The Simpsons Wrestling
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Un sistema simile di gestione dona al gioco una profondità inizialmente insospettabile e decisamente "nascosta" nei primi semplici incontri del campionato. Con l'avanzare però del gioco e l'aumentare della difficoltà (peraltro calibrata in maniera davvero buona), ci si rende conto di come sia fondamentale gestire al meglio le proprie mosse, capendo quando é utile utilizzare una risorsa piuttosto che un'altra. Questo aspetto si fonde più che discretamente poi con la buona caratterizzazione dei personaggi e dell'IA che controlla gli avversari nel caso si disputino incontri contro la CPU. Il nemico riesce infatti ad adattarsi alla situazione, non denigrando continue fughe nel caso il nostro personaggio stia effettuando attacchi speciali, oppure cercando continuamente di raccogliere cibo e fuggendo dallo scontro fisico nel caso gli serva energia
A questo proposito va anche utilizzato in maniera strategica il "taunt". Trattasi in poche parole di un'invincibilità temporanea utilizzabile una volta che si raccolgono sul ring tanti dei determinati oggetti "letter" quante sono le lettere della parola "taunt", un po' come in Ready 2 Rumble si carica la scritta Rumble riempiendo di bastonate l'avversario
TECNICISMI A PARTE
Sotto il profilo tecnico The Simpsons Wrestling riesce a convincere solo in parte: una tecnica simile al Cel Shading del mai troppo celebrato Jet Set Radio riproduce i personaggi e gli elementi base del gioco. Se si può ben parlare di una tecnica simile (che si fonde benissimo con il tratto stilistico con cui Groening ha creato la sua famigliola), non si può non accusare un frame rate stabile, ma stabile verso il basso, oltre a delle ambientazioni sinceramente migliorabili. Ottime invece le voci campionate (con i doppiatori della serie originale americana, non abbiamo quindi il leggendario Homer di Tonino Accolla o la Marge di Liù Bosisio) che caratterizzano stupidamente (in senso buono) i vari personaggi
The Simpsons Wrestling é quindi un prodotto discreto che é riuscito a sorprenderci soprattutto alla luce delle infami produzioni passate legate al cartoon di Matt Groening. Non va però analizzato o scartato dopo pochi minuti di gioco: quello che potrebbe sembrare un banale e malridotto "pigiatasti all'impazzata" offre invece una meccanica di gioco e una gestione degli incontri di maggior spessore di quanto sembrerebbe a una fugace occhiata. Rimane purtroppo la consapevolezza che qualche mese fa Fox Interactive (produttore) e Big Ape (sviluppatore) avevano parlato di caratteristiche che non si sono poi ritrovati nel gioco vero e proprio, situazione purtroppo condannevole per un gioco che vede nella sua ripetitività proprio il problema principale.
A questo proposito va anche utilizzato in maniera strategica il "taunt". Trattasi in poche parole di un'invincibilità temporanea utilizzabile una volta che si raccolgono sul ring tanti dei determinati oggetti "letter" quante sono le lettere della parola "taunt", un po' come in Ready 2 Rumble si carica la scritta Rumble riempiendo di bastonate l'avversario
TECNICISMI A PARTE
Sotto il profilo tecnico The Simpsons Wrestling riesce a convincere solo in parte: una tecnica simile al Cel Shading del mai troppo celebrato Jet Set Radio riproduce i personaggi e gli elementi base del gioco. Se si può ben parlare di una tecnica simile (che si fonde benissimo con il tratto stilistico con cui Groening ha creato la sua famigliola), non si può non accusare un frame rate stabile, ma stabile verso il basso, oltre a delle ambientazioni sinceramente migliorabili. Ottime invece le voci campionate (con i doppiatori della serie originale americana, non abbiamo quindi il leggendario Homer di Tonino Accolla o la Marge di Liù Bosisio) che caratterizzano stupidamente (in senso buono) i vari personaggi
The Simpsons Wrestling é quindi un prodotto discreto che é riuscito a sorprenderci soprattutto alla luce delle infami produzioni passate legate al cartoon di Matt Groening. Non va però analizzato o scartato dopo pochi minuti di gioco: quello che potrebbe sembrare un banale e malridotto "pigiatasti all'impazzata" offre invece una meccanica di gioco e una gestione degli incontri di maggior spessore di quanto sembrerebbe a una fugace occhiata. Rimane purtroppo la consapevolezza che qualche mese fa Fox Interactive (produttore) e Big Ape (sviluppatore) avevano parlato di caratteristiche che non si sono poi ritrovati nel gioco vero e proprio, situazione purtroppo condannevole per un gioco che vede nella sua ripetitività proprio il problema principale.