The Saboteur

di Luca Gambino
Chi sperava quindi in un gioco dalla struttura aperta ma guidata anche da meccaniche più riflessive che action dovrà quindi guardare altrove, dal momento che il prodotto Pandemic rifugge soprattutto per le carenze mostrate da una noncuranza delle routine che regolano l'intelligenza del nostro oppositore, costringendoci quasi a comportarci contro natura.
Pur fallendo però in alcune sue meccaniche, The Saboteur rimane comunque un titolo che riesce a farsi apprezzare grazie ad un ritmo sempre molto elevato e ad una trama sempre vicinissima alle meccaniche di gioco e per questo sempre viva e interessante, fuggendo quindi da alcune pecche classiche del free roaming che spesso portano il giocatore a portare termine azioni che spesso si allontanano dal cuore dell'avventura.



Il tutto, poi, é sostenuto e corroborato da un sistema di controllo ben adeguato e modellato al sistema di gioco, che permette sempre di poter controllare con sufficiente efficacia qualsiasi situazione ci verrà richiesta, dalla semplice azione “a piedi”, a quella invece a bordo dei mezzi che potremo reperire in giro per la città, fino allo scontro a fuoco con gli avversari. A questo proposito é da segnalare che da un certo punto dell'avventura in poi potremo chiamare a supporto le truppe dell'Alleanza, facendo si che possano supportarci negli scontri armati quando il divario tra noi e il nemico sia eccessivamente a nostro svantaggio. Un innesto piacevole e strategico che se ben utilizzato possono dare maggiore valore alla nostra esperienza di gioco.




L'aspetto tecnico di The Saboteur mostra forse i limiti legati ad una chiusura forse affrettata del gioco. A fronte di una estensione della città e della sua periferia veramente notevole e con moltissimi punti di contatto con la realtà, non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad un set di texture decisamente piatte e poco corrispondenti con la realtà e ad un trattamento poligonale di personaggi e ambienti non sempre generosissimo. Ottima invece la scelta stilistica dell'utilizzo del bianco e nero in stile “Sin city” che impreziosisce e caratterizza il gioco e che contribuisce positivamente ad immergere il personaggio in quel determinato periodo storico. Positiva anche la colonna sonora (in tema con l'epoca) e il doppiaggio dei protagonisti anche se si deve sottolineare uno sporadico sfasamento del “lip-sync” che disallinea il movimento delle labbra dei personaggi al suono della voce.

Nel complesso The Saboteur é un titolo gradevole, che riesce a farsi giocare, a intrattenere piacevolmente il giocatore e permettergli di vivere una buona avventura. Peccato però che quella che doveva essere la caratteristica principale del gioco, dimostri di non essere stata messa a punto in modo adeguato, forse figlia della particolare situazione di Pandemic con ormai un piede sull'uscio e con l'ombra di Electronic Arts pronta ormai sfrangiare il team. Dategli una possibilità, ma prima provatelo per bene.

112