The Secret of Atlantis -L'eredità Sacra-

di Alessandro Cossu
ATLANTIDE, QUESTO (S)CONOSCIUTO
Il filone delle avventure grafiche sembra non conoscere paura, ne sconfitte. Dopo un periodo di relativa calma, il genere fra i più giocati in assoluto sulla nostra macchina da gioco favorita, torna in grande stile, con una avventura patrocinata da Blue Label Entertainment e partorita dalla fervida immaginazione dei programmatori francesi della Nobilis. Per quanti non ne fossero a conoscenza, questo sarà il quinto titolo di una saga estremamente longeva, iniziata molto tempo fa con "Atlantis The Lost Tales" e che ha avuto il suo exploit anche sui nostri telefoni cellulari, con il discreto ma tutto sommato divertente "Atlantis Redux".
Ci troviamo nei primi anni '30 del secolo scorso. Howard Brooks è un ingegnere, giovane e molto dotato, che è appena uscito fuori da una lunga ed estenuante conferenza in quel di Germania. Per tornare nella terra natia, il buon Howard sceglie il "mezzo" volante per antonomasia, almeno a quei tempi: il dirigibile...!E non un dirigibile qualsiasi, ma il famosissimo Zeppelin Hindemburg. Mentre il protagonista della nostra storia è intento a pensare agli affari propri, viene contattato da due loschi figuri : ovviamente, non vi sveliamo chi sono, ma basti sapere, per adesso, che fanno parte di una Setta Segreta, Occulta e Nascosta (!), che mira alla scoperta dei tesori di Atlantide e ai loro arcani segreti.


La domanda, legittima, da fare adesso è : ma perché se la prendono col povero ingegnere, che dopo la conferenza avrà anche e giustamente un mal di testa formato famiglia? La risposta è semplice : a quanto pare, Mister Brooks è l'ultimo discendente di una antichissima dinastia di regnanti, originaria proprio della terra di Atlantide.
Dopo una serie di accadimenti più o meno credibili, ecco che il nostro alter ego digitale decide di sventare il piano di questa misteriosa organizzazione criminale, prendendo possesso dello Zeppelin però...altro che i rampini di BatMan! e volando in giro per il mondo, da New York a Macao, passando per l'India e la Mesopotamia, alla ricerca delle sue origini e del suo vero passato.
In buona sostanza, questa è la trama che si cela dietro all'ultima ma non ultima fatica dei già citati signori della Nobilis, talentuoso gruppo francese che molti ricorderanno per "Back to Gaya", ispirato al lungometraggio animato.

Il gioco oggi sotto esame, "Il segreto di Atlantide L'eredità Sacra", è una avventura "punta & clicca" nella quale vivremo l'azione con gli occhi del protagonista in locazioni fisse, girando su noi stessi a 360°, ed interfacciandoci con il gioco tramite il mouse, che sarà i nostri occhi, le nostre orecchie e le nostre mani (diciamo che, a grandi linee, è un po' come lo stile di gioco adottato in due famose avventure dello stesso filone, "Jack lo Squartatore" e "Dracula").
L'ambientazione anni '30 è stata ricreata con un certo successo dai programmatori, ricreando in maniera convincente delle location tinte di noir, nella più classica tradizione dei gialli alla francese.


Le principali locazioni di gioco vale a dire il dirigibile, un tempio indiano, una giungla nel cuore del Macao, l'Empire State Building ed il palazzo di Satyavrata, risultano ampie e variegate, zeppe fino all'orlo di enigmi più o meno logici da portare avanti fino al piacevole anche se un po' scontato finale.
Anche i personaggi non giocanti, spesso immobili come statue di sale, sono stati "disegnati" in maniera tutto sommato credibile, anche se avremmo gradito, sicuramente, qualcosa in più. I dialoghi sono monotoni, a volte ripetitivi e spesso ci troveremo a chiederci perché quel tizio in giacca e cravatta ha così tanta voglia di parlare, tranne che dell'unica cosa che ci interessa.

L'aspetto generale, come detto, è sicuramente gradevole, ma avvolto da una patina di "già visto" che non ci ha convinto del tutto; è vero che l'engine utilizzato non ha ovviamente le peculiarità del Source, ma qualche poligono e qualche gioco di luce in più, non avrebbe certo guastato.
La versione provata da noi era localizzata in Italiano solo per quanto concerneva i sottotitoli. Quella che troverete sugli scaffali, sarà invece completamente tradotta nella lingua del Bel Paese; buone le musiche di gioco, mentre i relativamente pochi sound fx presenti, non fanno gridare allo scandalo, ma sono un paio di gradini sotto lo standard attuale. Bisogna comunque sottolineare che la soundtrack è sempre pronta a rimarcare i momenti topici e importanti, con echi musicali di sicuro impatto. Tuttavia,è giusto dire, per dovere di cronaca, che ci sono giochi della stessa categoria, anche meno recenti, che superano l'opera Blue Label in più di un parametro.
Lungo quanto basta, con una trentina di personaggi non giocanti e leggero in termini hardware, il titolo Nobilis è sicuramente un buon gioco ma dubitiamo che sazierà i palati più raffinati.