo, è possibile e anzi consigliabile affrontare il tutorial per comprendere almeno i fondamenti del carcere in cui ci troviamo. La struttura in sé è una sorta di hub centrale del gioco che offre la possibilità di personalizzare la propria cella, sfidare altri giocatori in prove di abilità e visitare vari "negozi" per potenziare il proprio personaggio.
Questi ultimi sono il Garage e l'Infermeria, due luoghi importanti dove potrete migliorare i parametri del vostro alter ego e acquistare dispositivi specifici che miglioreranno la vostra sopravvivenza all'interno delle prove. Lo scopo è creare un personaggio che si adatti ai gusti e allo stile di gioco del giocatore, e in parte questa funzione emerge bene, a condizione che, come ripetuto più volte, The Outlast Trials venga giocato in compagnia e non in solitudine. Dal Terminale centrale è possibile selezionare il livello da affrontare, meglio identificato da test in cui mettere alla prova le proprie abilità di sopravvivenza. Scelta una di queste (c’è anche una sfida settimanale volendo), si attende che il matchmaking selezioni altri tre giocatori con cui condividere la missione.
La struttura dei livelli segue regole molto precise: presentano dimensioni discrete e spesso si concentrano sulla creazione di un dedalo di stanze molto simili tra loro, concepite per generare un certo senso di claustrofobia in chi le attraversa, specialmente quando ci si trova a essere braccati dal pazzo/i di turno. L'impossibilità di combattere i nemici trasforma l'esperienza in un prodotto di natura stealth, poiché una volta scoperti, se si viene uccisi, avremo la possibilità di ricominciare lo scenario solo per tre volte prima del game over.
Oltre ai nemici presenti nella struttura, gli scenari nascondono un'ampia varietà di trappole, tra cui bombe e strumenti mortali che ci hanno ricordato persino Rambo (vi ricordate nel bosco?). Oltre a cercare di risolvere l'enigma proposto dal gioco, i giocatori potranno fare affidamento al loro senso dell'esplorazione per trovare documentazioni, risorse e altri consumabili utili (facendo però attenzione a dosare, visto lo spazio ristretto dell'inventario, impostato a quattro slot).
Peccato che durante l'esperienza sia proprio l'IA dei nemici a deludere, risultando forse un po' troppo semplice e prevedibile, limitata a compiere azioni basilari, tant’è che una volta uscito dal range durante una fuga il giocatore può riprendere l’esplorazione come se nulla fosse accaduto. Questo difetto emerge soprattutto quando si gioca in solitaria, mentre in gruppo il senso di inadeguatezza o disagio, tipico dei precedenti capitoli, scompare in favore di un caos generale (abbiamo avuto modo di giocare con persone davvero esilaranti e di ridere molto).
Questo evidenzia il fatto che giocare in compagnia, magari con un gruppo di amici affiatato, trasforma l'esperienza quasi in un gioco senza frontiere piuttosto che in un’esperienza horror.
Effettivamente, The Outlast Trials funziona in modo simile alla serie di film Saw, in cui i giocatori, come nei lungometraggi, vengono gettati all'interno di una location il cui unico scopo è sopravvivere, a patto che si riescano a cogliere gli indizi presenti per risolvere l'enigma e superare la missione. Questo parallelismo aggiunge un elemento intrigante all'esperienza di gioco, stimolando il giocatore a risolvere i puzzle per avanzare.
The Outlast Trials – Old But Gold
Dal punto di vista grafico, The Outlast Trials si presenta in modo soddisfacente per il pubblico, sicuramente ben curato e realizzato con una visione a lungo termine (come dimostrato dalla roadmap recentemente pubblicata dagli sviluppatori). Sebbene il titolo non si discosti troppo dalla sua base di riferimento, consideriamo ciò un punto a favore, specialmente valutando l'atmosfera coinvolgente riscontrata durante le sessioni di gioco.
The Outlast Trials si è comportato benissimo sulle nostre configurazioni di gioco (NVIDIA RTX 3060 laptop e 4060 desktop), mostrando anche un buon livello di framerate durante le sessioni, granitico a 60 frame anche se giocavamo perennemente online.
Forse il vero punto debole della produzione risiede nella costruzione degli scenari, non tanto per quanto riguarda il level design, comunque curato per il tipo di atmosfera proposta, ma forse un po' troppo ripetitivo e anche "sporco" in termini di texture. D'altronde, essendo utilizzato lo stesso motore grafico, non è possibile ottenere molto di più di quanto ci si possa aspettare.