The Secret of the lost cavern

di Alessandro 'Alenet' Cossu
BACK TO THE FUTURE...!OR NOT?
Qualche stagione fa, i signori della Adventure games sfornarono una interessante avventura grafica che mostrava qualcosa di più di una semplice strizzata d'occhio al detentore del podio, Syberia dal titolo "Viaggio al Centro della Terra". Nei panni di una sfortunata giornalista, fummo chiamati a ripercorrere idealmente il viaggio che Jules Verne regalò al pubblico tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...(!). Oggi, con il nuovo titolo dello stesso team, siamo chiamati ad un nuovo, lunghissimo viaggio (in termini temporali), che ci porterà nel Paleolitico, poco tempo prima della grande glaciazione. Ci troviamo a impersonare i panni impellicciati del giovane Arok, un uomo decisamente d'altri tempi; come è costume della sua tribù, il ragazzo decide di affidarsi ad un mentore, per la propria educazione. Un insegnante, quindi, che possa far risaltare le doti del giovane, affinandole e migliorandole affinché lui, una volta invecchiato, possa far proseguire questa tradizione. Il nostro alter ego digitale è un vero artista. Il suo/nostro hobby preferito si rivelerà essere la pittura, intesa come l'applicare graffiti più o meno articolati su tutte le superfici che incontra, specialmente grotte e affini. Ma Arok ha un altro potere, più nascosto, segreto ai più, che fa la differenza. Se il ragazzo osserva un dipinto, con il semplice tocco della sua grafite (?!), può animare i disegni ed imparare da essi. Se, ad esempio, egli si trovasse a dover affrontare un mammuth imbestialito, sarà per lui sufficiente riprodurre la scena su di una parete e poi "animarla": scoprirà così il modo migliore di vincere il grosso antenato dell'elefante e noi potremo alfine riprendere la nostra avventura.


Ma dove siamo diretti? Questo non è dato saperlo. Sappiamo solo che il nostro mentore non è più tornato da un lungo viaggio, volto alla scoperta di una caverna misteriosa all'interno della quale, dicono le leggende, si cela il segreto dell'onniscienza. Armati solo della nostra abilità nel disegno e nella pittura, coadiuvati dai soli oggetti che troveremo disseminati lungo il nostro cammino, dovremo far fronte a indicibili difficoltà per sincerarci della sorte del nostro amato, anziano maestro di vita. Tecnicamente, siamo di fronte ad una avventura grafica di stampo classico. A differenza del già citato "Viaggio al Centro della Terra", oppure di "The Westerner", non vivremo la nostra odissea guardando il personaggio muoversi nello schermo. Piuttosto, come in "Dracula", vedremo la scena con gli occhi del protagonista, rimanendo "fermi" in una locazione. Dopo averla esplorata, un click mirato ci porterà in quella successiva e così via. Ogni ambiente "fisso" potrà essere ispezionato a trecentosessanta gradi, volgendo lo sguardo in ogni dove grazie al nostro fidato mouse. Apposite icone appariranno quando ci troveremo di fronte ad un oggetto utilizzabile, sia esso da infilare nel nostro capace zaino di pelle, sia che decidessimo di utilizzarlo subito. Questa opzione si rivelerà piuttosto rara, visto che quasi tutti gli enigmi di gioco richiederanno l'utilizzo di almeno due oggetti per essere superati. Da qui, si evince che, come ormai tradizione, anche in SOLC saremo chiamati a scoprire come combinare fra loro gli utensili presenti nel nostro inventario; spesso dovremo analizzare minuziosamente le varie locazioni, ripassando più volte sullo stesso punto poiché molti oggetti si "sbloccheranno" solo se in mano avremo un altro manufatto, trovato magari a quattro "postazioni" di distanza.


Particolarmente interessante si rivelerà l' "Enciclopedia", di cui dovreste notare una foto qui attorno. Grazie ad essa, avremo accesso ad una sorta di sussidiario, all'interno del quale troveremo informazioni, stili di vita, ciclo vitale e quant'altro della maggior parte delle locazioni, situazioni, animali, persone e piante che incroceremo sul nostro cammino. Si segnala che gli enigmi, di una certa complessità (medio-alta, tendente molto all'alta!), hanno sempre e comunque una soluzione logica, lontanissima dalle simpatiche assurdità viste, ad esempio, in Monkey Island. Graficamente, ci troviamo di fronte ad un prodotto notevole che, pur non assurgendo all'olimpo delle avventure grafiche, mostra comunque uno spettacolo visivo degno di nota. Buoni effetti di luce si sposano con texture ben realizzate anche se forse un po' troppo ripetitive. Il conteggio dei poligoni non fa gridare al miracolo, ma è senza dubbio all'altezza della situazione. Il quadro complessivo è dunque buono, anche se, soffermandosi nel dettaglio, si scopre qualche magagna, come ombre non sempre precise e animazioni grossolane. Quest'ultimo punto perde di veridicità nei filmati di intermezzo, utilissimi per carpire informazioni e strategie e, soprattutto, realizzati in maniera assolutamente egregia. In ogni caso, sarebbe stato di gradimento, e molto, poter agire più direttamente sulle opzioni grafiche, praticamente inesistenti.
Sul fronte audio, si segnala un doppiaggio completo nella lingua del BelPaese, anche se poco ispirato. Le musiche non contribuiscono a creare una buona atmosfera, perché invasive e non esattamente coinvolgenti.

Prima di pittare il commento finale, si ricorda a tutti che SOLC è disponibile nei negozi mentre leggete queste righe e che, data la intrinseca difficoltà che permea il gioco fin dai primi minuti, se ne sconsiglia la fruizione ai non appassionati e ai neofiti; quest'ultimi potrebbero inizialmente puntare, ad esempio, sul pluricitato "Viaggio al Centro della Terra", che vanta una curva di apprendimento decisamente più bassa (ed il che è tutto dire) prima di affrontare le privazioni del Paleolitico.